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TORINO 30/11: NO AI CPT!
comunicati. NO AI VIAGGI AEREI DELLA DEPORTAZIONE!
Nelle nostre città vivono persone che in qualsiasi momento possono essere prese per strada o prelevate dalle loro case, strappate da attività e progetti di vita, da affetti e relazioni, per essere portate nelle questure, senza nemmeno avere il tempo di fare una valigia, trattenute senza possibilità di contatto con l’esterno, ed essere imbarcate in brevissimo tempo per un viaggio che non ammette ritorno prima di 10 anni, pena il carcere. Questi uomini e donne vengono espulsi dall’Italia solo perché trovati senza un “permesso di soggiorno”. Non hanno diritto nemmeno ad un effettivo controllo dell’operato della polizia da parte di un giudice, perché il ricorso potrà essere presentato solo attraverso le rappresentanze diplomatiche italiane all’estero. Le espulsioni sono organizzate come vera deportazione dagli apparati di polizia dello Stato con la complicità interessata degli aeroporti e delle compagnie aeree, le quali si prestano a fare da traghettatrici in cambio dei guadagni assicurati dalle vendita dei posti per i numerosi viaggiatori coatti. Il volo che partiva tre volte (oggi sei) alla settimana dall’aeroporto di Verona per Timisoara è stato frequentato non solo da turisti o da imprenditori italiani che operano e fanno soldi in Romania, ma anche da chi il mondo lo vive e lo vede dalla parte opposta, quella “sbagliata”: donne e uomini rumeni vengono ogni settimana imbarcati su questi aerei e deportati, respinti dall’Europa dell’euro, del capitale, dello sfruttamento. La compagna di bandiera rumena, la Tarom, si rende complice in tutta Europa della deportazione dei/delle migranti, complice è anche l’aeroporto Catullo di Verona, che ha creato al suo interno aree destinate ad ospitare agenti di polizia e deportati in attesa del volo che li rimpatrierà. Poco importa che l’agenzia che organizza i voli da Verona per la Romania, la Valsole viaggi, non collabori più con la Tarom per quanto riguarda l’aeroporto Catullo, essa infatti continua a servirsi di voli della Tarom per gli aeroporti di Bologna, Ancona e Treviso. Fino a venerdì scorso la Valsole ha collaborato con la Tarom e con varie questure del nord Italia per deportare verso la Romania i cosiddetti “clandestini”. Altre grosse compagne aeree sono implicate in questo squallido mercato, fra le quali Lufhtansa, KLM, Iberia, British Airways, Sabena. Per questo oggi siamo qui, per un’azione simbolica che inviti a inceppare il meccanismo delle espulsioni, a boicottare le compagnie aeree complici di questa barbarie; per resistere alla legge razzista di Bossi e Fini sull’immigrazione; per iniziare a costruire l’altra Europa possibile che vogliamo, aperta e solidale per tutti/e. Invece, l’Europa di Schengen si va costruendo come fortezza chiusa, che nega la libera circolazione delle persone e istituzionalizza ovunque regimi di segregazione e di cancellazione dei diritti. La stessa Bossi-Fini non è altro che un feroce inasprimento delle linee programmatiche di gestione dei fenomeni migratori già adottate di comune accordo dagli Stati che compongono l’Unione Europea. La Bossi-Fini consente ai migranti l’ingresso in Italia solo come manodopera precaria ed ultraflessibile, legata mani e piedi dal “contratto di soggiorno” al datore di lavoro, priva dei diritti di cittadinanza, in ogni momento soggetta al rischio dell’espulsione o del ritorno alla clandestinità. La normativa vigente, oltre a prevedere l’imbarco forzato degli espulsi sugli aerei, istituisce anche i “Centri di permanenza temporanea”, definizione eufemistica che indica in realtà veri luoghi di segregazione, i Centri di detenzione amministrativa creati qualche anno fa in Italia e in tutta Europa in applicazione delle politiche di controllo sociale e repressione contro i migranti. I centri di detenzione sono gabbie, container, filo spinato e mura di cinta che rinchiudono fino a due mesi uomini e donne che non si sono macchiati di alcun reato, colpevoli soltanto di esistere e di non essere “legali”, di aver varcato i confini italiani ed europei senza documenti. La campagna per la chiusura dei CPT, per la cancellazione di questa aberrazione della civiltà, è una delle iniziative comuni di mobilitazione rilanciate dall’Assemblea europea dei migranti, nei giorni del F.S.E. a Firenze. E anche noi il 30 novembre saremo a Torino per dire no ai centri di detenzione. NESSUN ESSERE UMANO E’ ILLEGALE!! DIRITTI SOCIALI E DI CITTADINANZA PER TUTTI/E Centri sociali La Chimica (Vr) - Pacì Paciana (Bg) - Magazzino 47 (Bs)
a Brescia, domenica 1 dicembre - H 10.00 P.zza loggia MOBILITAZIONE ANTIRAZZISTA, in contemporanea con la manifestazione nazionale voluta a Brescia dalla Lega Nord a sostegno della Bossi-Fini Torino: programma delle iniziative del 29 e 30 novembre, tratti da www.adottaunacolf.it Torino, Venerdi 29 novembre 2002 dalle ore 11 alle ore 13 - presso il Liceo Scientifico "E.Majorana" di Moncalieri: il KSM (Kollettivo Studentesco Majorana) organizza un'assemblea sui CPT con la visione di due filmati. Interverranno Claudio Robba (GC Torino) e un membro di YA BASTA! Torino h.14 - fac.Scienze Politiche (ITALGAS): banchetto informativo con mostra fotografica sulla manifestazione del 30 XI. h.16 - PALAZZO NUOVO: workshop di pink-samba.* h.17 - PALAZZO NUOVO: proiezione video e dibattito. Interviene S.Mezzadra. h 17.30 - P.zza PALAZZO DI CITTA': videoperformance "Action Talk Show", una TV di strada per sensibilizzare i cittadini h.18 - P.ZZA CASTELLO: presidio delle Donne in Nero e performance di pink-samba.* h 20.30 - cena in via BLIGNY e work-shop creativi.* h.21,30 - TEATRO BARETTI (v.Baretti 4): spettacolo teatrale di Beppe Rosso "Seppellitemi in piedi". Serata benefit per la manifestazione del 30 XI. Torino, Sabato 30 novembre 2002h.9,30 - PIAZZA LAGRANGE: piazza tematica di Rifondazione h.9,30 - PORTA PALAZZO: piazza tematica del Gruppo Migranti del Torino Social Forum h.9,30 - P.ZZA MADAMA CRISTINA: piazza tematica con spettacolo teatrale (Giovani Comunisti). h 10 - presso il centro interculturale delle donne di Torino in via Norberto Rosa 13 (da Porta Nuova tram 18): Le donne native e migranti di Torino, si incontreranno per scambiare le esperienze. Parteciperà, fra le altre, Mercedes Frias dell’associazione Nos Otras di Firenze. Prime adesioni: Forum delle Donne P.R.C. Torino, Casa delle donne di Torino, Coordinamento cittadino per l’autodeterminazione, Donne in Nero, Associazione Alma Terra Collettivo Mafalda, Donne Cgil h.14 - P.ZZA SABOTINO: concentramento corteo. h.21 - SALONE TARTARA (P.zza Castello- CASALE MONFERRATO): "Dinieghi", spettacolo basato sull'esperienza dei rifugiati. A cura di Accademia di Teatro di Reportage Hidden Theatre. Proiezione del film "Kurdistan: patria negata". h.23 - cso GABRIO: Reggae-Dub Dance-Hall con Alfa e Omega dall'Inghilterra. *
Le attività svolte in collaborazione con il gruppo dei Pink proveniente dal Nord
Europa hanno come obiettivo la costruzione di uno spezzone di corteo caratterizzato
dalla musica, dai colori e dalla danza. Gli appuntamenti nei giorni precedenti
la manifestazione saranno pertanto dedicati alla costruzione dei costumi e degli
strumenti musicali, nonché alla preparazione delle coreografie.
Comunicato dei disobbedienti che hanno occupato l'atrio dell'aereoporto di Caselle a Torino.
C.SO BRUNELLESCHI: LA MINACCIA DELLO SVUOTAMENTO IN VISTA DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Già durante la visita di lunedì 25-11 al CPT di c.so Brunelleschi da parte di Paolo Cento e di alcuni rappresentanti istituzionali qualcuno si è accorto che i conti non tornavano: in una struttura che solitamente contiene una cinquantina di ospiti vi erano presenti solo 12 immigrati. Poi, si sono visti strani movimenti, pulmann che giravano, notizie frammentarie da parte dei migranti su un certo numero di persone portate via in mattinata. Infine la conferma.
Questa mattina alle 13, avvisati dai migranti, abbiamo visto uscire dal CPT un pulmann della polizia da 50 posti con delle donne all'interno. Per mantenere la discrezionalità dell'operazione i poliziotti avevano schermato le finestre del mezzo con delle tendine. A nulla è valso il tentativo da parte di qualche compagno di impedire sul momento al bus di avviarsi fuori dal centro. Come risposta i Disobbedienti hanno occupato l'atrio dell'areoporto di Torino - Caselle alle 13,45 per denunciare l'operazione in corso di deportazione dei migranti. Durante l'azione informativa è stato appeso uno striscione "No alle deportazioni dei migranti", sono stati distribuiti volanti e si è aprlato con i presenti che si sono mostrati molto sensibili all'argomento solidarizzando con i migranti. A questo punto l'operazione da parte della Questura e del Ministero degli Interni è chiara. Arrivare al 30 novembre svuotando il CPT di c.so Brunelleschi, per impedire che dalle vive voci dei migranti possano arrivare delle forti denunce alla società civile sulle loro condizioni di vita e sui mnsoprusi quotidianamente subiti da parte delle forze dell'ordine. Come Moviemno dei Disobbedienti dichiariamo che riteniamo una provocazione lo svuotamento del CPT. Togliere la possibilità concreta di mettere in contatto i detenuti con la manifestazione indica che gli stessi gestori del lager si vergognano delle condizioni in cui detengono i migranti e non vogliono che questo venga svelato ! Malgrado lo zelo dei questurini, la struttura in sè di c.so Brunelleschi è già una autodenuncia del sopruso e dell'umiliazione sull'uomo: parlano le grate, le lamiere arruginite, i servizi non funzionanti, i vetri rotti. Le parole in merito di Paolo Cento all'uscita sono emblematiche di questo stato delle cose: «È sporco, fatiscente, senza nessuna distinzione netta fra le forze dell'ordine e la Croce Rossa. Gli immigrati vivono ammassati come bestie dentro a container che tanti anni fa erano stati usati per i terremotati. Il centro di detenzione di corso Brunelleschi non garantisce le condizioni minime per la dignità umana. Sembra uno zoo. In Italia non ne ho visto uno peggiore». Come dire che la verità - in questi casi - non si può nascondere. 26/10/2002 Movimento delle/dei Disobbedienti - Torino
Intervista al sindaco di Torino che considera utile e giusto l'esistenza dei CPT(d'altronde sono eredità della Turco-Napolitano creata dal governo di centro-sinistra...)
Intervista pubblicata su Repubblica di oggi 26/11/02
Sindaco Chiamparino, il deputato Cento sostiene che in corso Brunelleschi c'è una situazione al di sotto del minimo rispetto dei più elementari diritti umani. È un posto così incivile?
«L'impressione che ho avuto io è un'altra. Certo: sono le condizioni di un centro di accoglienza. Ma dire che è un posto incivile è un'offesa ai volontari che ci lavorano». Il Consiglio della terza circoscrizione critica l'opportunità stessa di un luogo del genere: per lei è sempre opportuno? «Lo sarà fino a quando non mi diranno che non esiste più il problema dei clandestini socialmente pericolosi. Per adesso le cose stanno diversamente. Conosco la città, vado in giro a Porta Palazzo, so che il problema di un certo tipo di immigrazione irregolare e socialmente pericolosa è ancora presente. Ecco perché esiste una struttura come quella di corso Brunelleschi: mica per i clandestini tout court». Chi chiede la chiusura del centro giura che nelle gabbie finiscono persone per nulla pericolose. «Non siamo d'accordo». E la presa di posizione della terza circoscrizione? «Parte sempre da un problema locale: il loro. I residenti non vogliono abitare vicino al centro. Tutte le opinioni meritano il massimo rispetto. Se arriverà un giorno in cui la maggioranza in Comune mi dirà "o chiudi il centro o te ne vai a casa", bene: si faranno le lezioni. Poi candideranno il leader dei Disobbedienti...». A proposito: parteciperà al corteo di sabato? «No. Sarà una grande espressione democratica. Detto questo: spero che ci sia ancora la libertà di non condividere una manifestazione del Torino Social Forum». Perché non la condivide? «Perché contrasta con le esigenze degli immigrati: sono loro i primi a chiedere più integrazione e più legalità». Ha il potere di far chiudere il centro? «Il sindaco ha il potere di opporsi all'apertura. Al posto di Castellani avrei scelto come lui: non mi sarei opposto». Altri sindaci italiani hanno detto no. «E adesso mandano a Torino gli immigrati che creano problemi nelle loro città». (n.z.) da repubblica.it
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