L'iniziativa, inizialmente prevista per il 16 aprile, è stata rimandata per motivi tecnici a data da destinarsi (indicativamente ai primi di maggio).

VENEZIA - PRESIDIO CONTRO LA REPRESSIONE

Il perdurare della crisi dell'economia capitalista induce quale tentativo di risolvere la crisi stessa in un sempre crescente sfruttamento dei lavoratori, i quali sempre più reagiscono e si organizzano.
Le significative lotte dei lavoratori autoferrotranvieri, della Fiat di Termini Imerese, di Melfi, dei lavoratori della Thyssen Krupp di Terni le lotte dei lavoratori Alitalia e delle altre migliaia di vertenze minori sparse, ma presenti e partecipate sono la dimostrazione che è possibile reagire ed organizzarsi per salvaguardare il posto di lavoro e rivendicare condizioni lavorative migliori ed un salario adeguato.
Certamente queste lotte hanno anche evidenziato il fatto che, in mancanza di un'organizzazione forte e stabile rappresentato da un partito realmente comunista che sappia dirigere e collegare tutte le mobilitazioni operaie e ricondurle ad un livello più elevato costituito dalla lotta per abbattere questo sistema economico, le lotte si sviluppano, raggiungono il loro apice per poi dissolversi.
Sicuramente l'insegnamento rimane e costituiscono per le avanguardie di lotta preziose indicazioni per poter proseguire nella propria azione di organizzazione, nell'ambito della ricomposizione di Classe.
Proprio per tale attività, sia il lavoratori più coscienti e le avanguardie di lotta sono maggiormente colpiti dalla repressione dello stato attraverso tutti i suoi apparati, ne sono la prova le campagne di criminalizzazione dei lavoratori autoferrotranvieri colpiti nella loro parte più debole: il salario attraverso una sanzione amministrativa di oltre 250 euro o addirittura essere condannati a 15 giorni di carcere solamente per aver osato scioperare a fronte di una precettazione prefettizia.
La stessa campagna di criminalizzazione che tende a perseguire i compagni maggiormente impegnati, attraverso la contestazione di reati associativi, tende oltre che a "bastonare" i compagni stessi, a cercare di far loro terra bruciata attorno e isolarli dai contesti in cui questi compagni operano.
Per tale motivo è condivisa e acquisita la campagna nazionale contro l'art. 270 bis di cui il movimento rivoluzionario si è fatto interprete nelle scorse settimane.
Tanto più il sistema considera mortale per la propria sopravvivenza l'attività rivoluzionaria delle avanguardie e delle lotte dei lavoratori, in eguale misura si accanisce nei confronti dei rivoluzionari prigionieri, come l'esempio di Biella dove i compagni prigionieri oltre alle consuete vessazioni quotidiane sotto forma di angherie, provocazioni e pestaggi, sono stati fatti oggetto di sequestro di quanto avevano nelle loro celle (libri, coperte, lettere dei famigliari ecc).
La risposta e il sostegno ai rivoluzionari prigionieri è stata decisa, estremamente positiva la risposta che circa un migliaio di compagni che hanno dato, manifestando tutta la loro solidarietà e sostegno ai compagni incarcerati, dando luogo ad un presidio sotto ala carcere di Biella.
Il particolare accanimento del sistema nei confronti dei rivoluzionari prigionieri è rappresentato anche dal caso del compagno Paolo Dorigo, a cui per effetto di una strenua coerente lotta culminata con uno sciopero della fame di oltre due mesi era stato garantito un "riesame" della pena con possibilità di cura extracarceraria e invece gli è stato sequestrato il PC ed altro materiale in cella ed è sottoposto ad nuova indagine per reati con finalità di terrorismo.
Per reagire a tutto ciò e nell'esigenza di rompere l'isolamento a cui il sistema vorrebbe relegarci, lanciamo un appello a tutte le realtà venete del movimento affinché ci si riunisca in un presidio di sensibilizzazione e di lotta presso il tribunale di Venezia il prossimo 16 aprile .