Si è svolto a Viareggio ieri Martedì 22 Febbraio un consiglio comunale con all'ordine del giorno la questione immigrazione. Alcuni compagni del SARS, del Comitato Versiliese "contro il 270 e i reati associativi", del Gruppo Autonomo Viareggio e della Rete del Precariato Sociale sono intervenuti riportiamo a seguito il testo dell'intervento.


Interveniamo a quest'assemblea per esprimere pochi e semplici concetti in merito all'ordine del giorno dibattuto.
A differenza della destra ma anche della sinistra borghese, di una certa stampa servile e delle forze di polizia non intendiamo e non intenderemo mai la questione dell'immigrazione come problema d'ordine pubblico. L'emigrazione è una conseguenza diretta della crisi generale del sistema capitalista e imperialista, una contraddizione insanabile nonostante le diverse politiche adottate dal sistema.
Scappare da guerre, miseria e fame non solo è un diritto ma è una necessità materiale. Per questo le leggi che mirano a chiudere frontiere, a controllare i cosiddetti flussi immigratori, ad espellere persone sono destinate al fallimento. Poco ci interessa sottolineare la rozzezza e l'inciviltà di posizioni tanto care al centrodestra come quelle di volere sparare sugli immigrati o affondarli in mare. Non è dicendo fascisti ai fascisti che questi si offendono o desistono dai loro propositi.
Ci interessa di più sottolineare le incongruenze di una società borghese che ha bisogno di manodopera da sfruttare, sottopagare e licenziare quando non serve più. Il centrosinistra con il suo atteggiamento ipocrita risponde meglio agli interessi dei padroni che considerano gli immigrati esclusivamente come merce o forza lavoro. I CPT campi di permanenza temporanea, veri e propri lager di detenzione, sono stati istituiti dal governo di centrosinistra del "cattolico" Romano Prodi. La stessa legge Turco – Napolitano altro non è stata che una legge apripista per la peggiorativa legge Bossi – Fini. Contro la Bossi – Fini ci siamo da subito mobilitati denunciandone le atrocità.
In un periodo in cui tutti, post-fascisti compresi, si sciacquano la bocca condannando le leggi razziali del '38 ricordiamo che di fronte a questioni del genere il concetto di legalità e illegalità è inconciliabile con la morale. Cosi come allora ci fu chi giustamente violò quelle leggi razziste e infamanti altrettanto c'è chi oggi con la stessa giustezza viola la legge Bossi – Fini. Legge contro l'umanità, pensata in un contesto di guerra. Non possiamo dimenticare che l' Italia è in guerra e che i suoi soldati non occupano solo l'Iraq ma anche altri paesi come la Bosnia, il Kossovo, l'Albania, ecc.
Una guerra che l'imperialismo combatte su più fronti uno esterno contro i popoli che resistono e non vogliono piegarsi al dominio mondiale di un ordine iniquo. Un fronte interno contro i proletari colpiti sui posti di lavoro, nel diritto alla casa, alla sanità, all'istruzione e ancora con una repressione di massa come vedemmo a Genova nel 2001 ed una più selettiva e scientifica che colpisce i compagni che fanno politica vedi l'utilizzo dei reati associativi come il famigerato articolo 270 del codice fascista Rocco, contro il quale ci battiamo sostenendo la campagna nazionale apertasi con l'assemblea nazionale a Firenze il 23 Gennaio. La repressione contro la classe in questa società aumenta di giorno in giorno e con questa chiave di lettura leggiamo le operazioni di polizia contro gli immigrati avvenuti in questa città.
Ci disgustano i complimenti dell'assessora Rossana Rosso alle forze di polizia ma ancora di più quei giornalisti buoni solo a riportare le veline della polizia. Non si può definire "operazione di bonifica" quella che ci è stata descritta da compagni immigrati come un atto di violenza gratuita, coperte e vestiti tagliati con coltelli. Parliamo schiettamente perché non abbiamo da difendere interessi particolari se non quelli di classe. Non abbiamo da accattivarsi le simpatie di benpensanti, manichei e conservatori per chiedere loro il voto. Diciamo con chiarezza che siamo contrari alla costruzione di ghetti per immigrati.
Così come siamo contrari ad ogni operazione di assistenzialismo o carità pelosa. Il reddito, la casa non devono essere elemosine ma diritti di tutti. E questa città è piena di seconde, terze, quarte case sfitte, alcune di proprietà delle cosiddette associazioni di volontariato, basterebbe espropriarle, altro che costruire nuovi luoghi di ghettizzazione ed emarginazione. Non condividiamo neppure il concetto di integrazione. Noi non vogliamo integrare nessuno in una società cinica e violenta che combattiamo.
Invitiamo gli immigrati a diffidare di chi fa cantare sirene ingannatrici, da chi gli offre un tozzo di pane per ripulirsi la coscienza. Noi precari, disoccupati, lavoratori sfruttati italiani siamo sulla stessa barca loro perché apparteniamo alla stessa classe, quella classe che non ha né frontiere né confini, il proletariato internazionale. Quando abbiamo avuto la possibilità di dare un piatto di minestra a qualcuno o di dargli almeno per una notte un tetto sotto il quale dormire non gli abbiamo mai chiesto se era regolare o irregolare rispetto al permesso di soggiorno. Ci siamo, invece, fermati con loro a parlare di guerre, padroni, multinazionali, stati e polizie. Abbiamo ascoltato la frustrazione e le vessazioni subite prima nelle loro terre d'origine e poi qui nella fortezza Europa, per mano delle stesse forze imperialiste.
Questo è il mondo capitalista dove circolano le merci e i capitali, puliti o sporchi che siano, ma dove non possono circolare le persone. Per questo spendiamo due parole anche contro l'accordo di Azimut Benetti con Fincantieri per costruire pattugliatori del mare da usare, di fatto, contro gli immigrati.
Non una parola si è levata contro un progetto che definiamo di guerra, repressione e morte da parte della sinistra istituzionale o dalla CGIL. Su questo abbiamo riflettuto e invitiamo a riflettere.
Vogliamo concludere affermando che non esiste un problema immigrazione per la nostra classe, esiste invece un problema di qualità della vita. Sappiamo, inoltre, che questa qualità della vita peggiorerà sempre di più, grazie ai tagli alla sanità, all'istruzione, alla ricerca, grazie alle privatizzazioni e alle selvagge politiche liberiste che quotidianamente passano sulla pelle di tutti che sia bianca o nera.