Qualcuno in buona fede già esulta, qualcun’altro lo fa sfregandosi le mani.
Il TAR ha messo un bel macigno sul malsano progetto Magenta-Ozzero (ex Milano-Malpensa). Non nascondiamo di aver accolto positivamente la decisione del TAR, ma in questi vent’anni di battaglie per la difesa dei territori in giro per tutto il paese abbiamo imparato che i meccanismi che portano alle devastazioni ambientali, sociali e economiche sono ben più complessi e sempre dietro l’angolo. Per questo sappiamo che il pericolo della devastazione dell’abbiatense e del magentino con asfalto, cemento, bugie e tangenziale è ancora possibile.
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Governo, con una spruzzatina di verde e con alcuni enti locali, stanno immaginando, proponendo e preparando il nuovo progetto di Tangenziale. Un nuovo progetto da concertare col fronte del “sì”. “Stiamo lavorando a un altro progetto” dichiara il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli. “Chi era contro dovrà accettare il progetto alternativo (…) sarà necessario fare presto cogliendo l’opportunità del Recovery Fund” dice, sulle pagine del quindicinale “La voce dei navigli”, il magentino Razzano (dirigente metropolitano del PD). Lo incalza De Rosa (capogruppo in consiglio regionale 5stelle) “il progetto ANAS non è bloccato, semplicemente non si farà così com’era stato pensato”.
In tutti questi anni, nei cortei, nei presidi, nelle raccolte firme, nei festival, nelle assemblee aperte, pubbliche e partecipate da centinaia di persone del territorio (e non solo), siamo sempre stati consapevoli e determinati: il pericolo maggiore è “il comitato del forse e del parliamone”, quello per un “progetto nuovo e alternativo”, politicamente così trasversale da consentire, più concretamente di altri, la realizzazione dell’opera inutile e nociva per il territorio a sud ovest di Milano. Per questo, come sempre, confidiamo nell’esperienza e nella coerenza di tutte quelle persone che in tutti questi anni sono state lucide, unite e determinate per difendere questo territorio immaginando un futuro diverso da asfalto e cemento. Difendere i territori da progetti infrastrutturali devastanti imposti dall’alto continua ad essere questione cruciale. Tutelare, migliorare e valorizzare i territori, i paesaggi, l’agricoltura contadina, le culture e le colture locali sono gli indici del vero progresso.
Occorre mantenere la posizione e non cadere nel giochetto tutto “politico” delle scelte e degli accordi necessari e frettolosi, dettati dai finanziamenti “occasionali” profusi a pioggia sugli “eventi”. Capita anche e non solo con questa emergenza sanitaria. Una crisi sanitaria che, in particolar modo in Lombardia, ha la sua ragione proprio nel depauperamento delle risorse ambientali a suon di asfalto, cemento e interessi clientelari che toglie il respiro anche per la mortifera condizione dell’aria che abitualmente respiriamo.
Consapevoli che le risorse economiche pubbliche debbano essere utilizzate per sistemare e migliorare le strade esistenti, per potenziare i servizi pubblici (la Mortara-Milano Porta Genova in primis), per realizzare reti di piste ciclabili d’interconnessione tra i comuni (quando colleghiamo Abbiategrasso a Cassinetta?), per politiche virtuose, intelligenti, per un welfare moderno, per superare la crisi economica, sociale e sanitaria crescente. Per il piacere di esserci. Di esserci sempre stati. Per continuare a costruire relazioni e dare forza a questa comunità che non ha mai smesso di difendere e cambiare il territorio.
NO TANGENZIALE, NO A QUALSIASI PROGETTO di TANGENZIALE
IL PAGIANNUNZ NON SI TOCCA
RETE DI SALVAGUARDIA TERRITORIALE
FOLLETTO 25603