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GIRP - Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Firenze, 19 giugno 2005 INTERVENTO di un compagno della TAYAD (TURCHIA) Anzitutto due comunicazioni: - Il 25 maggio un compagno del DHKP-C in sciopero della fame fino alla morte si è sacrificato immolandosi nella sua cella contro l'ulteriore inasprimento della repressione nelle prigioni, ratificato col nuovo codice penale e di applicazione delle pene. E' il 119° martire del Death Fast; - Ieri nella provincia di Dersim le forze dello stato turco hanno attaccato il congresso del Partito Comunista Turco TKP-ML, e massacrato 17 compagni fra cui il segretario, tutti gli appartenenti al comitato centrale e i segretari regionali. Ringraziamo per l'invito e per la solidarietà ai nostri compagni prigionieri a Rebibbia. Il contributo finanziario, che non è solo tale, è molto importante, ma è ancora più importante la partecipazione al loro processo, il 24-25 giugno a Perugia. In turchia non esistono le gabbie ai processi, come qui. Da noi possiamo toccare e abbracciare i prigionieri. Qui non si può, ma dobbiamo far sentire loro la nostra solidarietà. Vi invitiamo al symposium contor l'isolamento dal punto di vista politico, medico, umano, eccetera, che si terrà il 25-26 giugno a Istanbul. Ci saranno molti rappresentanti della società civile turca e sarà molto importante la partecipazione internazionale, anche perché in turchia è viewtata per legge la solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame. Sulla situazione generale in Turchia: si parla dell'adesione all'UE ma non delle conseguenze per i lavoratori turchi, mentre si moltiplicano gli stratagemmi dello stato per coprire le misure antipopolari e la repressione. Ad esempio il ministro del lavoro, che ufficialmente difende il "sindacato democratico", contemporaneamente attacca e tenta di chiudere il sindacato insegnanti (210.000 membri) perché in un articolo del suo statuto prevede l'insegnamento nella lingua materna. Oppure il ministro dell'interno che dichiara che le associazioni sono da promuovere e contemporaneamente istruisce il processo contro TAYAD, l'associazione dei familiari dei prigionieri politici, e contro le associazioni per i diritti umani, entrambe attigue ai movimenti rivoluzionari e che si batono su basi legali per i diritti. O infine il ministro della giustizia, recentemente schierato contor una conferenza sul genocidio degli armeni, poi vietata. Dal punto di vista della repressione carceraria, se prima la repressione dei prigionieri politici era arbitraria, ora è legalizzata. Da quando è al potere il nuovo partito di governo, l'AKP, sono morti 21 prigionieri politici. Le prigioni turche per i Prigionieri Politici sono ultramoderne, e questa modernità viene usata contro i detenuti. Ad esempio i Prigionieri per assistere a colloqui e processi devono percorrere un corridoio di 50 metri, in cui ci sono 10 check points, posti con l'obiettivo di distruggere moralmente i prigionieri politici, che lottano contro questo sistema: ad esempio rifiutando di mettere le scarpe per non accettare di toglierle 10 volte davanti ai militari. C'è un nuovo regolamento nelle prigioni: si prevedono ad esempio al massimo 3 libri, la censura parziale o totale della posta se contiene parole "sedizione" come "resistenza" o "speranza". Le condizioni dell'assistenza medica sono indignitose, spesso i prigionieri rifiutano di accedervi per non ritrovarsi legati ai letti e via dicendo; così come a volte rifiutano di assistere ai processi per non sottostare per esempio alle condizioni del trasporto. Nell'articolo 8 le prigioni vengono definite come "luoghi di riabilitazione", alias si prevede la possibilità di influenzare, depoliticizzare, distruggere l'identità del prigioniero politico. L'obiettivo è distruggere i legami fra detenuti e con le organizzazioni all'esterno, per distruggere l'identità politica collettiva. Ma i prigonieri politici rispondono che preferiscono morire in piedi che vivere in ginocchio. In un altro articolo di questo nuovo regolamento si prevede il divieto di cantare quando non è "necessario", nonché il divieto di cantare testi politici. I prigonieri politici difendono ogni diritto attaccato dallo stato, a partire anche dal diritto al cibo decente o a cucinare. In galera ci sono compagi artisti, ad esempio membri del gruppo musicale Yorum; uno di loro, costruendo un flauto con l'alluminio delle confezioni di tetrapak ha costruito un flauto con cui ha poi avviato "Radio Resistenza": alle ore 17, da una piccola finestra della cella, canzoni e notizie sulla lotta. O ancora: ogni cella ha un piccolo cortile, coi muri alti 9 metri, e i detenuti riescono a lanciarsi messaggi appallottolati, caricature, vestiti, sigarette, che ogni tanto vengono però rubati dalle guardie. Altro metodo di comunicazione è il "telefono" attraverso le fogne. Complessivamente la situazione non è drammatica nonostante tutto. Sulla comunicazione si è avviato un progetto per costruire contatti fra prigionieri politici a livello internazionale, con una base di lavoro a Bruxelles, ci sono contatti con vari prigionieri fra cui gli Angola 3, Mumia Abu-Jamal, i Cuban 5, e il progetto è sostenuto dalla nostra rivista "La Marcia". Si sta parlando di creare una "internazionale dei prigionieri politici", e questo è un modo per spaccare l'isolamento. Attualmente Ci sono 2 prigionieri in death fast, e un lungo cammino per la difesa dei diritti; la scelta che è stata fatta è di mantenere l'azione del death fast con continuità, con piccoli team. Finche non saranno garantite le conquiste di questi anni (si sta parlando di essere incarcerati in gruppi di 10). Con le loro armi, che sono i loro corpi, i compagni continuano a oltranza, e speriamo che l'eco della resistenzarimanga vivace anche fuori, anche se c'è un bleck out mediatico. Anche perciò invito ancora a partecipare al symposium, e a moltiplicare le iniziative e sostenere le lotte dei compagni in Turchia. |