[3.06.2004] Giornale del Popolo – Un intero quartiere sta per essere demolito
Un intero quartiere quello delle Caragne di Molino Nuovo sta per essere demolito e, come sempre accade in casi piuttosto estremi come questi, si sono formati due partiti: da una parte quello della cancellazione, che punta a intervenire subito in nome del diritto acquisito, visto che gli otto stabili del quartiere gli appartengono; dallaltra quello della resistenza, che vota per il mantenimento almeno pro tempore della situazione attuale. Da una parte cè Gianni Facchini, amministratore degli stabili di proprietà della famiglia Fabbroni; dallaltra cè Sabrina Bianchi, dal 2001 animatrice, direttrice e quantaltro della Casa Laboratorio Inti e dellasilo libertario Giramondo. Da una parte le ragioni razionali della praticità, dallaltra quelle del cuore. La disdetta è comunque arrivata, bella ( o brutta) e concreta: il 30 giugno bisogna liberare gli spazi. Intanto ieri è partita una petizione a difesa di asilo e laboratorio. Due idee, due punti di vista a confronto.
Le ragioni della razionalità « Non pagano laffitto ci dice Gianni Facchini e questo basterebbe a dimostrare che devono andarsene. Cè un contratto ben definito: in tre anni che sono dentro hanno pagato un solo mese di affitto e ora ho deciso di buttar giù tutto, come del resto è nel mio diritto. Chiaro che reagiscono così: un altro posto gratis non lo trovano di certo. Ma io che centro? Intervenga il Cantone o la Città. Ci sono strategie aziendali precise e la domanda di demolizione risale ormai a due anni fa. Lintervento era previsto in un primo tempo per luglio, durante le vacanze scolastiche, considerato che nelle vicinanze cè una scuola: con ogni probabilità abbatteremo tutto, lasciando in piedi solo la casetta che ospita lasilo e il laboratorio, che verranno demoliti in un secondo tempo. Nessun altro ha fatto storie: noi non facciamo pagare laffitto a nessuno e soltanto loro hanno voluto un regolare contratto, che non hanno rispettato. Cosa faremo lì? Il sedime è in vendita: abbiamo due o tre proposte, valuteremo. Lo dico sin dora: non si faranno certo parcheggi. Ma sono trentanni che i palazzi sono vuoti e adesso sono pure pericolosi: la cosa non può più andare avanti così. Mi spiace conclude Facchini ma i fatti sono questi » .
Le ragioni del cuore « Il quartiere delle Caragne ci dice Sabrina Bianchi è uno degli ultimi spazi della vecchia Lugano, dove oltre alla Casa Laboratorio Inti e allasilo Giramondo, fraquentati da parecchi bambini, ci sono magnifici alberi, orti e giardini: tutto ora rischia di finire sotto le ruspe. Non essendoci per il sedime alcun progetto, larea rischia di rimanere per anni un vuoto e polveroso cumulo di macerie.
Ancora una volta un ennesimo caso di selvaggia speculazione edilizia. Sì è vero, abbiamo pagato un solo mese daffitto, ma avevamo concordato un comodato verbale, viste le grosse spese che avevamo sostenuto per rendere vivibile la casa e non potendo realizzare il nostro iniziale progetto di cooperativa di lavoro: non avevamo entrate e allora ci siamo messi tacitamente daccordo e non per nulla non abbiamo mai ricevuto precetti esecutivi. Non siamo per il non abbattimento: vogliamo che si intervenga soltanto quando verrà messo nero su bianco un progetto alternativo concreto. Rivendichiamo la possibilità di vivere in una città fatta di spazi verdi e di incontro, la salvaguardia del patrimonio culturale testimonianza della realtà rurale ticinese ( e la ex Casa Flaviana che ci ospita lo è) e il diritto di lottare per ottenere un cambiamento nella politica sugli spazi.
Facciamo un appello alla Città » . Due punti di vista molto diversi. A voi lardua sentenza. A luglio comunque si demolisce. ( GAB)
Lascia un commento