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Sono rientrato da pochissime ore, ed ancora mi pare di
sentire la voce del "Muezzin"(mu'adhdhin)
richiamare i fedeli
alla preghiera in occasione del Ramadan. L'Iraq è una nazione piena di
contrasti, di contraddizioni, di odori forti e penetranti, di colori, a volte,
fortissimi a volte così sbiaditi da rappresentarne quasi l'assenza. Sono
partito dall'Italia con una voglia incredibile di vivere una nuova realtà;
da amante della cultura e della tradizione dei popoli Islamici.
L'occasione di visitare un altro paese Arabo mi riempiva di gioia; questa volta
si trattava dell'Iraq e della sua capitale Baghdad
una delle culle della
cultura Mediorientale; fatta di Mille e una notte e lampade incantate. Questo
desiderio irrefrenabile era velato da paura, timore, incertezza e tant'altro
non mi spiegavo il perché ed invece lo avevo lì, sotto gli occhi:
La televisione ed i Mass-media in generale.
Oggi, dopo dieci giorni vissuti in quella terra mi sento prova vivente, insieme
ad altri musicisti, giornalisti, registi ed operatori, di una verità
completamente diversa da quella che ci propinano ogni giorno giornali ed affini.
Grazie ad una associazione che da anni opera in Iraq (ma anche in Eritrea ed
in altri paesi bisognosi) ed ha nella persona di Tusio de Iuliis un presidente
"d'assalto". L'Associazione "Aiutiamoli a Vivere" ha permesso
che il concerto del 8 Novembre si realizzasse e che si realizzassero numerosi
incontri e visite ufficiali ad ospedali, zone bombardate, borghi popolari e
tant'altro. Il Cielo sopra Baghdad è stata un'occasione unica per creare
nei presenti una nuova coscienza; certo, è vero, tutti noi presenti non
eravamo di certo Filoamericani, ma nessuno di noi poteva immaginare di vedere
e constatare tutto quello che si è dischiuso davanti ai nostri occhi
appena arrivati alle porte di questo "Stato Canaglia".
La gente che abbiamo incontrato è gente vogliosa di conoscere, di scambiare
opinioni, di essere cittadina del mondo, di far parte di uno stato come tutti
gli altri.
Inutile dirvi che la povertà dilaga, che ci sono delle scale sociali
evidentissime, che le medicine mancano, che i bambini muoiono per cose sciocche
come la dissenteria, che la dittatura del Presidente Hussein è una vera
dittatura e tantissimi altri luoghi comuni.
La verità è questa, gli Iracheni sono un popolo fantastico, abbiamo
potuto toccarlo con mano, sentirci amati ed a volte adorati come veri dei, soltanto
perché Italiani e portatori, almeno per una volta di un messaggio di
pace e di un abbraccio fraterno.
Dopo il concerto di Baghdad, una parte della spedizione è ritornata in
Italia (erano arrivati prima di Noi) la Zo.ro.pa Produzioni, Mandara, Cuba Cabbal,
Tusio de Iuliis, Domenico Affinito (giornalista), Mario Balsamo e Paolo "il
Montatore" Maselli(Luna Rossa Cinematografica), I ragazzi di "Butterflies"
(Stefano, Achille, Angy), Michele Stallo ed altri sono rimasti in Iraq per vivere
una delle emozioni più forti della loro vita.
E' la mattina del 10 novembre; si parte presto, alle sei, per Bakouba nella
regione di Dihala ad est di Baghdad. Arriviamo lì verso le 10:00, l'atmosfera
è strana, nello stadio non c'è Nessuno, solo l'effige dell'immancabile
Saddam Hussein. In pochi minuti lo sfondo cambia, migliaia di persone (7.000
almeno) prendono posto nello stadio, il rumore è assordante
ad
un tratto centinaia di militari con armi abbastanza datate presidiano lo stadio
I paramotoristi si librano nel cielo
la gente impazzisce. Noi cominciamo
a suonare
la nostra musica è tutt'uno con le immagini delle vele
in aria. Le ritmiche e le arie della musica del Progetto Mandara sono familiari
alle orecchie dei presenti, battono le mani ed urlano, accompagnano con ovazioni
le peripezie e le figure disegnate in aria da Stefano e compagni. Poi tocca
ai Cuba Cabbal ed al loro Rap ipnotico, ormai di casa in Iraq perché
unico gruppo italiano al Festival di Babilonia.
I paramotori atterrano tra urli ed applausi, la musica finisce, gli applausi
e il calore della gente ci sommergono
è invasione!!!! Migliaia
di ragazzi e ragazze in divisa da studenti ci circondano per avere una stretta
di mano, un autografo o una foto con chiunque di Noi, non importa se tecnici,
musicisti, giornalisti, registi o cosa altro
vogliono noi, vogliono farci
sentire che ci amano perché siamo lì per loro e per i loro diritti
di uomini, contro la "guerra privata"di Bush e Saddam.
Scott Ritter ( Ispettore Onu in Iraq per sette anni e fervente Repubblicano)
dice: "La potenza bellica di Saddam Hussein è ridotta pressochè
a zero. Non c'è nessun legame tra Hussein e Bin Laden e l'Iraq non rappresenta
alcun pericolo per il mondo occidentale al contrario di quanto dice Bush".
Io dico: " Non so se Saddam abbia o non abbia le armi di cui parla Bush,
a me non è dato saperlo; so di certo cha la gente irachena non rappresenta
alcun pericolo per il mondo Occidentale, anzi la loro voglia di vivere, anche
tra mille problemi ,disperazioni e minacce, sarebbe un monito ed una lezione
per molti di noi. Questa guerra, oltre che ingiusta ed ingiustificata, se dovesse
scoppiare, segnerebbe una delle pagine più vergognose della storia!!".
Gennaro de Rosa (Percussionista
Progetto MANDARA)