ASSEMBLEA NAZIONALE per un BILANCIO POLITICO della Campagna 270
Firenze, 20 maggio 2006


INTERVENTO DI LIBERTAD (GERMANIA) PER L'ASSEMBLEA DEL 20 MARZO '06

Non solo è passato molto tempo da1 1999, quando abbiamo organizzato insieme con compagni dall' Italia, dalla Palestina, dal Kurdistan e dal Paese Basco la conferenza "Pacificazione o Liberazione" in solidarietà con i prigionieri politici in tutto il mondo, ma questo mondo ha anche visto profondi cambiamenti. Nel nuovo milliennio sono cambiate le condizioni di vita, le condizioni di lotta e evidentemente anche le condizioni per i prigionieri politici.

La "Guerra contro il terrorismo" ha portato uno stato d'emergenza permanente. Gli USA stanno installando un sistema ramificato di campi di detenzione in tutto il mondo per maltrattare e torturare i detenuti. Le tute arancione dei prigionieri di Guantanamo e "l'uomo incappucciato" di Abu Graib simbolizzano il nuovo prigioniero che non ha più nessun diritto che quello di essere completamente senza diritti. Il governo USA ha creato una rete globale di luoghi nascosti dove i detenuti subiscono tortura e umiliazione. Un arcipelago di galere segrete si estende dai centri abbandonati della Securitate rumena agli hangar polacchi fino alle basi militari dell'esercito americano a Kabul e alle navi da guerra. La CIA americana e l'MI5 britannico hanno sequestrato e deportato persone da vari paesi in questi luoghi fuori legge, nei quali nessuno sa cosa succede. Gli stati europei partecipano attivamente all' "Outsourcing della tortura", i servizi segreti lo chiamano "trasferimento straordinario". Già il 22 Gennaio 2003 al vertice europeo ad Atene è stato approvato un protocollo – presentato dalla Grecia che allora rivestiva la presidenza europea - per regolare "l'accesso alle istituzioni di transito per trasporti di prigionieri degli USA".
A richiesta degli USA questa decisione non è stata pubblicata.
Membri del servizio segreto tedesco e agenti della polizia tedesca hanno interrogato un cittadino tedesco detenuto e torturato in Siria sfruttando la sua debolezza dopo quattro anni di detenzione sotto condizioni inumane.
La Spagna collabora direttamente con gli USA e il governo italiano taceva di fronte al sequestro e alla deportazione illegale dall'Italia di migranti. Il governo greco non è intervenuto per impedire la deportazione di cittadini pakistani dalla Grecia attuata dal servizio segreto britannico.

All'interno delle democrazie occidentali il concetto di sicurezza serve per convertire nella normalità lo stato d'emergenza, questo concetto ci viene presentato come un nuovo strumento standard per governare. A nome della sicurezza per i propri cittadini gli organi della repressione sono autorizzati a sorvegliare ogni mossa e ogni parola. Il nostro codice genetico viene rilevato, i nostri occhi scannerizzati, la nostra comunicazione registrata, i nostri movimenti controllati dai satelliti. Diritti costituzionali, democrazia e il carattere dello stato di diritto sono spariti dai dibattiti ufficiali. Iniziative, partiti e organizzazioni che si oppongono a questo sviluppo diventano bersaglio della repressione loro stessi.

La lotta contro la migrazione illegale lanciata dai paesi dell'UE va di pari passo con la guerra globale contro il terrorismo, concetto utilizzato a livello militare e politico per giustificare la "Fortezza Europa" . Alle frontiere esterne dell'UE il filo spinato divide i centri europei dagli slum globali. Il mediterraneo è diventato la più grande fossa comune d'Europa. Negli ultimi anni 15.000 persone sono annegate tentando di raggiungere le coste dei paesi Schengen. E quelli che riescono ad arrivare nei centri europei subiscono persecuzione, esclusione e negazione dei fondamentali diritti umani.

I nuovi provvedimenti anti-terrorismo puntano innanzitutto contro i migrati e i profughi. Le leggi nazionali anti-terrorismo sono state armonizzate sotto la direzione della Commissione Europea criminalizzando le attività politiche legali di organizzazioni in esilio. Le comunità dei migrati vengono trattate come colonie interne e i migranti stessi come se fossero potenziali terroristi, le loro organizzazioni e i loro movimenti di liberazione vengono inseriti nelle liste nere dalla Commissione Europea. Questi provvedimenti sono atti di razzismo e di guerra. E' una guerra contro la povertà globale, la guerra contro quelli che cercano di sfuggire alla morte e alla miseria. La guerra contro quelli che richiedono che la promessa data dalla comunità internazionale venga realizzata: la inalienabilità dei diritti umani di libertà, uguaglianza e giustizia.

Tutto ciò rende evidente ancora una volta la necessità di perseguire e approfondire il progetto della collaborazione internazionale. In questo quadro il G8 che si svolgerà in Germania nel 2007 sarà sicuramente un punto di riferimento. Le iniziative preparatorie delle attività contro il vertice offriranno un terreno per tematizzare la repressione, il complesso dei campi di detenzione extralegali, la tortura e il legame tra guerra e sviluppo economico-sociale. Vogliamo agire su un livello nazionale e internazionale. Abbiamo già visto nella mobilitazione contro la guerra che siamo in grado di realizzare i nostri progetti sul livello globale. Il G8 sarà una occasione da sfruttare per superare il quadro nazionale nel quale le lotte metropolitane spesso si fermano. Un fatto che va combattuto se vogliamo attaccare la struttura politica che determina l'imperialismo:

"Il tentativo di suddividere l'umanità in razza dominante e razza degli schiavi, in "higher and lower breeds", in neri e bianchi, in cittadini e un potere nero che deve proteggerli" (Hannah Arendt).

Un primo tentativo è stato l'European Social Forum (ESF) dal 4 al 7 Maggio ad Atene. Come "Rete contro la Politica di Sicurezza e contro la Repressione" abbiamo preparato un'assemblea centrale e tre tavoli di lavoro insieme con compagni dalla Grecia, dall'Italia, dal Paese Basco, dalla Gran Bretagna e con compagni di organizzazioni turche e curde. L'obiettivo dell'assemblea centrale è stato di tematizzare i legami politici, culturali e ideologici tra le guerre imperialiste, la persecuzione dei profughi e il razzismo contro migranti in Europa.
I tavoli di lavoro si occupavano della legislazione anti-terrorismo europea, dei prigionieri politici e della criminalizzazione dei migranti. I tavoli dovevano sia offrire la possibilità di approfondire le tesi dell'assemblea, sia servire come momento di collegamento tra le varie situazioni presenti.

La collaborazione nella "Rete contro la Politica di Sicurezza " e contro la Repressione è stata costruttiva, nonostante dei problemi che succedono sempre quando si lavora insieme con compagne/i di diversi paesi, sia a livello dei tavoli che a livello un pò più pratico. Abbiamo, sempre nel quadro della rete, occupato un posto di polizia insieme con compagni dalla Grecia, dalla Francia e dall'Italia per protestare contro la criminalizzazione dei migranti. Inoltre abbiamo presenziato insieme con i compagni baschi e un compagno dell'Irlanda del Nord al processo contro l'organizzazione "17 Novembre".

Complessivamente, senza aver avuto la possibilità di discutere più profondamente, possiamo dire che le nostre iniziative all' ESF sono state un successo. Avevamo ben presente che l'ESF non è un'iniziativa rivoluzionaria ma è un luogo di incontro tra le varie realtà europee che agiscono contro l'egemonia mondiale del capitalismo e contro la Fortezza Europa. Visto che non ci sono molte iniziative a livello europeo è importante, secondo noi, essere presenti anche qui con i propri contenuti.

Vi auguriamo un buon lavoro e vi mandiamo accanto a questo intervento tutta la nostra solidarietà

Uniti contro oppressione e sfruttamento
No Justice – No Peace


Libertad