AFRIN: LA RESISTENZA CONTINUA, MA LA CITTA’ E’ SOTTO ASSEDIO. APPELLO ALLA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE
Sempre più critica la situazione ad Afrin, federazione della Siria del nord. L’esercito turco e le bande jihadiste sue alleate sono sempre più vicini alla città, che è ora praticamente circondata nonostante la strenua resistenza delle Forze Siriane Democratiche le quali però dispongono di armi meno potenti e tecnologiche, e soprattutto non dispongono di aerei. Artiglieria e aviazione di Ankara hanno intensificato i bombardamenti sulla popolazione civile in città e nei villaggi intorno.
Gli aggiornamenti con Davide Grasso, nostro collaboratore, autore di “Hevalen, perchè ho scelto di andare a combattere l’Isis in Siria” e già corrispondente dalla Siria del Nord dove ha combattuto tra le fila dello Ypg come internazionale Ascolta o scarica
Bombordate anche le vie d’uscite della città, così da non permettere l’uscita ai civili. Da oggi, lunedì 12 marzo, mattina i raid turchi stanno colpendo strade e quartieri che portano fuori dalla città per tagliare ogni eventuale via di fuga. Nonostate tutto questo la popolazioni di Afrin non scappa. Resiste. Sta nelle strade, organizza la difesa. La violenza turca si materializza anche in altre zone del Rojava: colpi d’artiglieria partiti dal territorio turco, stamattina, anche sul cantone di Cizire.
Il servizio con Luigi D’Alife, autore del docufilm “Binxet – Sotto il confine” Ascolta o scarica
Il Tev Dem, il movimento per una società democratica del Rojava che promuove la rivoluzione confederale, ha chiamato a una mobilitazione generale, a una sollevazione in tutti i luoghi e le piazze del mondo per difendere Afrin. Nel fine settimana ci sono già state mobilitazioni in diverse città nel mondo e altre sono previste in questi giorni. A Torino domenica 11 marzo, nel pomeriggio, in centinaia hanno manifestato contro l’offensiva militare turca e in difesa di Afrin. Sempre nel capoluogo piemontese, nella notte tra sabato e domenica, è stata colpita l’azienda “Microtecnica srl”, una società che produce componenti elettronici per gli elicotteri Kobra di fabbricazione italiana, usati dalla Turchia per attaccare il Rojava. Vergate alcune scritte sui muri e danneggiate, infrante le finestre dell’ingresso. A Manchester, in Inghilterra, centinaia di persone han bloccato per ore i treni nella stazione Piccadilly. A Roma appuntamento lunedì 12 marzo, nel pomeriggio alle ore 17, in piazza Madonna di Loreto.
Sentiamo un estratto della corrispondenza da Afrin di Jacopo, compagno italiano che si trova nella Siria del nord per supportare la rivoluzione, nel quale riporta l’appello alla mobilitazione Ascolta o scarica
Intanto in patria il Sultano Erdogan continua le purghe. Non si fermano in Turchia gli arresti di massa sotto lo stato d’emergenza infinito post-golpe fallito. Nell’ultima settimana, sono state 1.107 le persone detenute in tutto il Paese con accuse di terrorismo. Lo fa sapere il ministero degli Interni di Ankara. La gran parte (740) è accusata di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Altre 262 sono finite in manette per supposti legami con il Pkk curdo. Fermati anche 95 sospetti jihadisti affiliati all’Isis e 10 membri di gruppi illegali di estrema sinistra. Dal fallito golpe del luglio 2016, circa 90mila persone risultano arrestate in Turchia.
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