Street Parade del primo Luglio:
***Spazi **Reddito *Diritti
Bari, Anno VII dell'era precaria (sette anni dopo la legge Treu).
Siamo precari e rivendichiamo la nostra autonomia
Reclamiamo spazio, reddito e nuovi diritti.
Ciascuno di noi sa, da parecchio tempo ormai, di essere dentro una
trasformazione del modo di vivere, di lavorare, di essere sfruttati e
conseguenzialmente
di lottare. La piena occupazione, questa severa terra promessa,
è ciò che
ci stiamo lasciando alle spalle. Per noi il lavoro è altra cosa
da quello
che è stato per i nostri genitori. Essi subirono altre
trasformazioni, ne
parteciparono, spesso intrapresero delle lotte per dargli un senso e
goderne i frutti.
Sicuramente riuscirono nelle loro lotte e il risultato materialissimo di
tutto ciò è stata la 'bella totalità' del welfare
novecentesco: per noi
tutto questo non è più. L'articolo 18, le confederazioni
sindacali
classiche, il welfare calibrato sui modi di vita delle famiglie anni
novecentocinquanta
rappresentano condizioni di esistenza che non sono le nostre.
Oggi noi precarie e cognitari possiamo tranquillamente affermare che
l'Italya è una repubblica fondata sul lavoro precario. È
da questa ovvietà che
nasce oggi
un inedito processo di autorganizzazione dal basso.
La street-parade che si terrà a Bari il 1 luglio (concentramento
ore 18,
piazza Umberto I) è un tentativo di ricombinare
soggettività sociali
differenti
a partire dalla comune condizione di precarietà forzata, di
mobilità indotta
e di incerta cittadinanza. Auspichiamo che in questa giornata ci sia
una presa di parola diretta di tutto il precariato sociale: dai
lavoratori
interinali, a partita IVA, co. Co. Co, in formazione-lavoro, a
prestazione
occasionale, ai migranti sempre più cittadini a tempo
determinato; dagli
studenti e dai ricercatori che rifiutano la privatizzazione dei saperi
e la distruzione di scuole e università pubbliche, ai lavoratori
della new
economy in crisi.
Generalizziamo la street parade per un reddito di cittadinanza, come
retribuzione/ridistribuzione di tutto quel lavoro non riconosciuto che
svolgiamo, come strumento per liberarsi dalla precarietà imposta
e liberare
tempo di vita. Se flessibilità deve essere allora vogliamo
esserne
protagonisti, ovvero avere diritto di scelta e insieme non subire il
ricatto
dell'intermittenza, per questo noi parliamo di flexsicurity.
Generalizziamo la street-parade per la libera circolazione degli esseri
umani, contro i centri di permanenza temporanei per migranti, contro le
nuovi legge razziali, per un Europa senza filo spinato.
Generalizziamo la street-parade per la libera circolazioni dei saperi,
contro la privatizzazione delle
conoscenze.
Generalizziamo la street-parade perché a Bari mancano spazi di
aggregazione
e perché è inesistente una politica di ridistribuzione
delle risorse. Il
centro di permanenza temporanea che si sta costruendo al Quartiere San
Paolo
costa all'incirca 5 milioni di euri ed è prevedibile che la sua
gestione
sarà altrettanto costosa. Questa struttura sottrae fondi al
welfare
municipale.
Bari, inoltre, con la costruzione di nuovo carcere introduce forme
politiche
di
controllo in cui la criminalizzazione della marginalità e il
contenimento
punitivo
delle classi diseredate fanno le veci di una politica sociale. A fronte
delle attuali condizioni di crescente precarietà del mercato del
lavoro
e del generale impoverimento della vita di tutti, vogliamo che i 5
milioni
di euri, come segno di un radicale cambiamento di prospettiva in materia
di politiche di welfare, siano invece ridistribuiti in forma di reddito.
Del resto non ci interessa.
.
Generalizziamo la street-parade perché vogliamo rendere visibile
la
complessità
di un lavoro che si stende nel tempo fino a sovrapporsi all'intera vita,
fino a rendere produttivo ogni attimo della nostra esistenza. La nostra
fabbrica ha superato le pareti del posto di lavoro e si è
diffusa nella
città; per muoverci spendiamo tempo, soldi, nervi e fiato;
lavoriamo in casa
o cambiamo luogo ogni giorno, lavoriamo nella rete o mentre ci
muoviamo nella città. Il nostro lavoro sfonda i confini della
giornata
lavorativa così come la rappresentano i padroni e i governi:
straordinari
obbligati, turni lunghi, lavoro notturno e festivo sono solo le punte
acuminate del sistema di sfruttamento biopolitico a cui siamo
sottoposti. Le
ansie, le passioni, le relazioni, i saperi, le idee che mettiamo in
gioco nel
lavoro non hanno orario: anzi, a volte, è proprio quando non
lavoriamo che
produciamo
di più. Questo 'di più' deve essere pagato.
Generalizziamo la street-parade in una delle capitali del mezzogiorno
che
maggiormente ha subito le trasformazioni dovute alla transizione
postfordista
e alla costituzione di un sistema imperiale. È con questo tipo
di iniziative
che ci piace segnalare ai ceti politici e intellettuali che è
terminato per
sempre il tempo della 'quistione meridionale' così come si
è trascinata fino
a tutto il Novecento. La questione è oggi globale e locale
insieme, lottare
contro il neoliberismo significa farlo contro le strutture territoriali
dell'impero a partire dalla singolarità delle nostre esistenze.
Noi non
viviamo più attraverso le antiche rappresentazioni del
'carattere
meridionale', le buone cose di una volta, i panorami etnici tanto cari
alle
élites di destra e di sinistra: le tradizioni, se proprio le
dobbiamo avere,
preferiamo inventarle a partire dalle nostre vite. E dunque San
Precario per
noi, come per tutt@ i nostri fratelli e sorelle PreCog con i quali
abbiamo
dato vita all'EuroMayDay il 1 maggio 004, è l'unico patrono che
ci sentiamo
di onorare con culti, rituali e offerte votive. A noi piace e ci
diverte, non
sappiamo a voi.
Siamo 7 milioni di precari in Italia, 30 milioni di part-time in Europa,
pertanto non siamo un fenomeno marginale e minoritario bensì
l'hardcore della
produzione continentale. Ai partiti diciamo che se vogliono essere
utili
hanno una chance: trasformarsi in strutture di servizio. Al servizio
dei
movimenti, altrimenti se ne stiano a casa.
Vogliamo essere felici! Vogliamo nuovi diritti! Vogliamo reddito!
Occupiamo!
Squottiamo! Liberiamo! Autoriduciamoci la spesa in centri commerciali e
ipermercati! Accesso gratuito alla mobilità collettiva!
Diffondiamo saperi,
autogestiamo ricerca! Open source, mp3, Divx: copiamo, masterizziamo e
diffondiamo liberamente, passiamo di mano in mano, di testa in testa!
Creiamo
media!
Moltiplichiamo reti! Facciamo la TV! Riprendiamoci la città!
Riprendiamoci l'Europa!
Bari, Street-parade del Primo Luglio 004, Festa dell'Indipendenza del
Precariato MetroRadicale