La terribile verità
Inedito: una puntata dello spettacolo TV di Michael Moore negli USA.
A seguire:
Roger è Roger B. Smith, dal 1981 presidente della GM (General Motors), la più grande casa automobilistica del mondo. “Me” è il giornalista Moore, autore di un film in cui racconta come e perché per due anni cercò inutilmente di parlare con il primo per indurlo a far visita a Flint (Michigan) dove la chiusura di undici stabilimenti della GM aveva lasciato senza lavoro trentamila operai. Esplicitamente arrabbiato, sanamente fazioso, irresistibilmente umoristico, è un film che serve per capire gli Stati Uniti e i suoi abitanti, il capitalismo e la libera impresa. Nato e cresciuto a Flint, la città della Buick, figlio e parente di dipendenti della GM, Moore (1954) è il continuatore della grande tradizione del populismo di cui ha ereditato anche la demagogia. La trovata portante del emidocumentario gli inutili tentativi per incontrare Roger B. Smith è un espediente demagogico: è impossibile nella realtà ottenere un colloquio con l’avvocato Agnelli senza un preventivo appuntamento. Ma occorre una bella faccia di bronzo per
rimproverare, come fu detto, al David di Flint di ricorrere a qualche trucchetto nell’usare la fionda contro il Golia della General Motors. E un viaggio attraverso la faccia nascosta, occultata e buia degli Stati Uniti e del capitalismo trionfante, un viaggio che diverte e non annoia per nessuno dei suoi 87 minuti.
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