A poche settimane dalla piazza romana contro Erdogan del 5 febbraio, e a seguito di tante altre occasioni in cui il controllo delle forze dell’ordine ha attuato le stesse dinamiche specialmente in questa città, ci prendiamo il tempo per qualche considerazione, sperando che le riflessioni qui poste possano tradursi in stimoli per il nostro agire. Queste righe, infatti, non vogliono prendere in esame le ragioni che spingono la controparte a disporre o meno dei dispositivi […]
La mobilitazione dello scorso 24 novembre a L’Aquila, in occasione di un processo alla prigioniera delle BR-PCC Nadia Lioce, era inserita in un percorso di lotta anti-carceraria; tale percorso individua il regime di 41bis come l’apice, la punta di diamante del sistema di repressione italiano, nonché “scuola” per le amministrazioni penitenziarie di tutti gli stati occidentali e non solo (pensiamo ad esempio alla Turchia). Come campagna “pagine contro la tortura” nell’ultimo anno e […]
Fonte: pagina facebook “ Comitato lavoratori e lavoratrici delle campagne” Ieri, 18 agosto, dentro la tendopoli abbiamo aspettato l’arrivo di polizia e istituzioni in modo pacifico e molto determinato. La sera prima, in un’assemblea insieme anche ai solidali di diverse parti d’Italia, avevamo scelto i nostri portavoce per esporre ancora una volta le nostre richieste. Prima di tutto l’accesso ai documenti per tutti e tutte (permesso di soggiorno, residenza e passaporto), poiché senza non […]
Riceviamo e diffondiamo Fonte: https://nantes.indymedia.org/articles/38349 https://paris-luttes.info/hambourg-ete-2017-j-y- suis-j-y-8550 Lettera di un detenuto del G20 del giorno 14.08.2017, dal carcere di Billwerder ad Amburgo. È passato quasi un mese e mezzo da quando sono stato arrestato durante il dodicesimo vertice del G20, ad Amburgo, in una città assediata e presa in ostaggio dalle forze dell’ordine, ma che ha anche visto nascere per l’occasione una contestazione locale e popolare molto importante. Decine di migliaia di persone, se non di più, affluendo da tutta l’Europa, se non da più lontano, si sono incontrate, organizzate e si sono trovate insieme a discutere, sfilare per più giorni in un grande slancio di solidarietà e coscienti di poter subire in ogni momento la violenza e la repressione della polizia. Per l’occasione è stato costruito, addirittura, un immenso tribunale di polizia, in un prefabbricato, allo scopo di sanzionare nel più breve tempo possibile ogni tipo di contestazione contro questo vertice internazionale. Il mio arresto, come quello di molti/e compagni/e, si basa solo sulla sacrosanta parola della polizia, quella di una brigata addestrata per infiltrarsi, osservare e pedinare “le sue prede”(quarantacinque minuti nel mio caso, per un presupposto lancio di oggetti..), finché una volta isolate, trovano la possibilità di arrestarle mandando colleghi che intervengono velocemente, violentemente, senza lasciare nessuna scappatoia. Eccomi quindi rinchiuso in questo luogo primordiale per il buon funzionamento di un ordine sociale globale, utilizzato come strumento di controllo e di gestione della miseria, essenziale per il mantenimento della loro “pace sociale”. Il carcere agisce come spada di Damocle al di sopra di ogni individuo cosicché sia pietrificato davanti all’idea di trasgredire le regole e al diktat di un ordine stabilito “metro, lavoro, consuma, dormi”, al quale nessun dominato dovrebbe sfuggire per così essere alienato dalla propria vita, sempre in orario, senza mai battere ciglio. Così anche durante il secondo turno delle presidenziali, nel corso delle quali si aspettavano da noi che stessimo “En Marche” oppure che morissimo, preferibilmente in maniera lenta e silenziosa. Il diritto non avendo vocazione ad assicurare il bene generale e nemmeno a essere neutro è l’espressione di una dominazione sempre più aggressiva, istituita dai potenti per garantire loro proprietà e sicurezza e quindi paralizzare, sanzionare, emarginare chi non vede le cose allo stesso modo o chi non si piega. Al di là dei casi di militanti/e detenuti/e, in genere abbastanza sostenuti/e e messi/e in primo piano in queste situazioni, perdurano anche e sopratutto i casi di uomini e donne abbandonati/e alla brutalità e alla crudeltà della reclusione carceraria. Qui il lavoro è retribuito un euro all’ora, di cui la metà è percepibile solo una volta liberati/e. Nella mia sezione i detenuti in detenzione provvisoria o per pene brevi (dai sei mesi ai quattro anni) sono principalmente rinchiusi per un motivo solo: la loro condizione e origine sociale. A parte il personale, pochissimi provengono dal paese ospite, tutti sono stranieri, rifugiati e/o precari, poveri, indeboliti dalla vita. Il loro crimine: non sottomettersi alle “loro” regole del gioco, nella maggioranza dei casi rivolgendosi alla vendita di stupefacenti o commettendo scippi, truffe, in solitaria o in gruppi organizzati a diversi livelli. La reclusione è un pilastro primordiale di questo sistema e non si può criticarla senza attaccare la società che la produce. Il carcere, non funzionando in autarchia, è il tassello perfetto di una società basata sullo sfruttamento, la dominazione e la divisione sotto svariate forme. “Il lavoro e la prigione sono due pilastri essenziali del controllo sociale, il lavoro essendo la migliore delle polizie e il reinserimento un ricatto permanente.” Un pensiero per i compagni/e italiani/e colpiti/e da un’ennesima ondata repressiva, in particolare agli imputati nell’indagine “sull’ordigno […]
Nadia Lioce verrà processata per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva! All’Aquila il 7 luglio, si è tenuta l’udienza contro la prigioniera rivoluzionaria Nadia Lioce processata per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale”. Reati relativi a battiture di protesta, che la detenuta avrebbe messo in atto dopo l’applicazione delle circolari del DAP e la pronuncia della Cassazione del 2014, che hanno stabilito l’impossibilità, […]
Nella giornata di ieri, a due nostre compagne è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari relativo alla giornata di lotta del 22 marzo a San Ferdinando (Reggio Calabria). Ad entrambe è contestato il reato di favoreggiamento per aver impedito a dei carabinieri di identificare un compagno al termine della manifestazione, autorganizzata dagli abitanti della tendopoli. Per una delle due si aggiunge il reato di resistenza per averlo fatto con l’uso della violenza. La lotta delle persone che vivono nella tendopoli […]
Il 24 giugno saremo sotto le mura del carcere di Poggioreale per ribadire la nostra solidarietà a Maurizio Alfieri ed a tutti i carcerati che nelle gabbie di stato non chinano la testa e quotidianamente si battono per la propria dignità. Maurizio è stato trasferito a Poggioreale dal carcere di Opera a Milano, è stato deportato per punizione dopo aver lottato con gli altri carcerati. Hanno dato vita ad una protesta, raccogliendo tra l’altro centinaia […]