Rassegna Stampa

Dal Giornale di Vicenza del 9/02 :

Da tempo una manifestazione non raccoglieva tanta partecipazione in centro
La pace invade la piazza
Corteo di studenti, forze dell’ordine in quantità
di Dennis Dellai

Era probabilmente dagli anni della contestazione studentesca, o delle manifestazioni operaie, che Thiene non si svegliava blindata. È accaduto nuovamente ieri, in occasione della manifestazione per la pace organizzata dai movimenti giovanili e dai partiti del centro-sinistra.
I thienesi hanno un po’ faticato a capire che cosa stesse succedendo, incontrando decide di uomini dei reparti mobili della polizia e dei carabinieri, supportati dagli agenti della polizia municipale, con mezzi dislocati lungo tutto il percorso, dalla stazione ferroviaria alla piazza del municipio. È comprensibile, in quanto la stagione dei no-global e dei centri sociali, nella Thiene delle industrie e del terziario avanzato, non ha prodotto le stesse tensioni registrate in altre città.
La marcia si è comunque svolta senza incidenti. Vi hanno partecipato, secondo le stime fornite dalle forze dell’ordine, fra le 700 e le 800 persone, soprattutto studenti. Partiti dalla stazione ferroviaria, i manifestanti hanno accompagnato con slogan e striscioni il loro "no" alla guerra in Iraq. Fra di loro anche alcuni amministratori comunali del centro-sinistra, come il consigliere thienese Francesco Luca, il sindaco di Marano, Giuliano Rizzato, l’ex segretario Ds, Germano Cattelan.
È stata una sfilata pacifica e composta, tenuta comunque sempre sotto controllo dalle forze dell’ordine. Il corteo si è fermato, in segno di protesta contro la linea del governo, davanti alla sede della Lega Nord, e ha fatto poi alcune tappe davanti alle banche, accusate di favorire il traffico di armi "utilizzando i soldi dei cittadini". I pacifisti hanno chiuso simbolicamente gli istituti di credito con del nastro e hanno affisso alle porte d’entrata alcuni cartelli con la scritta "Banca armata".
I manifestanti hanno proseguito la sfilata in corso Garibaldi, via Trieste, via Damiano Chiesa per risalire poi verso il municipio. Davanti alla sede dell’Amministrazione comunale hanno lanciato i loro slogan.
«Facciamo sentire a questa giunta che Thiene non è nè razzista nè guerrafondaia», gridava il portavoce dei ragazzi. Anche in questo caso, tuttavia, non si è andati oltre le parole; e, dopo qualche minuto di sosta davanti al municipio, il corteo si è diretto verso piazza Chilesotti dove erano state allestite le postazioni dei partiti. Il traffico è rimasto bloccato, lungo le vie del centro, dalle 9.30 alle 11, ma gli automobilisti non hanno protestato, comprendendo le ragioni della chiusura.
«L’importante è che non si verifichino incidenti», commentava un ex amministratore dell’altra sponda politica - È difficile non condividere la parola "pace", semmai si può obiettare sul modo con cui la si vuole ottenere. Comunque, finchè le proteste sono pacifiche come quella di oggi, ben vengano. Sono l’espressione della democrazia. E poi fanno colore. Vedendo alcune ragazzine con la scritta "peace" stampata in fronte sono tornato ragazzino, ai tempi dei figli dei fiori.


dal Gazzettino di Vicenza di Domenica, 9 Febbraio 2003

THIENE La manifestazione dei giovani
Hanno scritto "pace" in piazza, con i corpi
In duemila poi "isolano" le banche

Thiene

Erano quasi 2.000, secondo gli organizzatori, i ragazzi, provenienti da tutta la provincia, giunti a Thiene ieri mattina per sfilare per le vie della città inneggiando alla pace. Numerose le organizzazioni: Aleph; Coordinamento Libera Zone; Studenti Thiene; Disobbedienti Vicenza; Akawaba; Sankalpa; Progetto Giovani Fara Breganze Schiavon Pianezze; Giovani Comunisti; Alternativa Democratica; Social Forum Alto Vicentino; Verdi; Ds; Margherita.

I giovani hanno sfilato pere tutta la città ritrovandosi alla fine in piazza Chilesotti, dove coi loro corpi, hanno formato sul selciato della piazza la parola pace. Guardati a vista da un inutile cordone di polizia in assetto anti guerriglia, i giovani hanno voluto sensibilizzare tutti nei confronti di una pace sempre più precaria nell'assetto mondiale.

A guidarli anche in questa occasione è stato Raffaele Fontana uno dei leader di Libera Zone: «Tutti i giorni - racconta il giovane - i media ci mettono in contatto con una realtà internazionale in continua evoluzione che ci preoccupa e ci fa sentire sempre più impotenti e spettatori di un presente e futuro che non solo non ci appartiene ma che vorremmo riuscire a contrastare con tutte le nostre forze. Ormai, nostro malgrado, è quasi certo che i grandi potenti della terra decideranno a breve di dichiarare guerra all'Iraq. Tutto questo ci fa capire che le persone che ci governano sono sempre più sorde rispetto la volontà del popolo. Non possiamo più accettare passivamente questa realtà». Per questo Fontana e gli altri giovani hanno pensato di scendere in piazza: «Per renderci così visibili al cospetto di chi ha il potere di decidere, per dire non solo no alla guerra in Iraq ma per esprimere un concetto molto più forte e universale:Si alla Pace assoluta nel mondo, raggiungibile solo attraverso dialogo e mediazione tra i popoli e mai tramite un processo di guerra».

Uno dei gesti simbolici inventati da partecipanti alla manifestazione per ribadire il loro no alla guerra è stato quello di isolare l'accesso di 4 istituti bancari della città, per contestare, hanno detto, quelle banche che coi loro investimenti finanziano i progetti di guerra e la produzione di armi.

Valerio Bassotto