scheda breve riassuntiva:
IL SISTEMA TVCC
Il sistema TVCC è quello più all'avanguardia per quanto riguarda la telesorveglianza.Consiste di telecamere molto sofisticate, UKON mod. Survejor 2000:agiscono con un raggio di azione di 360° in orizzontale e 180° in verticale; sono attivabili automaticamente da suoni e rumori e si possono girare tutte simultaneamente se percepiscono rumori superiori ai 60 db; sono in grado, grazie alla loro alta definizione, di riprendere una targa a più di 200 metri con le più casuali condizioni atmosferiche; resistono dai - 40°C ai + 70°C; resistono a forti urti nonostante siano collocate a 5 metri d'altezza; sono predisposte per l'applicazione di rilevatori acustici, cioè di microfoni direzionali mediante i quali gli operatori della centrale possono oltre che vedere, ascoltare la conversazione (come si dichiara nella relazione tecnica che è stata presentata al Comune di Bergamo: "il sistema è potenzialmente in grado di integrarsi con unità audio che consentono la riproduzione sonora dei rumori ambientali provenienti dal luogo videosorvegliato") che viene registrata tramite sistema DVD, pratico e indeteriorabile. Importante è notare come tutte le telecamere dislocate sul territoriosiano connesse ad un computer centrale in grado di gestire fino a 1024 telecamere simultaneamente e può essere collegato ad un satellite che è in grado di trasmettere e registrare dati in archivi. Il computer è situato presso una centrale operativa gestita da operatoridella Fidelitas situata in una specie di bunker con stanze stagne, porte blindate, sistemi di sicurezza e protezione sofisticatissimi, materiali all'avanguardia per qualsiasi evenienza (anche bellica!).
tratto da www.accecalo.too.it
Per avere invece una visione più approfondita sulle potenzialità ed avere qualche informazione tecnica più dettagliata:
Leggi il dossier di spialaspia.
VIDEOSORVEGLIANZA E CONTROLLO PREVENTIVO
L'"allarme sicurezza" è, ormai da anni, sempre al centro del dibattito politico, periodicamente esplodono emergenze relative a "clandestini", "bande di stranieri" o"boom di microcriminalità". Le istituzioni per rassicurare i cittadini sulla loro sicurezza, tema centrale di ogni campagna politica degli ultimi anni, elaborano nuove forme di controllo sociale. Una delle ultime tecnologie applicate è la videosorveglianza: un sistema di sofisticatissime telecamere TVCC (*) orientabili a 360° e fonosensibili, in grado di registrare ogni anomalia nel raggio di 200 metri. L'adozione di queste nuove apparecchiature, tralaltro costosissime, viene sempre più attuato dalle amministrazioni cittadine (da anni è installato il sistema a Bergamo, Trento... mentre ora è in costruzione a Vicenza, Bologna...) ma anche, curiosamente, in paesi della provincia come Schio e Thiene. Questo fatto è assai curioso, poichè qui non è così evidente una criminalità diffusa, infatti lo slogan per Schio è stato: "fermiamo le bande di vandali"; per cui lo scopo reale è CONTROLLARE la devianza generica, che si manifesta con reati di piccola entità (vandalismo, ubriachezza, schiamazzi..), non sconfiggere la criminalità in sè. E' infatti dimostrato come uno degli effettivi obiettivi di questo "grande Fratelllo elettronico" è il controllo preventivo dei comportamenti atipici e devianti, più che la repressione; si vorrebbe far sì che le persone, consapevoli di essere controllate modifichino inconsciamente il proprio comportamento abituale. Questo riusulta evidente in una città dove la videosorveglianza è installata da più tempo, Trento, dove recentissima novità è la possibilità di vedere le immagini riprese (senza zoom ovviamente) direttamente su internet, questo, che viene spacciato per un servizio al cittadino in realtà vuole essre l'estremizzazione di "tutti controllano tutti e il singolo uniforma i suoi comportamenti a quella che è la normalità e adeguatezza collettiva." Inoltre la videosorveglianza viene usata dalla polizia per monitorare le zone considerate a rischio, non solo le celebri "roccaforti dello spaccio" ma soprattutto i parchi pubblici dove si trovano gruppi di migranti e anche nei luoghi di concentramento dei cortei e manifestazioni, tutto questo per schedare ogni individuo considerato POTENZIALMENTE deviante o pericoloso solo perchè straniero o manifestante. Questa è la società del controllo dove la tua colpevolezza è segnata prima di compiere alcun reato.... ACCECHIAMO IL GRANDE FRATELLO!!!
CONTROLLO TOTALE
Le città contemporanee (sistema composito di elementi architettonici, struttura di valenze e valori stratificata, attraverso regole economiche che intervengono non soltanto nell'aspetto organizzativo ed estetico ma soprattutto nelle condizioni di mobilità e fruibilità della struttura urbana stessa) rappresentano i laboratori di sperimentazione della società. Sono i luoghi dove vengono messe in atto tutta una serie di strategie atte a modellare la realtà in base a volontà politiche. Ecco come questo modello associativo tipicamente moderno creerà per esempio, tramite la speculazione edilizia, dei ghetti abitativi per i migranti, rinchiudendoli in quartieri svalutati dal punto di vista immobiliare facilmente individuabili, oppure eliminerà le aree verdi per fare posto a nuovi modelli per passare il tempo libero e consumare merce (materiale e immateriale): ecco così megacinema, centri commerciali e quant'altro i suburbi del nord Italia ci forniscono. Nelle città si mettono anche in atto tutte le sofisticate tecniche urbanistico-poliziesche di controllo sociale: la novità in questo campo è il sistema TVCC, già sperimentato (con scarsi risultati) nell'Inghilterra anni '80 per il controllo degli stadi e degli hooligans e nella Francia dalla fine degli anni '70.
Le telecamere TVCC - capaci di ruotare a 360°, con zoom ottico molto preciso, orientabili a seconda del sonoro, ecc.. - rappresentano uno degli ultimi ritrovati per quello che riguarda la tecnologia applicata al controllo sociale. Saranno in grado di riprendere e segnalare qualsiasi anomalia: da un uomo che corre a chi alza un po' la voce, scrutando in maniera indiscreta qualsiasi movimento di qualsiasi persona. Il Grande Fratello è quindi arrivato, ma il gioco si è fatto grosso: per ora i circa 120.000 cittadini di Bergamo prenderanno il ruolo di Mascia, saranno coinvolti in un programma televisivo di dimensioni gigantesche loro malgrado.
Ogni gesto verrà visto, le nostre immagini verranno registrate, memorizzate e poi chissà, modificate e utilizzate in altri modi. Agghiacciante.
ORIGINE E MOTIVI DELLA VIDEOSORVEGLIANZA
Cerchiamo di capire un po' meglio i passaggi che hanno portato a installare delle telecamere. Non è una sorta di voyuerismo del potere che ha spinto i politicanti bergamaschi a compiere questo passo: sicuramente centra qualcosa anche il fatto che il sistema di telesorveglianza è gestito da una società "amica" da tempo di Forza Italia, ma di questa cosa ne parliamo in altri punti. Ci interessa cercare di mettere in luce le strategie di controllo in atto.
Un sistema di monitoraggio delle città tramite videocamera nasce in Francia negli anni '70 dopo una campagna stampa sulla richiesta di maggior sicurezza: è normale che i media imbastiscano campagne spesso incomplete e faziose, a seconda della propria parrocchia.
Anche in Italia, per fare un caso a noi più vicino e intellegibile, abbiamo avuto - a intervalli ciclici - l' "emergenza criminalità", ovvero uno spingere dei mezzi di comunicazione verso la creazione di una situazione (quella dell'emergenza e del suo modello tautologico, dove i giornali per esempio riprendono come oggettivi e quindi reali delle dichiarazioni soggettive di attori della situazione) assolutamente ingiustificata in termini statistici ma assai efficace per quello che riguarda il "senso comune" e l'inseguire modelli di "tolleranza zero". Ecco quindi una "giustificazione" a livello mediatico di una strategia di controllo totale, facile e pronta per tutti, pronta a limitare le libertà più essenziali in nome di una "emergenza" ben costruita. Bisogna fare un passo indietro però per capire come si è arrivati a rendere le città il nuovo spazio del controllo: le società disciplinari sono quelle società che, tra il 18° e il 19° secolo fino ad arrivare all'inizio del 20° secolo, organizzano grandi ambienti di reclusione e di organizzazione dei corpi nello spazio: famiglia, scuola, carcere, fabbrica, ospedale, caserma. E' il carcere che serve da modello analogico: concentrare, suddividere nello spazio, ordinare nel tempo. Il tutto in facendo in modo che il carceriere possa vedere senza essere visto: alla fine del 1700 John Bentham aveva già teorizzato il modulo base di questo sistema, applicato alle prigioni. In una struttura ad anello le celle (e di conseguenza i prigionieri) erano tutte visibili dal carceriere, situato in un corpo centrale interno all'anello, mentre i condannati non potevano vedere il guardiano dato che era protetto da delle finestre translucide. Ora abbiamo una società non più basata principalmente sulla disciplinarizzazione dei corpi ma bensì sul loro controllo all'area aperta, attraverso forme e sistemi ultra rapidi e sempre "in divenire". Ecco che abbiamo quindi la fusione del sistema Panoptico di Bentham con delle tecnologie sempre più capillari, sempre più sofisticate. Saremo schedati e controllati, diventeremo sempre più campione statistico (già le telecamere attive nei supermercati servono a quello, non tanto ad evitare i taccheggi ma a verificare le reazioni del cliente di fronte ad un dato prodotto, in modo da studiare sistemi di pubblicizzazione ad hoc), la nostra immagine verrà ripresa e filmata senza il nostro consenso e senza un'autorizzazione giudiziaria per delle indagini precise (al massimo ti mettono due cartelli gialli ad indicare che l'area è sotto controllo), la nostra posizione all'interno della città sarà verificata da guardie giurate. Siamo tutti potenziali sospetti e trattati come tali.
La consapevolezza di essere osservati arriverà poi a condizionare i comportamenti delle persone: questa consapevolezza stabilisce il rapporto disciplinare e di potere, ci impedirà di ridere, piangere, cantare, ballare in pubblico per non essere additati come "sospetti" e ci renderà, oltre che autocontrollati e quindi funzionali ad una serie di comportamenti richiesti dalla società, docili e spersonalizzati. Questa nuova tecnica di controllo servirà poi all'esclusione ancora più sistematica e crudele delle fasce più deboli della società: la "tolleranza zero" fagocita, cannibalizza, tutti quei soggetti sociali non conformi al nuovo assetto "globalizzato" economico e politico.
La criminalizzazione di questi soggetti passa anche attraverso l'occhio vigile delle telecamere: già la polizia ha ormai adottato una prassi che consiste nell'impiego quotidiano dei reparti mobili nel presidio di strade e quartieri, prassi spesso definita come operazioni di bonifica che assumono i caratteri della militarizzazione del territorio urbano. Così come nel caso di questa "invasione" di forze dell'ordine, obiettivo privilegiato di queste operazioni è quello di sgomberare lo spazio urbano dalle presenze non consone al nuovo assetto di attività economiche e della nuova rappresentazione della civiltà umana della maggioranza della popolazione (quella che conta, quella che ha più eco nei media, quella che sposa la logica della massimizzazione dei profitti e dunque non tollera gli sprechi tra cui l'esclusione sociale).
In più, come già detto, le telecamere agiscono nel livello del subconscio con una normalizzazione dei comportamenti e delle emozioni attraverso l'autocontrollo imposto dalla gessatura di un occhio indiscreto. Abbiamo definito un bel quadretto, "1984" (un "occhio" emanazione del potere che ti scruta in tutto quello che fai) è ormai realtà pronta ad essere applicata (meglio, venduta, dato che la telesorveglianza muove giri di miliardi) nelle nostre vite quotidiane.
Il Grande Fratello ricomincia, questa volta gli attori sono finalmente presi dalla strada e la regia - incurante della privacy e di libertà essenziali - è pronta a mandarlo in onda.