Bollettino PS Lugano – Molino: il polo dellaggregazione sociale e della cultura alternativa luganese
Il Molino dispone attualmente di circa un terzo dellex-Macello, parte del complesso che si articola in una serie di spazi autogestiti e risistemati: la fiaschetteria con palco per concerti e mostre; il magazzino del materiale da riciclare; la grande sala per concerti, spettacoli teatrali e altri eventi; il locale della radio, che diffonde via Internet; lInfo shop, dovè possibile acquistare CD e libri, e dotato pure di un archivio, della biblioteca e di una cucina, aperta al pubblico il fine settimana; lo spazio Cinema e conferenze, e lo spazio ufficio, dove si svolgono le assemblee del lunedì, lorgano decisionale del C.S.O.A.
Dallincontro è emerso in tutta la sua evidenza il senso di precarietà e di insicurezza che connota lesistenza del Molino fin dalla sua nascita, una precarietà dovuta alla provvisorietà della sistemazione logistica, quindi allimpossibilità di dare un assetto accettabile alla struttura, e alle difficoltà di comunicazione con il Municipio. Se ci sgomberano, dove andiamo?, ci è stato chiesto nel corso dellincontro. Per contro, cè piena disponibilità a regolarizzarsi, anche per dare continuità allo sviluppo delle attività del Molino. Sviluppo oggi frenato dalla provvisorietà della situazione generale.
I rappresentanti dellautogestione luganese si sono pure espressi a favore dellattuale ubicazione, centrale e quindi ideale per le loro attività, e anche piena disponibilità a coabitare sotto lo stesso tetto, lex-Macello ristrutturato nel suo complesso, con altri attori sociali e culturali della realtà cittadina, come associazioni o.n.g. e compagnie teatrali. Altro punto fermo: non si va via dallex-Macello, è stato detto, senza una sede alternativa definitiva.
Ma che cosè un centro autogestito? Qual è la filosofia dellautogestione?
Guardando in prospettiva storica, il termine autogestione, nella sua accezione più limitata, indica un esperimento molto preciso, quello nel quale i lavoratori, i protagonisti, sono investiti del potere di scegliere le strategie e lorganizzazione della produzione e della distribuzione del prodotto. I primi esperimenti risalgono alla Comune di Parigi del 1871. In tempi più recenti, lautogestione di poli produttivi nella Jugoslavia di Tito, i Kibbutz israeliani. Nella scia del 68, ovunque, in Europa e oltre Atlantico, sono nate esperienze di autogestione di aziende.
Esperienze diverse, però, nella sostanza, da quelle che a partire dagli anni 80 porteranno alla creazione di centri sociali occupati autogestiti (C.S.O.A.), come per esempio il Leoncavallo di Milano. Strutture tollerate, talvolta sgomberate con la forza, altre sovvenzionate dallente pubblico. Spesso è la precarietà il denominatore comune di tali esperienze.
Sul sito www.ecn.org/molino si evince che lautogestione va intesa come lalternativa a questa società alienante; lautogestione è partecipazione attiva e diretta alla costruzione della propria esistenza sia sul piano decisionale nonché pratico
.
Già nellagosto 2002, sullorgano Il Molino, periodico antagonista di controinformazione, dopo 6 anni di vita e attività, il C.S.O.A. rilevava che oggi, davanti ai continui tentativi di gettare fumo su unesperienza che si è sviluppata alla luce del sole, vorremmo invitare tutti
a scoprire Il Molino
Lofferta culturale e sociale fuori dalle leggi del mercato è interessante, lo dimostrano le migliaia di persone che vi passano ogni mese, per venire a teatro o ad ascoltare un concerto, per cenare o bere qualcosa in compagnia, ad un prezzo politico, per partecipare ai gruppi di lavoro o allassemblea di gestione
Al Molino la necessità di lavorare alla costruzione di un mondo diverso è molto forte. Questo sentimento si traduce quindi nellorganizzazione di manifestazioni, nella pratica della solidarietà internazionale e nella diffusione di analisi e informazioni indipendenti
.
E quanto succede, con piena legittimità e con finanziamenti pubblici, a Bienne (la Coupole, 114 mila franchi allanno dalla città), a Ginevra (lUsine, acqua e luce gratis, 400 mila fr. di finanziamento annuo), a Basilea (la Kaserne, finanziamenti dellordine di 1,3 mio allanno), a Berna (la Reithalle, aiuti pubblici, anche per la ristrutturazione del centro e per la gestione annuale), a Lucerna (Boa /Sedel, sui 250 mila franchi allanno di sovvenzioni), a Zurigo (Rote Fabrik, aiuti pubblici di 2,062 mio di fr. allanno).
A 25 anni esatti dal Opernhauskrawall a Zurigo, è tempo che lautogestione luganese, ma anche di altri centri del Cantone, trovi legittimità politica e una sede adeguata e definitiva per svolgere la propria attività.
Rolf Schürch
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