Ex Macello di Lugano demolito, stupore e rabbia da Visarte
Il comitato critica la mancanza di sensibilità delle istituzioni sorde ai ‘ripetuti appelli provenienti da diverse associazioni culturali’
laRegione
La demolizione di un edificio dell’ex Macello di Lugano non ha lasciato indifferente il comitato di Visarte-Ticino (Erika Diserens, Al Fadhil, Matteo Fieni, Cosimo Filippini e Yvonne Weber) che, in una nota, prende posizione rivolgendosi in particolare a tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni culturali del cantone. Una presa di posizione che comincia con un invito di apertura al dialogo: “Ci uniamo al sentimento frammisto di stupore e rabbia, scaturito dalla violenta deriva che ha innescato l’abbattimento di parte dell’area ex-Macello di Lugano lo scorso 3o maggio. Luogo “green”, voce del dissenso e simbolo dell’autogestione della svizzera italiana, metafora della biodiversità culturale del nostro cantone. Un’idea ‘ambientale’ da proteggere”.
Assenza di un progetto culturale inclusivo
Il comitato non nasconde il sentimento di allarme percepito da tempo “per quello che stava succedendo nel meccanismo e nella mentalità culturale delle istituzioni, per via delle lacune che si protraggono da almeno un ventennio. Sia come associazione che come artisti abbiamo constatato l’assenza di un progetto culturale inclusivo che si possa considerare all’altezza delle esigenze attuali. Crediamo che questa situazione sia stata innescata dalla mancanza di sensibilità da parte delle istituzioni nell’ascoltare gli appelli provenienti da molte associazioni come la nostra, che chiedono da tempo di essere incluse maggiormente e poter fornire un contributo alla filiera delle decisioni che riguardano il disegno della politica culturale. Quel disegno che, in qualità di associazione di artisti, immaginiamo per la scena collettiva e nel rispetto dei numerosi attori culturali non istituzionali presenti sulla nostra piazza”. Secondo Visarte, “questo è un nodo essenziale da sciogliere per favorire un clima di serenità sociale che passa innanzi tutto dall’apertura di spazi ed interstizi per giovani (e non) in cui sperimentare nuovi paradigmi culturali, forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti che assicurano l’esperienza non solo artistica, ma comunque libera e che permetta l’innovazione mentale di tutta la collettività coltivando sul territorio quel “humus” necessario all’evolversi di una società plurale”
La proposta: il progetto ‘Calt’
Da queste premesse, l’associazione, “per innescare questo nuovo paradigma culturale e sociale, che purtroppo avevamo invano tentato di favorire, ripresentiamo l’iniziativa già esposta nel 2016 con il progetto “CALT”, per riflettere sulle possibilità di costituzione di un’associazione mantello, sul modello di altre città svizzere, per trovare finalmente quella voce comune che manca in Ticino. Cosa avvenuta ad esempio con l’Usine Kugler che ha donato una struttura alla scena ginevrina denominata “Fédération des artistes de Kugler” e che sostiene questa iniziativa”. Il comitato di Visarte invita “a cercare in ognuno di noi, e di voi, la volontà di generare quella energia costruttiva congiunta, che possa agire come antidoto, portandoci a immaginare uno scenario per un presente culturalmente intrigante. Augurandoci di trovare una via congiunta per plasmare questo progetto culturale, vi invitiamo a valutare anche questa possibilità”. Chi fosse interessato è invitato a mettersi in contatto con l’associazione.
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