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Dodicesima Riunione del Comitato Promotore
Domenica 2 luglio si è svolta a Firenze la Riunione nazionale del Comitato Promotore della Campagna 270. OdG: - Situazione cassa e distribuzione Manuali - Comunicazioni per la riunione e varie - Prosecuzione dei lavori del Comitato, proposte emerse dall'Assemblea del 20 maggio, Gruppi di lavoro su Manuali, questione internazionale, repressione sul lavoro. - Iniziative per il processo di Perugia ai compagni turchi e aggiornamento su repressione contro i compagni turchi - Iniziative sul 41bis e appello per Diana Blefari SITUAZIONE CASSA E DISTRIBUZIONE MANUALI Dopo la copertura di alcune spese arretrate e dei rimborsi viaggio per l'Assemblea, contando anche la sottoscrizione della cena successiva alla stessa, la cassa generale risulta in passivo di 69 euri, coperti dalla cassa Manuali. In questo modo la cassa generale risulta vuota, mentre in cassa Manuali ci sono circa 2.000 euri, il che ci consente la copertura del progetto di riedizione del Manuale. Riguardo alle copie dei Manuali, ne risultano ancora in distribuzione alcune decine nelle varie situazioni, non molti quindi, il che rende più urgente lavorare alla riedizione. Si chiede a ognuno di fare sapere via mailing list quanti Manuali ha ancora a disposizione, per farsi un quadro preciso, e sapere eventualmente dove reperire delle copie. Inoltre tutti i compagni cerchino per quanto possibile di incassare i soldi ancora vacanti dei Manuali già distribuiti. COMUNICAZIONI E VARIE Alcuni compagni da varie città comunicano che non sono potuti essere presenti oggi ma ribadiscono la loro disponibilità a lavorare alle attività del Comitato. Il Comitato è invitato al Raduno Antirazzista Internazionale che si terrà a Terni dal 7 al 9 luglio. In particolare è invitato per l'8 luglio, in cui ci viene proposto un incontro con i rappresentanti delle tifoserie. Due compagni di Bologna e Firenze danno la disponibilità a partecipare. Si decide di portare anche un banchetto informativo con anche materiali informativi sulla repressione contro i compagni turchi e il processo di Perugia (vedi + avanti). Siamo anche invitati a Cagliari per presentare il Manuale, e inoltre varie situazioni sarde stanno esprimendo l'interesse a organizzare momenti di incontro. Su questa questione si dovrebbero coordinare i compagni di Viareggio e di Bologna. Riguardo a i compagni turchi processati a Perugia, le prossime udienze utili saranno quelle del 15 luglio, che sarà subito rimandata, e di venerdì 29 settembre. INFORMAZIONI, INTERVENTI E DIBATTITO Questa riunione è convocata per discutere le proposte dell'Assemblea, con l'apertura a valutare ogni proposta di lavoro verificandone la possibilità concreta a sostenerla. Per quanto riguarda la riedizione del Manuale abbiamo raccolto alcune indicazioni precise su quali sono le modifiche e le integrazioni a partire dagli aspetti legislativi come la legge sui reati d'opinione ad esempio, che cambia il 270 e ne estende l'utilizzo. Saranno poi da inserire questioni non trattate fin'ora, come il gratuito patrocinio, l'uso sempre più frequente dei decreti penali di condanna, un ampliamento sulla legge Pisanu, ..., oltre a un indice per reati . Poi c'è la questione del Manuale in arabo. Su questo va definito un Gruppo di lavoro. Per la stampa abbiamo richiesto un preventivo (compresa consegna a Milano): 2.000 copie senza alette nella copertina 0,433 euro a copia + IVA 2.000 copie con alette 0,61 euro a copia + IVA Da verificare la questione dell'IVA, perché in Italia sui libri non c'è, ma in altro paese ? Riguardo all'edizione araba, c'è la disponibilità di compagni palestinesi a lavorare sulla questione: dal discutere l'aspetto politico innanzitutto, alle parti da inserire e da omettere rispetto al Manuale già stampato, alla traduzione. Riguardo al lavoro internazionale, è necessario formare un Gruppo di lavoro su legislazione internazionale, liste nere, mandato di arresto europeo, ecc. Con l'obiettivo di creare una rete internazionale su questi temi, e l'ipotesi di arrivare, ad esempio fra un anno, ad un Convegno internazionale. Riguardo alla terza questione, quella della repressione politico-sindacale e sociale in Italia, per lavorare al riguardo ci vogliono compagni inseriti nel contesto, che producano materiali, elaborazioni di proposte ed iniziative. Lavorando in tal senso si "aprirebbe" a chi ci criticava sulla troppa settorialità del lavoro che abbiamo fatto come Campagna 270. Si tratta di avviare e dar corpo a un ragionamento utile al sostegno di tutti i compagni colpiti da questo aspetto della repressione. Sul processo di Perugia abbiamo richiesto a tutti lo sforzo di essere presenti all'Udienza del 29 settembre. Per preparare l'iniziativa, si possono promuovere anche iniziative locali, momenti di propaganda della petizione per Baahar, iniziative di sostegno economico. Nell'Assemblea del 20 maggio, oltre a registrare l'interesse di alcuni compagni e situazioni esterne per individuare le possibilità di lavoro comune, sono venute fuori alcune indicazioni. La proposta di un Gruppo di lavoro per la riedizione del Manuale ad esempio può immediatamente contare sull'esperienza del Gruppo che ha preparato la prima edizione. Per il Manuale in arabo il lavoro sarà già più difficoltoso, ed è prezioso il contributo che potranno dare i compagni palestinesi. Riguardo al lavoro internazionale, ci possiamo senz'altro porre l'obiettivo di valorizzare e approfondire i contatti internazionali stabiliti durante la Campagna. Poi dobbiamo porci concretamente il problema di cosa siamo in grado di sostenere. A partire da questioni di base come quella delle traduzioni e della comunicazione in varie lingue. Dovremmo anzitutto porci il problema di garantire la traduzione di alcuni materiali che valutiamo basilari per far conoscere il nostro lavoro all'estero, ad esempio la relazione introduttiva dell'Assemblea potrebbe essere utile. Si può anche mirare a una raccolta internazionale di materiali sullo sviluppo di apparati e strategie repressive che abbiamo individuato. Su questo, e su ogni altro lavoro che possiamo proporre, va data molta attenzione a costruire rapporti con le situazioni estere affinché il lavoro sia frutto di un elaborazione comune; qualcosa in cui non è solo il nostro apporto che determina il lavoro, ma una reale e stabile collaborazione. Per capitalizzare i frutti di questo lavoro sarebbe necessario pensare ad un Convegno o ad altre iniziative di rilievo. Segnaliamo inoltre l'invito che ci è pervenuto per la seconda Conferenza di Basilea contro la repressione, per il 3-5 novembre. Sulla solidarietà ai compagni turchi, in questi mesi estivi si può fare la propaganda nelle varie Feste e occasioni, con la petizione per Baahar e l'appuntamento del 29 settembre. Dopo l'Assemblea di conclusione della Campagna sarebbe utile pubblicare gli Atti, utilizzarli per rendere visibile il nostro lavoro e la proposta dei Gruppi. Riguardo al Gruppo di lavoro sulle questioni internazionali, oltre al problema della lingua abbiamo anche la questione della difficoltà a conoscersi approfonditamente fra situazioni internazionali; al riguardo alcune proposte uscite anche dalla Conferenza di Basilea potrebbero essere da riprendere, come quella di un lavoro sulle leggi internazionali antiterrorismo, o di costruire un sito internazionale che tratti delle suddette leggi ma anche delle mobilitazioni al riguardo. Sul Manuale non c'è molto da aggiungere, riguardo al Manuale in arabo però si può pensare a utilizzarlo anche a livello internazionale. All'estero le leggi sono si altre rispetto a quelle italiane, ma comunque con una matrice comune e stante l'estrema cooperazione fra gli Stati. Riguardo al Gruppo di lavoro sulla repressione dobbiamo capire se abbiamo la forza per sostenerlo. Ultima questione, bisognerà decidere la nostra denominazione e assetto dopo la conclusione della Campagna, alias, siamo ancora Comitato Promotore, o cosa? A Novara-Vercelli l'ultima nostra iniziativa ad esempio era proprio centrata sulla questione del Lavoro. Questo campo è fondamentale perché permette di far uscire la questione della repressione da un ambito di "addetti ai lavori" e la fa vivere come rapporto di classe. Sarebbe utile un Manuale specifico, che tratti dalla regolamentazione del diritto di sciopero alla legge 146, la precettazione, i periodi di preavviso, gli strumenti di conciliazione messi in campo dai sindacati ufficiali per spostare il conflitto in stanze di conciliazione che permettano di depotenziarlo. Su questo sono disponibile a fare un lavoro di raccolta materiali e a investire su questi aspetti che riguardano la quotidianità di molti. Riguardo alla solidarietà coi compagni turchi faremo una cena di finanziamento e di informazione sulla questione. Anche sulla questione del 41 bis a Novara siamo disponibili a lavorare e pensavamo di farlo dall'autunno e a partire da qualche prigioniero in 41 bis nel carcere di Novara. Io credo vada fatta una valutazione sull'Assemblea del 20 maggio. Un'Assemblea che è risultata abbastanza ingessata, ed è uscito solo quel che era gia stato predisposto. Anche sul Manuale in arabo dobbiamo riflettere sul valore d'uso. Lo usiamo per aprire il dibattito sulla questione in altre situazioni? Ci mancano rapporti e internità con chi lavora sulla questione immigrazione. Idem sulla questione del Lavoro. Sul lavoro internazionale proviamo a costruire dei rapporti con le altre situazioni, ma non sbilanciamoci su Convegni che non riusciamo né a qualificare né a quantificare. Su come ci definiremo, ragioniamo a partire da quello che faremo nei Gruppi di lavoro. Rispetto alla situazione dei compagni turchi, nei prossimi giorni si farà circolare un report più dettagliato. Si anticipa che Zeinep Kilic è in ospedale in un'ala-carcere al Pertini di Roma, e forse dovrà fare un'operazione alle ovaie. Su Baahar verranno prese decisioni in questi giorni, rischia abbastanza perché ci sono 3 possibilità: che venga liberato, che rimanga a lungo in carcere in Olanda, che venga accolta la richiesta di estradizione verso la Turchia, che lo vuole condannare a 15 anni. Domani ci sarà un sit-in a Roma all'ambasciata olandese, promosso dai Carc e a cui hanno aderito "Essere Comunisti", L'Ernesto, il Campo e i Comitati Iraq Libero. In Belgio intanto i compagni del processo di Bruges sono stati autorizzati a ricevere posta anche in inglese, sebbene siano ancora in un duro isolamento. E' stata organizzata una delegazione internazionale che si recherà a Istanbul dal 10 al 14 luglio; intanto si susseguono gli attacchi contro i familiari dei prigionieri della Tayad in Turchia. Sulla questione turchi, se cerchiamo di mettere in piedi un percorso, è difficile fare più di tanto in luglio e agosto; si tratterà di concentrare iniziative a settembre. Riguardo all'Assemblea del 20 maggio, è vero che è stata un po' legata, però è la prima Assemblea a livello nazionale su una questione così difficile. Non ci aspettavamo che tutti accorressero All'assemblea. E sarà nel tempo che questo lavoro vedrà dei frutti, intanto si fa la riedizione del Manuale, poi con calma si potranno valutare i risultati. Tra l'altro col governo di "centrosinistra" abbiamo un bel banco di prova, si pensi alla repressione contro gli antifascisti o all'utilizzo dei reati di saccheggio ... . Ora dobbiamo stare attenti a che il nostro percorso non tenda a costruire una sorta di Comitato contro la repressione senza un lavoro concreto da portare avanti. Proviamo a dare al nostro lavoro un valore d'uso di massa, per esempio col manuale in arabo, il cui gruppo di lavoro deve essere a stretto contatto coi suddetti compagni palestinesi. Dall'Assemblea di maggio sono usciti diversi spunti, i dati sul Manuale sono confortanti, complessivamente il lavoro ha avuto un riscontro, altre situazioni, come compagni di Cagliari, ci invitano a fare iniziative, e tutto questo è positivo. Difficile pensare alla partecipazione di altre strutture organizzate all'Assemblea. Per esempio le questioni sul 41 bis, poste da altri compagni, va recepita. Sulla questione c'è anche quello che si sta movendo all'Aquila; sta poi a noi decidere come interagire. Riguardo ai 3 terreni di lavoro individuati: dobbiamo individuare bene che valore d'uso diamo al lavoro sul Manuale. Sul lavoro internazionale dobbiamo fare i conti sulle forze disponibili, assodato che è un terreno importante dobbiamo stabilire come intervenire. Impostare un lavoro di traduzioni è alla nostra portata, possiamo partire da quello. Anche con la questione del Lavoro possiamo provare ad avviare un percorso. Il 20 maggio ha aperto delle possibilità, ora dobbiamo capire come svilupparle. E per questo sono da fare i Gruppi di lavoro. Il Convegno internazionale è fuori luogo senza i Gruppi di lavoro, può essere utile se mette in comunicazione realtà che lavorano. Riguardo alla questione internazionale, un Gruppo di lavoro è necessario, per raccogliere dati, garantire traduzioni, organizzare i materiali. Si può verificare la possibilità di un impegno anche sulla questione delle traduzioni in arabo e dell'integrazione del Manuale. Avendo la prospettiva del Convegno fra ad esempio un anno. Anche la necessità di lavorare sulla questione di Baahar indica l'utilità di un gruppo di lavoro sulla questione internazionale. Inoltre da oggi dovrebbe venir fuori come ci identifichiamo, se rimaniamo il Comitato o altro. Credo che il 20 maggio sia andata come ci aspettavamo. I frutti visibili sono che si è sedimentato un metodo di lavoro. Ora dobbiamo darci una progettualità, senza passi troppo lunghi, e su ciò si può coinvolgere le soggettività e stimolarle a riproporre il lavoro sul loro territorio. E' importante non fare passi troppo lunghi, valutare le forze, fare meno ma bene, e non tanto disperdendo energie. Nei prossimi mesi lavoriamo sull'aggiornamento del Manuale italiano, è già una grossa mole di lavoro. Sulla questione Lavoro bisogna approfondire, capire per non fare sempre gli stessi errori: costruire un Gruppo di lavoro con l'obiettivo di un approfondimento, come si fece col kit per la Campagna 270. Da questo andare a capire come possiamo intervenire sulla questione; questo non è troppo ambizioso. Dobbiamo tener presente la difficoltà a essere presenti a tutte le scadenze. Sul Gruppo internazionale: stabilire relazioni internazionali non è semplice e immediato. C'è un confronto ma manca una dialettica approfondita. Pensiamo a Basilea ad esempio: dei materiali che dovevano essere prodotti sulla Conferenza, non si è visto niente. Un modo per rilanciare un lavoro al riguardo è impegnarsi sulla questione delle traduzioni, tradurre il nostro lavoro e la nostra progettualità. Da questo interessare i gruppi internazionali e aprire possibilità operative. Queste sono le cose più realisticamente possibili. Su queste raccoglieremo chi lavora (compagni già interni al nostro lavoro o che si uniranno). Non accolliamoci altri compiti. Il Manuale in arabo è da capire come lo usiamo, non dopo, ma prima di fare il lavoro. Non può essere solo un approfondimento di leggi. Anche la questione traduzioni non è solo tecnica, è politica, e su queste cose dobbiamo avere noi la palla in mano. D'accordo su questione internazionale e manuale: fare passi graduali e necessari (la repressione ha un livello internazionale), anche riguardo alle traduzioni, affrontare il problema non solo tecnicamente. Sulla questione del Lavoro: dobbiamo passare dalle situazioni che hanno almeno un minimo di internità sul terreno, per non arrivare dall'esterno. Bisogna lavorare su un concetto di repressione sul lavoro che molto spesso è qualcosa di molto fine; che prima di arrivare alle minacce esplicite e alle sanzioni passa per il ricatto di contratti di ogni fattispecie e infiniti piccoli ricatti quotidiani che ogni lavoratore si vive; e sono forme forti, determinanti, e che scoraggiano la maggior parte dei lavoratori determinando che sia solo una minoranza che si trova poi a confrontarsi con la repressione più propriamente identificata. Dobbiamo partire da contatti concreti per non farci respingere ed evitare di fare i grilli parlanti. Questo ragionamento vale anche se si pensa a un "manuale" specifico. Riguardo al lavoro sul 41 bis, a partire dalla reciproca volontà di collaborazione che si è evidenziata sulla questione, dobbiamo riflettere su come superare i limiti di questo lavoro: è da porre al centro il 41 bis in quanto tortura. Tortura diretta contro alcuni all'inizio, ma con una spendibilità che può estendersi poi a piacere. Analogamente al 270, che con le ultime modifiche e levando alcuni riferimenti di classe vede sempre più estese le possibilità del suo utilizzo. Anche questa del 41 non può essere una campagna abolizionista, ma di denuncia in generale, contro ogni forma di tortura, che sia diretta a mafiosi, compagni, comuni, ecc. Questo non è un concetto facile da affermare, ma neanche col 270 lo era. Non dobbiamo limitare l'attenzione sul 41 bis ai politici. Ci sarebbero molte cose che dovremmo fare, ma dobbiamo valutare cosa possiamo realisticamente fare: non occorre concludere i lavori velocemente, bisogna fare passaggi dopo passaggi, come con la Campagna. Manteniamo il metodo: per esempio sull'internazionale, bisogna continuare ad affermare la necessità che negli incontri internazionali si vada oltre alla descrizione ogni uno della propria realtà, per individuare passaggi comuni successivi. Noi oltre a garantire le traduzioni sui nostri materiali importanti, cominciamo a ragionare sulla legislazione internazionale, e diamo un input su ciò nelle situazioni internazionali. Vediamo in progress se questo sprona piccoli contributi. Poi con elasticità vedremo il prosieguo, a seconda delle risposte che riceveremo. Sul Manuale, d'accordo con quanto già detto, e via al Gruppo per la riedizione. Sulla traduzione in arabo, i contatti ci sono. Perché il lavoro non ricada solo su di noi bisogna impostare un lavoro congiunto con questi compagni palestinesi, e darsi una verifica pratica di quanto il lavoro quaglia. Riguardo alla solidarietà ai turchi: usiamo dove possibile gli incontri e le feste estive per fare propaganda e iniziative sulla questione a livello locale. A Terni per esempio pubblicizziamo il 29 settembre. Ad esempio nella Giornata del rivoluzionario prigioniero il 19 giugno, a Firenze abbiamo fatto un'iniziativa con collegamenti telefonici coi compagni turchi, usiamo anche questo tipo di possibilità, e manteniamo questo impegno di lavoro. L'Assemblea del 20 maggio è stato un appuntamento di grande responsabilità. Abbiamo aperto una Campagna, l'abbiamo sviluppata, e l'abbiamo anche conclusa. Questo va valorizzato. Conclusa facendo un bilancio. E non è facile. Vuol dire sviluppare gli aspetti positivi, oltre a evidenziare quelli negativi. Sviluppare il dibattito (anche via mailing list), per capire come valorizzare quanto fatto. Il bilancio in parte è già fatto, in parte è da fare. La riunione di oggi è una verifica dell'appello fatto il 20 maggio; oggi siamo una ventina, ai quali dobbiamo considerare altri compagni che non potevano per questioni tecniche, da Na, Ts, Tn, Pr, oltre a compagni di Bo e Via che sono sempre stati presenti. Inoltre possiamo pensare anche ad altri compagni che sicuramente saranno coinvolti. Nell'Assemblea stessa abbiamo sentito anche chi, da esterno alla Campagna, ha rilevato la validità del nostro lavoro. Come ci chiameremo d'ora in poi è determinato dal tipo di attività che svolgeremo e dalle sue finalità. E la denominazione più attinente oggi appare qualcosa come "comitato nazionale contro la repressione" o "assemblea nazionale contro la repressione". Comunque non dobbiamo deciderlo oggi. Un'altro fatto da segnalare è l'iniziativa in solidarietà con Baahar che ci sarà domani a Roma. E' positivo che realtà che non hanno partecipato alla campagna convochino questo tipo di iniziativa. Ci sono anche altri esempi di realtà, come Sud Ribelle, che senza partecipare alla Campagna hanno prodotto un lavoro attinente, oltre a rapportarsi con noi. E noi dobbiamo avere un occhio attento a quel che si muove in sintonia con noi o anche oltre a noi. Riguardo ai Gruppi di lavoro vediamo di combinare quello che è necessario politicamente con quello che è possibile: costituiamo questo Gruppo per la riedizione del Manuale; approntiamo un Gruppo internazionale che si occupi anche della questione 41 bis + solidarietà ai turchi prigionieri in Italia, per il Manuale in arabo collaboriamo fra i 2 gruppi, in particolare sottolineo che sul Manuale in arabo un compagno dell'Udap ha detto che ci sono le condizioni per impegnare dei compagni palestinesi su queste questioni. E proviamo a fare delle Riunioni più o meno bimestrali; rivediamoci la prima domenica di settembre, facciamo circolare in mailing list il dibattito, e attiviamoci per la propaganda durante l'estate. Gia oggi siamo compagni di 9-10 città, è pensabile e possibile una definizione come Comitato o Assemblea nazionale. Prepariamo un testo per il 29 settembre (Udienza ai compagni turchi), rifacendoci ai testi di convocazione di giugno e al comunicato che abbiamo fatto per spostare il presidio, e sviluppiamo ove possibile iniziative in vista del 29. Riguardo al Gruppo sulla repressione sul Lavoro, i compagni che si sono dati disponibili facciano un appello a formare questa commissione da far circolare. Riguardo al nome da darsi, direi di aspettare a vedere come si delinea il lavoro futuro e poi valutiamo. Per il Gruppo sul Lavoro in cui mi colloco, anch'io inizierei un lavoro non calato dall'alto, per esempio con un opuscolo per attirare attenzione e adesioni su un lavoro agile, per verificare se si aggregano altri e come continuare. Anch'io farei una valutazione positiva dell'Assemblea del 20. Nonostante una effettiva rigidità formale che abbiamo tutti colto, ma che non corrisponde a un'impermeabilità del lavoro svolto, ha avuto il pregio di evidenziare alcuni compagni e alcune realtà esterne alla Campagna che a partire dal loro lavoro, per quanto differente, hanno espresso la tensione a trovare punti di incontro e di lavoro comune sulle questioni trattate; questa è una tensione assolutamente da riprendere e valorizzare. Inoltre l'Assemblea è stata una fotografia precisa della situazione in cui ci troviamo a lavorare, indicandoci come i referenti per il nostro lavoro non siano le cosiddette organizzazioni, ma altre realtà e singoli che a partire dai lavori più diversi possono condividere parti di un percorso che portiamo avanti. Sui Gruppi di lavoro dobbiamo procedere con l'attenzione di portare avanti le attività che pensiamo di poter garantire effettivamente. Penso che non avremo particolari difficoltà a garantire la riedizione del Manuale; per l'edizione araba, penso che la disponibilità dei compagni palestinesi sia un passo assolutamente da valorizzare che ci consentirà, una volta fatto, di porre le altre questioni su questa edizione da un punto di lavoro più avanzato; è un primo passo che va fatto prima di pensare ai passi successivi, che verranno di conseguenza. Sul lavoro internazionale verifichiamo che energie riusciamo a mettere in campo, chi possiamo coinvolgere anche sporadicamente per le traduzioni, e in generale individuiamo i primi passi da muovere, gli obiettivi minimi da raggiungere prima di porsi obiettivi più ambiziosi, come sottolineato da vari compagni. Sul Gruppo sul Lavoro mi pare che la tensione evidenziata da alcuni compagni sia una buona premessa perché un piccolo lavoro al riguardo possa effettivamente farsi strada. Da qui verifichiamo chi può aggregarsi a questi progetti e cerchiamo di avviarli. Cerchiamo di convocare i momenti plenari quando concretamente ci serviranno per discutere il lavoro portato avanti coi progetti che riusciranno a prender corpo. Cerchiamo di sviluppare le idee di lavoro su queste proposte, e a inizio settembre vediamo cosa si riesce a mettere in campo e cosa si concretizza, vediamo se ci sarà di che lavorare. Ad esempio il Gruppo sulla repressione nei luoghi di lavoro viaggerà più lento di altri già collaudati. Partiamo dal metodo già elaborato e lavoriamo su situazioni concrete di fabbrica. Su questa questione però è necessario che il lavoro sia svolto a livello decentrato più che in ambito nazionale. Comunque, come per il 270, possiamo porci l'obiettivo di inquadrare la questione come problema di classe, passando a un campo di lavoro molto più generale e socializzabile, intervenendo su meccanismi repressivi concreti anche a livello generale. Segue una discussione su come deve lavorare il Gruppo e su come deve collocarsi su questo specifico terreno. La prossima Riunione nazionale è convocata per Domenica 3 settembre alle ore 10.00 al C.P.A - Firenze Sud: - per approfondire gli aspetti rimasti in sospeso; - per verificare la possibilità di avviare i Gruppi di lavoro individuati avendo a disposizione un periodo di due mesi di riflessione e di dibattito che dovrà continuare, anche sulla mailing list; - per avviare i lavori dei Gruppi, in particolare di quello per la riedizione del Manuale, riedizione che, viste le poche decine rimaste, è più che un'esigenza; - per aggiornare il lavoro sulla questione del 41 bis e preparare la scadenza del 29 settembre a Perugia. Buon lavoro a tutti/e. |