Ex Macello di Lugano demolito, la Procura: c’era amianto
La Regione Il Municipio: ‘Mai dato luce verde all’abbattimento totale dello stabile’. L’intervento è stato prospettato dalla polizia ma ‘era di natura minore’
C’era l’amianto. Potrebbe aggravarsi l’inchiesta penale aperta sulla demolizione dell’ex Macello, sede degli autogestiti, ordinata dalla maggioranza del Municipio di Lugano la notte tra il 29 e il 30 maggio. Il Ministero pubblico comunica in una nota, “che sono giunti i risultati dei primi prelievi ordinati dagli inquirenti ed effettuati in superficie sull’area dell’ex Macello posta sotto sequestro limitatamente alle macerie. Gli esami hanno confermato la presenza puntuale di alcuni materiali contenenti amianto e idrocarburi policiclici aromatici (PAH) in singoli oggetti che non sono presenti in quantitativi importanti rispetto alla massa delle macerie e dei rifiuti. L’inchiesta cercherà di stabilire se vi sia stata una concreta messa in pericolo dell’integrità delle persone e dell’ambiente al momento dell’abbattimento dell’edificio”. Ancora la Procura aggiunge: “Ulteriori prelievi in profondità sono già stati disposti. In ogni caso, secondo la Sezione protezione aria, acqua e suolo, grazie alle operazioni di messa in sicurezza precauzionale del 02.06.2021, l’area delimitata e sottoposta a sequestro è da considerarsi sicura e priva di effetti dannosi per la popolazione e l’ambiente”.
Il Municipio: l’intervento sull’immobile riguardava solo il tetto
“Nel merito dello sgombero e della successiva demolizione dell’edificio dell’ex Macello di Lugano avvenuto nella notte fra il 29 e il 30 maggio, il Municipio precisa che l’intervento sull’immobile, prospettato verso le 21.30 dalla Polizia per ragioni di sicurezza delle persone, era di natura minore e riguardava sostanzialmente il tetto e non la demolizione completa dello stabile”. In una nota stampa, l’esecutivo conferma l’anticipazione di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi e spiega che quest’ultima opzione non gli è mai stata sottoposta nei giorni precedenti alla manifestazione né la notte dei fatti. Il Municipio non ha quindi mai autorizzato la demolizione completa dello stabile. Al fine di chiarire la dinamica di quanto accaduto, la Città ha deciso di aprire un’inchiesta interna per complementare alle procedure penali e amministrative in corso.
Autogestione, nuova apertura al dialogo
Nel comunicato, il Municipio conferma nuovamente la sua disponibilità a dialogare con tutte le diverse realtà autogestite presenti in città “che negli scorsi giorni si sono fatte avanti e desiderano essere riconosciute e sostenute nelle loro attività. Condizione imprescindibile è quella del rispetto della convivenza civile e delle leggi vigenti. L’auspicio è che approfondimenti e accordi anche su questo tema possano essere condivisi nel quadro di una nuova convenzione. Ciò che ha portato alla decisione di sgombero è infatti stata una serie di derive illegali che la Città non ha potuto, non può e non potrà neanche in futuro tollerare”. Quale possibile sede alternativa, l’esecutivo aveva già avviato approfondimenti per trovare un luogo che potesse sostituire l’ex Macello, per il quale come noto, era stato deciso, prima delle elezioni del 18 aprile, lo sgombero. Il gruppo di lavoro della Città e del Cantone ha identificato, fra altre possibili soluzioni, il sedime del Consorzio Medio Cassarate: i servizi comunali stanno ora portando a termine i necessari studi di fattibilità. Agli occhi della Città, si tratta di un’ipotesi interessante e concreta, che andrà in ogni caso discussa e consolidata con le realtà autogestite presenti a Lugano.
Ok alla mediazione e al recupero degli effetti personali
Il Municipio ritiene opportuna la mediazione fra istituzioni e autogestione che permetta di trovare soluzioni in tempi ragionevoli, accoglie quindi favorevolmente la possibilità – oggetto anche di atti parlamentari in Gran Consiglio – di impostare tale attività; la Città ritiene, in particolare, che il coinvolgimento del Cantone alla ricerca di soluzioni resti necessario. L’esecutivo informa inoltre che a breve la Città organizzerà – nel rispetto delle disposizioni emanate dalla Magistratura – la possibilità di recuperare effetti personali, mobilio e libri rimasti negli spazi dell’ex Macello. Il Centro sociale autogestito del Molino-Csoa occupava, infatti, anche buona parte degli edifici esistenti, il cui accesso è attualmente precluso. In questi spazi sono custoditi beni che potranno essere recuperati. Per la presa di contatto e recupero degli effetti personali si chiede agli interessati di annunciarsi all’indirizzo mail effettipersonali@lugano.ch tramite il quale saranno comunicate le informazioni di dettaglio (giorno, orario, luogo e modalità di recupero).
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