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Campagna nazionale contro l'articolo 270
del Codice penale e i reati associativi! L'articolo fascista, vecchio arnese del regime, è stato utilizzato anche a Viareggio e in Versilia contro compagni/e, giovani, lavoratori La situazione ha indotto compagni/e organizzati e non ad avviare una discussione a livello nazionale sul tema della repressione e, in particolare, contro il 270 del Codice Penale e i reati associativi. Il 23 gennaio, a Firenze, si è svolta l'Assemblea promossa dal "Comitato promotore della campagna nazionale contro l'art.270 e i reati associativi". Dall'Assemblea, alla quale hanno partecipato oltre 150 compagni/e, è emersa la proposta di costituire comitati territoriali e/o cittadini per poi dar vita al Coordinamento nazionale. Nel nostro territorio è nato il "Comitato Versiliese" che ha deciso di aprire la Campagna denunciando il fatto che l'art.270 è stato utilizzato recentemente anche sul nostro territorio. Negli ultimi tempi le indagini preventive, le intimidazioni e gli atti repressivi nei confronti di compagni, giovani e lavoratori sono aumentate. Per quanto riguarda l'utilizzo dell'art.270 del c.p. ("associazioni sovversive"), nato nel ventennio fascista per colpire comunisti, anarchici e socialisti, cioè i veri oppositori del regime, sul territorio ci sono attualmente 14 compagni/e indagati/e appartenenti al "Comitato contro la Repressione di Viareggio e Versilia", al Gruppo Anarchico Versiliese, a Linearossa e allo Spazio Antagonista di Resistenza Sociale (SARS). L'indagine condotta dalla Procura di Lucca è da inserirsi in un contesto di attacco all'agibilità politica per chi resiste alle logiche di guerra, sfruttamento, sacrifici per le masse popolari. Non dimentichiamo, infatti, che l'Italia è un paese imperialista in guerra e si muove su due fronti: uno esterno, contro i popoli che resistono come quello iracheno, uno interno contro la classe e, principalmente, le sue avanguardie. Nello specifico l'indagine nasce dopo una campagna diffamatoria orchestrata da una stampa servile e da partiti reazionari come Forza Italia e Alleanza Nazionale contro il Centro sociale SARS che il 1° febbraio fu incendiato da un rogo di natura dolosa così come avvenne al box dove alloggiavano alcuni immigrati. Inoltre, il 3 febbraio altri tre compagni furono indagati e perquisiti per fatti pretestuosi. Questo clima produsse attorno al Centro sociale la solidarietà di molti compagni e la conseguente risposta politica con manifestazioni, presìdi, volantinaggi, striscioni, etc. La magistratura reagì con il vecchio arnese del 270 contro compagni e compagne di diversi gruppi e comitati di Viareggio e Versilia. Lo scopo di questa operazione è stato di: - scoraggiare i compagni e intimorire i più giovani (attraverso il messaggio intimidatorio: "Non devi fare politica"); - fare una mappatura delle realtà politiche, rastrellando più informazioni possibile su compagni e gruppi politici; - dividere questi militanti dalla classe attraverso un processo di desolidarizzazione. Questa indagine conferma come, negli ultimi anni, l'art. 270 abbia registrato un utilizzo estensivo in tutti i sensi. Infatti, mentre negli anni '70 e '80 veniva accompagnato principalmente da reati come "banda armata" (306 del c.p.), oggi è utilizzato con altri "reati" (se così si può dire) come una qualsiasi protesta contro lo stato di cose presente. Il 30 aprile alle 05,30 agenti della Digos e della polizia anticrimine hanno fatto irruzione nelle case di 14 compagni/e, attualmente indagati, alcuni dei quali diciottenni, alla ricerca di bombolette spray, scritti, documenti e supporti informatici contenenti eventuali programmi e progetti politici, rivendicazioni e simili, nonché nomi, numeri telefonici, elenchi di aderenti o simpatizzanti, e infine, atti o documenti relativi all'episodio per il quale procedevano, ossia i fatti conseguenti all'incendio del Centro sociale SARS come l'inventata irruzione presso la sala del Consiglio comunale di Viareggio. Infatti, uno dei reati che accompagnava l'accusa di "associazione sovversiva" era il turbamento della seduta del Consiglio comunale, quando, invece, si era trattato di un intervento svolto, da parte di una compagna, con l'assenso dello stesso Consiglio. Alcune forze politiche (Forza Italia, Alleanza Nazionale e Vivere Viareggio) presenti alla seduta hanno pensato bene di stravolgere la realtà contribuendo così alle denunce e alle perquisizioni nei confronti dei compagni. Dopo alcuni mesi, con ritardo di un mese e mezzo dalla data di dissequestro, i personal computer (di cui alcuni guasti) sono stati restituiti ai compagni. L'art. 270 viene utilizzato per dare maggiori poteri agli investigatori (telefoni sottocontrollo, intercettazioni ambientali, perquisizioni in orari notturni, etc.) e "legittimare" in una logica preventiva di repressione. Lo Stato borghese usa questo strumento fascista, come altri più moderni (270 bis, ter, etc.) per colpire chi resiste e si oppone alle logiche perverse e criminali del capitalismo. Come i partigiani che combattevano il nazifascismo venivano definiti banditi dagli stessi nazifascisti, oggi tanti compagni sono etichettati come estremisti o addirittura terroristi. La realtà, però, mostra chi sono i veri terroristi: gli affamatori dei popoli, i seminatori di guerre e miserie in nome del profitto capitalista. Solidarietà di classe ai compagni colpiti dalla repressione! Unire con le lotte quello che vogliono dividere con la repressione! Partecipiamo alla campagna contro l'articolo 270 e i reati associativi! Comitato Versiliese "contro il 270 e i reati associativi" fip. in propr. 07 febbraio 2005 - Viareggio |