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Unità e solidarietà per impedire l'isolamento delle lotte e l'intimidazione dei suoi promotori
Mercoledì 22 febbraio, presso il Tribunale di Lucca si è svolta l'Udienza preliminare nei confronti di 14 compagni inquisiti e perquisiti con l'accusa di essere intervenuti ad un Consiglio comunale ed aver partecipato ad una protesta nelle redazioni locali di due quotidiani. Il Gup, Giudice dell'udienza preliminare, molto sbrigativamente (il tempo di un quarto d'ora) ha accolto la richiesta del Pm ed ha, quindi, rinviato a giudizio i 14 compagni con tutti i capi di imputazione, definendo il processo per il 27 settembre 2006 alle ore 11.00 davanti al Tribunale di Lucca, in composizione collegiale. E' fin troppo chiaro che il Gup già aveva deciso il da farsi, poco interessata alle difese degli avvocati e ancor meno alle dichiarazioni scritte dell'Amministrazione comunale e ai rapporti della Digos in qualità di fiduciari degli organi della magistratura. Se l'obiettivo principale di questa inchiesta (iniziata nel febbraio di due anni fa) era di intimidire i compagni fino al punto di allontanarli dall'impegno politico, questo tentativo è sostanzialmente fallito; se, invece, era quello di isolare i compagni dal contesto sociale e dalle realtà di appartenenza, anche questo tentativo è miseramente fallito. Infatti, i compagni perseguiti e perquisiti hanno intensificato l'attività politico-sociale sul territorio e, tra l'altro, hanno ricevuto numerosi attestati di solidarietà. Vista l'inconsistenza delle accuse, è evidente che con questa operazione politica si vuole processare: - chi non si sottomette ad ogni logica di profitto; - chi si oppone alla guerra imperialista e a qualsiasi forma di repressione e di prevenzione; - chi sostiene le lotte e le mobilitazioni dei lavoratori, degli studenti, dei precari (giovani ed immigrati); - chi denuncia l'interminabile lista delle così dette "morti sul lavoro" o la vergogna di quei lager eufemisticamente definiti "Centri di permanenza temporanea" (Cpt). Quanto avvenuto a Viareggio e a Pietrasanta, con l'inchiesta prima ed il processo poi, non è un fatto isolato rispetto a quanto è avvenuto (in questi anni) e sta avvenendo in tutto il paese: dal 2001 oltre 8.000 (ottomila!) tra compagni, lavoratori e cittadini sono stati inquisiti, sanzionati e processati per aver difeso, con manifestazioni, scioperi, occupazioni, picchetti, blocchi ogni tipo di aggressione alle proprie condizioni di vita e di lavoro. In alcuni casi, come il nostro, per meglio disporre dell'inchiesta contro i 14 compagni è stato utilizzato anche l'art. 270 del Cod. pen. del 1931! Articolo architettato dal fascismo per colpire l'attività dei socialisti, dei comunisti, degli anarchici in quanto oppositori del ventennio fascista. L'azione repressiva e preventiva è destinata ad accrescere al fine di scoraggiare, intimidire, colpire quanti sono e saranno costretti a resistere al peggioramento della propria vita a causa della profonda crisi che sconvolge l'attuale formazione economico-sociale: il capitalismo. La repressione, anche la più vigliacca e violenta, non la si può impedire in quanto necessità per chi detiene il potere, ma la si può ostacolare o, comunque, rendergli sempre più difficile il perseguimento dei suoi obiettivi. L'unità, la mobilitazione e la solidarietà di classe sono strumenti utili e necessari a contrapporsi efficacemente alla repressione Comitato territoriale di Viareggio-Massa aderente alla "Campagna nazionale contro l'art. 270 del C.p. ed i reati associativi". 12 marzo 2006 - fotoc. in propr. |