14 settembre: visita alla sede della Croce Rossa di Molino Nuovo a Lugano.
Questa mattina poco prima di pranzo, abbiamo reso visita agli uffici della Croce Rossa di Lugano per smascherare le politiche di segregazione e razzismo attuate nei centri per richiedenti d’asilo da loro gestiti (in Ticino: Camorino, Cadro, Paradiso e Castione). Centri che i gestori – in particolar modo la loro responsabile del settore asilo Josiane Ricci – definiscono “d’accoglienza e d’integrazione”, ma che come dimostrano le testimonianze delle persone rinchiuse nel bunker di Camorino, sono dei luoghi dove gli agenti di sicurezza, i dipendenti della Croce Rossa e la polizia dettano legge a suon di ricatti, punizioni e violenze sia fisiche che psicologiche.
Con megafono, striscione e volantini (vedi allegato), siamo entrate/i negli uffici, mettendo bene in chiaro le responsabilità della Croce Rossa e portando solidarietà e vicinanza a chi è costretto a subire la vita di segregazione in tali campi.
Allo stesso modo abbiamo voluto rendere evidente la complicità nelle deportazioni della Croce Rossa. Ultimo caso quello della donna eritrea e dei suoi due figli, di cui una gravemente ammalata e in sedie a rotelle, avvenuto giovedì mattina all’alba dal centro di Cadro. Senza preavviso alcuno, la donna è stata ammanettata e “presa a carico” con la forza dagli agenti di polizia, per essere deportata assieme al figlio e alla figlia verso Zurigo, per infine essere rimandata a Brindisi, senza nessuna assistenza medico-sanitaria.
Il silenzio è complicità, continuiamo a premere e a lottare contro razzismo, segregazione e isolamento.
Per la chiusura di tutti i bunker, campi e prigioni, per la fine di ogni tipo di espulsione!
Solidarietà e complicità con tuttx le/i migranti.
SpalancaFrontiere
Testo del volantino distribuito:
Croce Rossa complice di razzismo e segregazione! Contro ogni bunker e ogni prigione!
Nascondendosi dietro la sua facciata di organizzazione umanitaria ed assitenziale, la Croce Rossa gestisce “centri di accogilenza” e centri di espulsione per migranti in Svizzera e all’estero. Quello che la Croce Rossa spaccia all’opinione pubblica come “volontariato”, accoglienza ed aiuto umanitario, è in realtà un ricco business fondato sulla segregazione ed il razzismo.
In Ticino, la Croce Rossa, che si è aggiudicata i fruttuosi appalti per la gestione del bunker della Protezione Civile di Camorino e altri centri “di accoglienza”, lucra sulla pelle di centinaia di persone che fuggono da situazioni di repressione, guerra e povertà.
Assieme ad agenti della Securitas, Rainbow e altre aziende di sicurezza, i dipendenti della Croce Rossa controllano ogni aspetto della vita delle persone alloggiate nei centri. Chi vive nel bunker di Camorino ad esempio parla di condizioni simili ad un regime di semi-prigionia: perquisizioni all’ingresso, coprifuoco serale, mancanza di finestre, caldo soffocante in camerate sovraffollate senza alcuna privacy, cimici nei letti, obbligo di pernottamento per ricevere l’indennizzo giornaliero (3 franchi), ricatti, umiliazioni e violenze da parte di agenti di sicurezza e polizia sono all’ordine del giorno.
Inoltre la Croce Rossa partecipa attivamente alle espulsioni delle persone che ricevono delle risposte negative alla loro richiesta di asilo in Svizzera, dando una parvenza umanitaria a delle vere e proprie deportazioni.
Sul suo sito internet, la Croce Rossa mette bene in evidenza i suoi pincipi fondamentali: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità, universalità. Come spesso accade, “neutralità” è sinonimo di complicità con chi detiene il potere in una determinata situazione, in questo caso lo Stato svizzero, nello specifico la SEM (Segreteria di Stato della Migrazione) e la sua politica migratoria razzista fondata sulla chiusura delle frontiere, sulla velocizzazione delle procedure di asilo e delle espulsioni.
Se non c’è dubbio che molti/e volontari/e della Croce Rossa sono animati/e da intenzioni rispettabili, è altrettanto vero che chiudeno gli occhi su cosa fa la struttura di cui sono parte. Li/e invitiamo ad aprirli.
È necessario contrastare questo sistema, le aziende ed istituzioni che ne traggono profitto, chiunque voglia negare la libertà a ogni essere umano e cominciare a spezzare l’isolamento.
Da sempre esistono esseri umani che migrano e quelli che oggi, nel sistema capitalista in cui viviamo, riescono a varcare le frontiere della fortezza Europa, fuggono dalle condizioni di vita intollerabili create da quella sete di potere di Stati e multinazionali, che si traduce in guerre, saccheggio delle risorse e sfruttamento delle popolazioni. La storia si ripete, e oggi più che mai il fatto che la ricchezza di alcuni si fonda sullo sfruttamento di altri/e è sotto gli occhi di chiunque abbia l’onestà di vedere. Il colonialismo non è un retaggio di un triste passato, ma ha solamente cambiato faccia.
Chiudere i bunker! Rompere l’isolamento! Liberi/e tutti/e!
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