NO A QUALSIASI PROGETTO di TANGENZIALE

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All’assemblea pubblica di venerdì 19 settembre sulla grande opera Vigevano-Abbiategrasso-Magenta, a parer nostro, oltre al solito teatrino politico e alla messa in scena dal 90% delle istituzioni presenti, una cosa importante è emersa ben chiara dagli interventi dell’assesore Regionale leghista Garavaglia: ” la strada la facciamo perchè l’amministrazione di Abbiategrasso è favorevole. Se ci sarà un parere sfavorevole di Abbiategrasso la tangenziale non la faremo e non forzeremo con la legge obbiettivo”.Quindi la questione, politicamente e strategicamente, è semplice : BISOGNA CHE L’AMMINISTRAZIONE DI ABBIATEGRASSO PRENDA UNA POSIZIONE CHIARA CONTRO LA TANGENZIALE. In ogni caso, anche se la regione spinge per realizzare il progetto, sarà difficile per il partito del cemento oltrepassare un movimento deciso, unito, insieme alle amministrazioni, con una posizione determinata per il NO A QUALSIASI PROGETTO DI STRADA.

Solo così c’è la possibilità di fermare il mostro di asfalto e cemento. Il resto, a parer nostro, è roba vecchia (e decadente), scambio di favori, fumo negli occhi e interessi personali. Ci auguriamo pressioni determinate e senza sconti da parte dei movimenti, dei sindacati agricoli e dalle opposizioni sedute in consiglio. Pressioni senza sconti alla giunta Arrara. Sconti che spesso fanno i conti con altre questioni discusse e concertate in altre sedi, non pubbliche.

Fino ad oggi la posizione dell’amministrazione Abbiatense è una posizione mascherata da poca chiarezza e dal temporeggiare in attesa “di un nuovo progetto “(che doveva arrivare a maggio, poi ad Agosto e venerdì l’assssore Garavaglia ha detto che arriva a Novembre!)

Il Sindaco Arrara ha dichiarato che aspetta il progetto definitivo per dire la sua e aprire un confronto con la città, ma il nostro sindaco non ha forse calcolato che una volta che arriva il progetto i margini di revisione sono risicatissimi.

Di fatto, questa posizione, è un SI al collegamento Vigevano-Magenta con “un nuovo progetto infrastrutturale”.

In questo quadro, che apre comunque un’occasione e una responsabilità, ci sembra pericoloso “il comitato del forse e del parliamone”. Sembrerebbe crescere l’idea che la super strada va bene se poco impattante, con incroci a raso o altre mitigazioni. L’abbiamo detto e lo ribadiamo : IL COMITATO DEL FORSE è quello più pericoloso. E’ quello che puo’ consentire la realizzazione di quest’opera.

A tal proposito non ci risulta chiara l’apertura del Sindaco di Albairate Pioltini che si dichiara né per il SI né per il No e invita al dialogo le due posizioni.

A nostro avviso fare un’apertura del genere ci sembra un errore strategico. L’unico tavolo a cui i sindaci devono andare è quello della riqualificazione dell’esistente. Ma forse è questo quello che intendeva Pioltini e noi ci siamo sbagliati. Attendiamo un chiarimento e un ritorno del sindaco di Albarate a un NO deciso accantonando l’infelice uscita “né per il si, né per il no”.

NO TANGENZIALE | NO A QUALSIASI PROGETTO di TANGENZIALE.
Chiediamo che le risorse economiche pubbliche siano utilizzate per riqualificare le strade esistenti, per politiche virtuose, intelligenti, per un welfare moderno, per superare la crisi economica e sociale crescente.

Invitiamo i movimenti e i comitati a portare il NO TANGENZIALE malpensa-magenta-abbiategarsso- vigevano a Milano l’11 ottobre al CORTEO NO GRANDI OPERE | NO EXPO 2015

L’Assemblea del 2 Aprile per la Difesa del Territorio

 

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PAGIANNUNZ DI NUOVO SOTTO ATTACCO | FERMIAMO SUBITO il ” nuovo piano Essedue”‏‏

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Abbiategrasso, 25 km da Milano

Abbiamo appreso dai giornali che l’immobiliare Essedue srl ha presentato al Comune di Abbiategrasso una nuova richiesta di un piano attuativo sui terreni del Pagiannunz (Parco Giardino dell’ Annunciata).
I palazzinari vorrebbero realizzare 15 mila metri quadri di centro commerciale e altri 5 mila di negozi e residenziale.
Si rinnova l’attacco a base di cemento e speculazione a scapito di una delle aree più simboliche per il territorio metrolombardo.

Nonostante le continue incursioni distruttive di Essedue e Contini l’area umida del Pagiannunz sta rigenerandosi in modo sorprendente.

Rinvigorito dalle piogge continue e da oltre un anno di battaglie dal basso: cortei, presidi, turni a protezione dell’area, un rigenerarsi di socialità, comunicazione nazionale, studi, ricerche, rilevamenti.

Natura e la mobilitazione popolare hanno dimostrato qual è la vera destinazione d’uso di quella porzione di territorio: UN PARCO GIARDINO NATURALE. Un’oasi naturale alle porte della città di Abbiategrasso. Una piccola preziosa porzione di territorio, divisa da una strada, dove l’uomo e la natura si riprendono terra e storia: da una parte un orto giardino comunitario e un bosco di salici; dall’altra un’area umida – habitat ideale per specie animali e vegetali anche in via d’estinzione.

Ora la proprietà alza il tiro. Dopo aver presentato un piano faraonico rigettato dall’amministrazione per la presenza dell’area umida, dopo aver cercato di prosciugare l’area umida senza riuscirci, dopo aver finto di coltivare l’area senza risultati degni di qualsiasi standard agricolo, dopo tutto questo consegna presso gli uffici un altro piano attuativo scellerato. Essedue srl vuole acquisire il via libera alla devastazione prima della revisione del PGT.

Nel corso di un anno e più cittadini/e, associazioni locali e non, numerosi/e compagni/e anche da altre città hanno scelto di mettersi in gioco per impedire che una devastante colata di cemento potesse cancellare una porzione di territorio così di pregio. Siamo certi che continueranno a battersi per impedire il “nuovo piano Essedue”. Ma oggi più che mai chiediamo che siano le istituzioni a giocare un ruolo decisivo e coraggioso.

L’Amministrazione Comunale di Abbiategrasso ha 90 giorni per dare una risposta negativa ai signori del cemento. Ci auguriamo che da parte dell’amministrazione Arrara ci sia la forza e il coraggio di fare questo, ci auguriamo un cambiamento sostanziale rispetto all’atteggiamento degli ultimi mesi.

Il silenzio straniante dell’assessorato Colla accompagnato dalle recenti dichiarazioni del sindaco di Abbiategrasso, Arrara, secondo il quale l’area umida non esiste più.

Chiediamo un cambio di rotta radicale dell’assessorato all’ambiente (ci vuole un nuovo assessore più competente e battagliero).

Al Sindaco Arrara consigliamo di infilarsi gli stivali e di andar a verificare di persona lo stato dell’area umida che nonostante i tentativi di prosciugamento con ruspe, trattori e pompe continua a pulsare di vita.

SARA’ UN AUTUNNO UMIDO

NO TANGENZIALE

IL PAGIANNUNZ NON SI TOCCA!

L’assemblea del 2 aprile per la difesa del territorio

 

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GRANDI OPERE e MEGAEVENTI | LIBERIAMOCENE | 11 e 12 ottobre 2014 Milano

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Le cronache e le inchieste delle ultime settimane hanno rivelato un quadro di corruzione e malaffare che lega tra loro mega-eventi e grandi opere, da Expo al TAV, passando per Mose e la ricostruzione post sisma de L’Aquila.
Le lotte territoriali e i movimenti non hanno avuto bisogno dei tribunali per svelare questo legame, da anni denunciamo che dietro questi grandi progetti che devastano i territori che attraversano e drenano risorse dalle casse dello Stato, esiste un filo comune di logiche e soggetti che speculano e guadagnano.

Nonostante le evidenze, la macchina va avanti, ineluttabile destino che prescinde dalla volontà politica. Ed ecco come per magia che spuntano commissari speciali e leggi ad hoc, mentre qualche testa salta. Ma come sempre l’incantesimo svanisce e tutto torna come prima, criminalizzazione e repressione delle lotte comprese.

Milano, proiettata verso Expo2015, è l’esempio di questo.

L’impotenza del supercommissario Cantone e del sindaco Pisapia di fronte a quanto accade sono segnali chiari: i lavori della via d’acqua ancora appaltati alla corrotta Maltauro sono pronti a ripartire nelle periferie ovest di Milano e stanno scatenando le nuove reazioni dei comitati No Canal. Proteste e blocchi contrastano la costruzioni di nuove inutili autostrade e superstrade previste per Expo, secondo un modello di mobilità che ha già consumato milioni di mq di aree agricole e parchi di cintura attorno a Milano e che sembra non avere fine.

Le migliaia di posti di lavoro promessi si sono tradotti per lo più in stage sotto pagati e volontariato, ossia lavoro a gratis, sfruttamento. Con sempre più decisione, però, cresce nel mondo del lavoro precario, esterno e interno, alla confederazione Cgil-Cisl-Uil e nel mondo studentesco l’opposizione agli accordi su volontariato e lavoro, firmati tra i sindacati ed Expo Spa.

In una Milano sempre più da consumare e meno da vivere, vengono sgomberati a colpi di manganelli spazi occupati della città e abitazioni, esperienze di autogestione e riappropriazione nate per soddisfare quei bisogni che una città abbandonata a pavidi imprenditori non considera degni e a cui risponde con la repressione e l’immaginario della città vetrina (Eataly, Porta Vittoria, Expo).

Allo stesso modo i megaeventi diventano i canali comunicativi favoriti per riaffermare la dicotomia di genere, funzionale ad un sistema di crisi. Si normalizzano corpi, identità, favolosità, al solo scopo di creare fette di mercato “pink”, invece che decostruire ruoli ed identità statiche. Attraverso l’istituzionalizzazione di una gay street in via Sammartini a Milano, viene strumentalizzata la presenza di soggetti lgbtq per coprire con il pinkwashing il disegno comunale di pulizia della città, pensando che aprire le porte al turismo omosessuale ricco, maschile e bianco possa essere sufficiente.

Il modello per cui grandi opere ed eventi agiscono è lo stesso e mira all’arricchimento di pochi, a scapito di una collettività varia e molteplice: la corruzione dietro agli appalti, la speculazione sui terreni, l’incontrollabilità del settore edilizio come bacino di arricchimento, gentrificazione di interi quartieri e cementificazione di parchi ed aree agricole sono gli ingredienti che alimentano quel filo comune che lega Expo e Tav, Expo e Mose, Muos e Dal Molin.

Sarebbe ingenuo, quindi, non vedere che questo legame ne sottende un altro: quello della repressione contro ogni forma di dissenso rispetto a queste maxioperazioni. I recenti arresti di tre compagni di Milano incarcerati con pesanti accuse, in continuità con quelli del 9 dicembre scorso e in concomitanza con l’offensiva estiva del movimento NoTav; i provvedimenti repressivi attuati contro centinaia di attivisti del movimento per il diritto all’abitare: tutti questi sono segnali che, tristemente, ne costituiscono ulteriore conferma. Assistiamo ad una tensione sempre crescente sul piano sociale e politico che è solo l’anticipo di quello che sarà l’autunno a livello nazionale. Ci troveremo infatti nel pieno del semestre italiano di presidenza Ue, le riforme autoritarie e liberiste del governo Renzi saranno in fase di realizzazione e a Milano comincerà la volata finale verso i sei mesi di Expo che si inaugurerà il 1° Maggio 2015. Il capoluogo lombardo diventerà, nostro malgrado, capitale italiana ed internazionale dello “sviluppo”, con il suo corollario di ricette e soluzioni per uscire dalla crisi: Expo2015 dovrebbe rappresentare tutto questo, un enorme contenitore dove c’è spazio per tutti e la cui modernità riguarda tutti. Ma noi abbiamo da tempo imparato a riconoscere e smascherare le menzogne, leggendo dietro gli slogan e la propaganda la continuità di quelle politiche economiche e sociali e di austerity che sventrano territori, privatizzano l’esistente, precarizzano vite, sfrattano corpi negando possibilità alternative di governo del territorio, risparmiano sul costo del lavoro e azzerano lo stato sociale.

La sintesi del nuovo modello di società che ci aspetta si regge su tre pilastri: debito, cemento e precarietà in quantità sempre crescenti, e di questo Expo e le grandi opere diventano volano e simbolo, attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche per profitti privati.

Non solo. Cresce la consapevolezza che dietro lo slogan vuoto “nutrire il pianeta” si confermino quelle politiche agroalimentari che negano accesso al cibo e all’acqua, impongono OGM e modelli alimentari utili solo alle multinazionali, tra i primi sponsor dei sei mesi dell’evento Expo 2015.

Un altro dei maggiori finanziatori del mega-evento mostra in questi ultimi giorni il suo vero volto: lo Stato israeliano, che da settimane bombarda e devasta Gaza facendo strage della sua popolazione. Pensiamo che non sia un caso che usi ogni mezzo, apparato e utile occasioni per mistificare la sua natura di Stato occupante e terrorista, in affari con governi ed istituzioni incapaci di imporre alternative alla distruzione/allo sterminio di un popolo.

L’anno che è appena trascorso ha segnato una crescita importante per il movimento NoExpo e in generale per i movimenti sociali di opposizione, non solo per i passi in avanti realizzati, ma soprattutto per la consapevolezza e la capacità di iniziativa di quelle fasce sociali sempre più colpite ed escluse. Smontare e rompere il meccanismo di Expo è un’altra importante tappa cui tutti sono chiamati, proprio per il carattere nazionale dei processi che Expo nasconde: la devastazione, il saccheggio e l’impoverimento dei territori. Ci rivolgiamo a tutti i movimenti, i comitati e i singoli, a chi resiste e a quelli che vogliono costruire una nuova ‘equonomia’ capace di riportare al centro i bisogni delle persone e di fermare la crescente disuguaglianza sociale, per ricomporre le molteplici lotte e costruire insieme un’azione ancora più efficace.

Vogliamo avviare un percorso che porti al 1° maggio 2015 e che vada oltre, lasciando il segno, perchè Expo arriva, devasta e passa, mentre noi viviamo e presidiamo in modo permanente il territorio valorizzandolo con pratiche, partecipazione e alternative concrete.

Sensibili all’agenda politica discussa e uscita negli incontri nazionali tenutisi in ValSusa in queste settimane, i soggetti e le realtà della Rete Attitudine NoExpo hanno deciso di avviare la settimana comune di iniziative con l’appello per una due giorni di mobilitazione contro Expo a Milano, partecipando con lo spezzone territoriale NoExpo al corteo che si terrà il successivo sabato 18 ottobre,nell’ambito della giornata nazionale dei territori resistenti “Stop Evictions – Take the city”.

In particolare convochiamo per sabato 11 ottobre un corteo a Milano, corteo a cui invitiamo tutti i compagni, gruppi,comitati, collettivi,realtà e percorsi vicini alla battaglia politica contro Expo2015 e che in vario modo si sono intrecciati con essa in questi anni, contaminandosi e contaminandola, dentro e oltre la metropoli.
Al corteo di sabato seguiranno domenica 12 ottobre due iniziative: assemblea di incontro, discussione e dibattito per decidere e avviare insieme le fasi della mobilitazione verso il 1° maggio 2015 e nei sei mesi del mega-evento; il secondo incontro sarà su “sovranità alimentare e sovranità sociale dei territori” a RiMaflow.Vogliamo ribadire in questo modo che la mobilitazione non finisce il 1° maggio néil 31 ottobre (data di fine dell’Esposizione), ma si pone l’obiettivo di valorizzare, sedimentare e portare avanti le diverse lotte per il Diritto alla Città contro e oltre Expo.

I compagni e le compagne della Rete Attitudine NoExpo

per info: noexpo@autistici.org

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Il Pagiannunz di Roma: “Parco subito, lago per tutti e cemento per nessuno!”

Un evento speciale dedicato al lago della Snia, il primo lago naturale di Roma, l’unico di acqua risorgiva, un lago nato lì dove c’era la fabbrica della Viscosa, in mezzo ai palazzi di via Prenestina e via Portonaccio, dove i costruttori venti anni fa truccarono le carte, cambiando la destinazione dell’area da non edificabile a edificabile e cercando di realizzare un grande centro commerciale. Ma questa volta i palazzinari di Roma hanno trovato una resistenza inaspettata, la natura si è ribellata, durante gli scavi, quando già erano pronti tre piani sotto il livello della terra e tre piani sopra ecco che le ruspe colpiscono la falda di un fiume sotterraneo, un fiume che porta l’acqua bulicante, famosa a Roma, che dopo una lunga battaglia contro le ruspe riesce a formare un lago di 10.000 metri quadrati con la nascita di migliaia di piante creando un nuovo ecosistema con la presenza di uccelli e animali dell’acqua che diventano il nuovo polmone di una zona ad alta densità di popolazione e altissimo tasso di inquinamento. Tutti gli abitanti dei quartieri intorno alla zona hanno amato subito il lago e ne hanno fatto una battaglia per farlo vivere e diventare pubblico: “Parco subito, lago per tutti e cemento per nessuno!” risuona per le strade ormai da dieci anni.
Il 14 agosto scade il termine dell’esproprio per realizzare il parco desiderato. Ora il sindaco di Roma Marino deve decidere cosa fare: dare il lago alla città, facendo vincere la Roma viva, naturale e meticcia, la Roma del futuro o ucciderlo per fare posto a 4 grattacieli come vuole il costruttore proprietario della zona.
E’ una storia bellissima di resistenza e nuovo ecosistema. Questo lago dobbiamo aiutarlo a vincere perché vogliono rubarcelo, e abbiamo poco tempo.

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