Volantino distribuito a Bologna il 15 aprile, in occasione dello sciopero dei Metalmeccanici.

NO ALLE LEGGI FASCISTE

Nella lotta di liberazione dal nazi-fascismo la classe operaia è stata la componente sociale più importante. La classe operaia si è manifestata sia attraverso l'azione di sabotaggio e sciopero nelle fabbriche, sia nel contributo militare dato alle formazioni della resistenza (in montagne attraverso le brigate partigiane, e in città attraverso i GAP, gruppi armati partigiani).
Il fascismo sconfitto manterrà tuttavia la stessa classe al potere, che cambierà solo giacca, da quella fascista a quella democratica.
In tutti questi anni i padroni hanno ampliato il loro potere e si sono dotati di nuove leggi antisciopero e antisindacali. Quando queste non bastano si servono della polizia o del rimbambimento mass-mediatico. E' meglio un operaio che conosce tutti i personaggi di un reality di uno che sa quali sono i suoi diritti. La martellante e scientifica campagna per la passività dei lavoratori ha portato in molti casi a non saper reagire compatti, dimenticandosi che solo l'unione fa la forza.
L'arroganza dei padroni, tuttavia, non si ferma solamente dentro la fabbrica, ma investe tutta la società, attraverso scuola, sanità, servizi, ecc.. ormai di censo. Anche sul piano legislativo, si fanno leggi, ad uso e consumo del potente di turno. Il caso più eclatante è il mantenimento nell'attuale ordinamento giudiziario di articoli del Codice Penale di chiara impronta fascista. Ci riferiamo ai cosiddetti "reati associativi", il cui capostipite per eccellenza è il famigerato articolo 270, l'associazione sovversiva, introdotta dal Codice Rocco nel 1931, in pieno ventennio fascista. Questo articolo, di evidente natura politica per combattere la lotta della sinistra, lungi dall'essere abolito dopo la caduta del fascismo è stato invece mantenuto e successivamente elaborato (270 bis e ter), conservando del tutto inalterata, e anzi sviluppando, la sua nefasta ed arbitraria potenzialità repressiva.
Oggi come allora, grazie all'uso massiccio dei reati associativi e dei reati con "finalità eversiva", vengono attaccate e colpite, in Italia come in Europa, tutte le forme di dissenso. Oggi come allora vengono colpiti, militanti sindacali, comunisti, antagonisti, ecc..., ossia chi prova in modo cosciente a contrastare lo strapotere politico, culturale, economico dei padroni. Si è arrivati a colpire non solo chi agisce contro i padroni, ma perfino le convinzioni politiche di chi vuole una vita migliore..
Gli operai ora lottano dentro una fase di crisi, crisi che sono sempre loro a pagare. La precarietà e la flessibilità sono armi di ricatto per rendere più docili i lavoratori e per aumentare il margine di profitto dei padroni, non soluzioni per uscire dalla crisi economica. Il "caro vita" va combattuto chiedendo sempre maggiori garanzie, non certo abbandonandole. Gli operai devono riuscire a fare pagare la crisi in termini economici e politici ai padroni, per fare questo si deve necessariamente lottare e contrastare anche l'apparato legislativo che tutela gli interessi dei potenti.

No alle leggi fasciste
No al precariato
Con le lotte operaie
La crisi è del padrone

Comitato cittadino contro l'articolo 270 e i reati associativi

Bologna, 15 aprile 2005