[16.12.2003] Corriere del Ticino – Il Molino dovrà uscire dallex macello
■ Cesserà il 31 dicembre la permanenza del centro sociale autogestito allex macello di Lugano. Questa, almeno, é linterpretazione del Municipio alla risoluzione approvata ieri sera ( con 26 sì, 12 no e 7 astenuti) dal Consiglio comunale.
Dopo aver scartato altre tre proposte più morbide fra le quali quella di portare al voto consultivo i cittadini di Lugano sullopportunità di dare in gestione lex macello al centro sociale autogestito il legislativo ha infatti aderito alla risoluzione proposta da Paolo Sanvido ( Ppd), Umberto Marra ( Udc), Mario Borradori ( Lega) e Luciano Fornara ( Plr) che chiede di « ripristinare sullarea dellex macello la completa legalità il più presto possibile, ma al più tardi entro il 31 dicembre 2003 » . Che per lesecutivo significa sgombero immediato. Conclusa la votazione, il sindaco ha precisato che il Molino dovrà lasciare lex macello entro fine mese. Irritato, Giorgio Giudici ha anche espresso parole di disapprovazione verso il Consiglio comunale accusato di « ipocrisiatotale». Un giudizio pesante accolto con un applauso dalla folta delegazione dei molinari che ha assistito alla seduta e dal gruppo socialista favorevole alla linea del dialogo con il Molino. Le considerazioni del sindaco non sono cadute nel vuoto. Il capogruppo della Lega dei ticinesi, Michele Foletti, ha rimproverato alla compagine municipale di non aver mai raccolto le sollecitazioni avanzate dai banchi del Consiglio comunale in merito alla presenza dellautogestione sul territorio comunale. In sostanza, Foletti ha accusato Palazzo civico di aver trascinato la situazione per le lunghe e ora « ne paga le conseguenze » .
I molinari presenti al palazzo dei congressi erano piuttosto disorientati, come daltra parte gli stessi consiglieri, molti dei quali probabilmente non hanno valutato a fondo le conseguenze della loro scelta. Esattamente un anno fa, lex macello pubblico era stato offerto dalla Città come soluzione provvisioria dopo che il centro sociale era stato sloggiato senza tanti complimenti dal Consiglio di Stato dalla sede precedente al Maglio di Canobbio. I giovani si erano riversati nelle strade del centro dando vita a manifestazioni di protesta sempre più numerose, ma mai violente. In questo clima, lautorità cittadina aveva indicato la soluzione del macello, in attesa di trovare con il Cantone una soluzione definitiva. Per contratto, la presenza del Molino nel vecchio stabilimento industriale in viale Cassarate si sarebbe dovuta concludere il giugno scorso, invece, in mancanza di sedi alternative, di proroga in proroga, la permanenza del centro sociale si è trascinata fino allautunno inoltrato con la prospettiva di ulteriori rinvii.
Giudici ha sfogato la sua delusione anche verso il Consiglio di Statoei« suoi portaborse » che, risolto il problema del Maglio, « se ne sono lavati le mani » . Un giudizio largamente condiviso dal Consiglio comunale.
La scelta del ripristino della legalità ha prevalso su tre altre soluzioni. Quella del Municipio è stata formulata solo ieri pomeriggio dopo la consegna delle 4 mila firme a sostegno della petizione del Molino tesa ad ottenere lex macello almeno per altri 5 anni. Lidea dellesecutivo era far votare i cittadini di Lugano su questa ipotesi per avere una doppia verifica. La proposta ha ottenuto solo 11 voti. Solo quella del PS ( eposta da Nicoletta Mariolini) di proseguire sulla via dialogo con lobiettivo di giungere anche a tappe ad una soluzione che contempli una sede definitiva per il Molino, ha raccolto meno preferenze ( 7). I capigruppo Ppd e Plr, Simonetta Perucchi Borsa e Rocco Olgiati, hanno invece difeso invano una via intermedia: il Molino resta allex macello fino al 30 giugno 2004 in un quadro di legalità, in attesa di individuare unalternativa. La Lega era daccordo per il voto popolare purché riguardasse il principio dellautogestione.
In tarda serata, il Consiglio comunale ha approvato con 31 sì ( Plr e Ppd) e 14 no ( Lega e Ps) il progetto per la trasformazione in SA dellazienda aeroportuale.
Inizialmente, il pacchetto azionario sarà interamente detenuto dalla Città, poi una parte verrà ceduta al Cantone che ha manifestato linteresse per una sua partecipazione nella società che assumerà la gestione dello scalo. Via libera, infine, anche ai conti 2002 di unaltra società anomina partecipata, la AIL SA.
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