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ASSEMBELA-DIBATTITO contro il carcere e la repressione
MERCOLEDI' 4 maggio 2005 - ore 21.00 al Centro Popolare Autogestito Firenze sud In Italia, come nel resto d'Europa, l'uso massiccio dell'accusa di reati associativi colpisce chi critica e chi si oppone allo stato di cose presenti. L'impegno sociale e politico di migliaia di persone viene attaccato e denigrato, agitando lo spauracchio della 'lotta al terrorismo', con il fine di isolare, dividere, reprimere, ostacolare ogni forma di solidarietà ed annientare ogni esperienza di opposizione e di lotta. Ed è, infatti, grazie all'utilizzo politico di questi reati che sono stati colpiti antimperialisti, occupanti di centri sociali, sindacalisti di base, lavoratori e disoccupati di tutte le latitudini d'Italia attraverso perquisizioni, pedinamenti, intercettazioni ed arresti. Lo schema di questo reato, infatti, slegato dalla necessità di imputare specifici fatti concreti, consente di incriminare chiunque solo per la semplice appartenenza ad un ambito politico. L'utilizzo politico, però, dei reati associativi in questi anni non ha riguardato solo i cosiddetti 'cittadini' italiani. Numerosi sono stati, infatti, i casi di 'stranieri' accusati di terrorismo internazionali, additati come i mostri di turno da eliminare, sbattuti in carcere e sulle prime pagine dei quotidiani, sulla base di indizi inconsistenti ed in seguito ('quando fortunati) liberati senza clamore e senza una scusa, al massimo un trafiletto, mentre grande risonanza era stata data alla notizia del loro arresto, mentre per la maggioranza meno fortunata c'è ad aspettarli qualche CPT lager italiano. In nome della caccia al terrorista islamico dormiente, abbiamo assistito infatti a ripetute campagne d'allerta su attentati dati per certi ed imminenti, per poi scoprire che non avevano alcun fondamento. Come il caso di Bologna (20/08/2002) quando cinque persone vennero arrestate all'interno della basilica di S. Petronio, con l'accusa secondo la Procura di compiere un sopralluogo per preparare un attentato, il reato di cui vennero accusati fu il solito 270 bis! Sfortunatamente però gli arrestati erano un professore italiano e quattro cittadini marocchini, in visita turistica a Bologna, entrati nella basilica con una videocamera e che chiacchieravano semplicemente in arabo di fronte al famoso affresco che riproduceva Maometto all'Inferno (che, per chi non lo sapesse, per i musulmani è altamente blasfemo!). In meno di 24 ore, dunque, la vicenda si sgonfia, i cinque vengono scarcerati e i media si tacitano. Ancora più scandaloso, ed uno tra gli ultimi in ordine cronologico, è il caso dei 3 immigrati di Milano, arrestati nel 2003 con l'accusa di terrorismo internazionale, ed assolti dal Gup Forleo nel gennaio del 2004 grazie al fatto che le 'attività nell'ambito di contesti bellici non possono essere perseguitate neppure sul piano del diritto internazionale'. Lo scandalo è partito quando la sentenza è stata rimessa in discussione dal tribunale di Brescia, imponendo a due di loro la custodia cautelare con l'assurda motivazione che il 'comune modo di sentire della comunità' non giustifica comportamenti di guerriglia. Questa vicenda ha portato con sé la necessità di allargare l'art. 270bis anche solo per il semplice motivo di fornire una nozione chiara ed unica di terrorismo che ad oggi in Italia manca. ASSEMBLEA-DIBATTITO Mercoledi' 4 Maggio ORE 21:OO c/o il C.P.A. fi-sud Via di Villamagna 27/A Interverranno: - l'avv. Vainer Burani (difensore di 1 degli imputati scarcerati a Milano accusati di terrorismo internazionale in quanto presunti membri di un'organizzazione della Resistenza in Iraq) - l'avv. Sauro Poli (difensore di molti compagni/e inquisiti per associazione sovversiva a Firenze e in Toscana) Promuove: Gruppo di lavoro sul 270 di Firenze aderente al COMITATO PROMOTORE DELLA CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO IL 270 E TUTTI I REATI ASSOCIATIVI [per info: reati_associativi-owner@inventati.org www.inventati.org/reati_associativi] [scarica la locandina in formato .JPG] |