Riflessioni sparse

Buongiorno a tutti
Vi scrivo due righe di considerazioni e di riflessioni relative all’incontro dell’altra sera, tentando di fare una distinzione tra la parte più teorica, quindi gli obiettivi del nostro intervento e la parte progettuale e operativa.
Innanzi tutto gran piacere nell’aver ritrovato un gruppo di compagni che necessitano di fare qualcosa contro questa guerra, contro queste guerre.
Penso sia importante domandarsi quali siano gli obiettivi di quella serie di azioni che si andranno a fare, uno sforzo abbastanza grande visto il così poco tempo che ci rimane per fare qualcosa. E a questo proposito mi chiedo, vi chiedo, fino a che punto vogliamo arrivare? Quali tempi e quali luoghi vogliamo raggiungere? Di quali guerre vogliamo discutere? Credo che ogni guerra sia “la guerra”, uguale in ogni caso. Non ne esiste una più grossa, una più importante, una meno dolorosa, una meno sbagliata. E questo lo sappiamo tutti.
Comprendo che sia, forse, una domanda prematura, ma non per questo alla quale togliere importanza.
Ma cominciamo da qui, da dove siamo ora, credo sia la questione principale e su cui concentrarsi.
Partendo dal presupposto che tra gli obiettivi comuni ci stiano sensibilizzazione e controinformazione, credo che una cosa molto importante sia tentare di arrivare non tanto a chi contro la guerra lo è già, quanto invece a chi non è preparato, a chi non sa cosa realmente stia accadendo.
In questo lavoro non dovremmo mai perdere di vista tutti coloro che si procurano informazione attraverso mass media o inesistenti o, e non so cosa sia peggio, di parte filo governativa, perché è questo che ci circonda.
Per fare questo, e qui arriva la parte più difficile, dovremmo riuscire a tenerci distaccati dalla logica dell’uno contro l’altro, del “lui la pensa diversamente da me e quindi io non lo prendo in considerazione”. E’ proprio a questa gente che dobbiamo arrivare. Lo si può cominciare a fare controinformando, appunto, e sensibilizzando: questo significa partire da loro, da ciò che gli sta vicino. Se in Iraq vengono colpite, per scelta o per “errore” che sia, scuole, case, treni e stazioni, ospedali, macchine, bar, e via così, si andrà a lavorare, a sensibilizzare la gente che sta in quei luoghi dove vengono colpiti i civili, civili come noi, civili come loro.Qui sopra non ho fatto volontariamente la distinzione fra bombardamento “per scelta o per “errore””, cosa che farò ora. Quanti sono quelli che credono negli “errori” delle bombe intelligenti? Sono tanti ancora (troppi direi). Questo non deve passare. Come altresì non deve però passare che allora, per falso errore o meno, questa guerra deve essere fatta.
Non limitiamoci a imporre ciò che per noi è un principio fondamentale ed inviolabile. Dobbiamo partire dal presupposto che quello che viene passato alla gente che crede nelle guerre (come dicevo prima) è che queste guerre ci sono perché è giusto prevenire ed eliminare la piaga del terrorismo, è che queste guerre sono fatte per portare pace. E’ gente che forse non si è mai sentita dire “ma lo sapevate che…?”. E allora non deve essere semplicemente un “tu stai sbagliando”, ma un “guarda che ci stanno fregando”.
Se vogliamo proporre boicottaggi, sciopero o semplice personale astensione dal lavoro, ribellione verso quello che sta succedendo, è bene motivarlo. E’ bene parlare di interessi economici che passano sopra ogni cosa con la scusa della piaga del terrorismo, è bene parlare di questo governatore italiano che non segue il presidente degli stati uniti perché tra loro corre grande amicizia, bensì perché non potrebbe fare altrimenti per campare (non solo politicamente, ma proprio moralmente, se non fisicamente), lui assieme a tutti i suoi amici piduisti. E’ bene far sapere che c’è chi per ingannare il popolo presenta dossier sull’Iraq, fingendo che siano stati scritti per mano dell’intelligence, e che poi si scopre che sono stati copiati pari pari da una tesi di uno studente (che tra l’altro parlava di cose successe 13 anni prima nell’invasione del Kuwait!!). E via così… e di cose da dire ne abbiamo tante.
Per questo mi trovo d’accordo con chi sostiene l’importanza di proporre adesivi (=controinfo) in cui si parli di petrolio, ad esempio. Quindi non solo soffermarci su quanto sia giusta la pace e quanto sia ingiusta la guerra. Insomma, spiegare che ci sono in gioco interessi politici ed economici ben più grossi di quello che la gente pensa. Solo allora questa gente potrà ribellarsi. Solo dopo aver saputo, solo dopo aver capito.
E’ un lavoro grosso, che sicuramente non possiamo fare da qui a quindici giorni. E’ un lavoro che dovremmo continuare a fare, con molta fatica, per questa e per tutte le altre guerre, perché, come dicevo all’inizio, una guerra è sempre uguale alle altre.
Partire dal quartiere non deve significare limitare gli obiettivi, e so che questo non è e non sarà. Se il coinvolgimento di amici e compagni è quantitativamente parziale al fine di semplificare l’organizzazione delle iniziative in questo tempo così breve, mi trovo pienamente d’accordo. Ma non dimentichiamoci che se è vero che più si è e più si fa casino (!), è anche vero che più si è e più forze si hanno a favore della buona riuscita di un progetto.Ma veniamo a oggi, a questo momento, circa una quindicina di giorni a nostra disposizione (e sai che bellezza…) in cui darci da fare.
La serie di iniziative che avete proposto mi sono sembrate interessanti, anche se mi rimangono un po’ di perplessità sulla realizzazione di alcune, e che sono forse perplessità più sulle mie capacità che non sulle vostre. Una voce è già arrivata: belli i due disegni dei bimbi palestinesi. Hai già messo giù le frasi per gli adesivi? Per il momento io non ne ho altre, ma l’altra sera credo che abbiamo raccolto un bel po’ di materiale significativo. Perché l’abbiamo raccolto, no? Mbè…se così non fosse tieni conto che mi sono rimaste in mente un po’ di frasi.
Ero partita con l’idea di scrivervi due righe, ma così non è stato. Quello che ho scritto deriva dalla necessità di chiarire anche a me stessa una serie di punti che magari possono risultare banali e già superati, ma sui quali invece ci si può trovare o meno d’accordo, e penso che le nostre e-mail debbano servire anche a questo. Preferisco il dubbio discusso al tacito accordo.
Un saluto a tutti. Alla prossima. (un po’ meno prolissa, promesso!)
Bene. La prossima è già arrivata!
Ho appena ricevuto tutto il vario altro materiale.
I disegni di macs: belli e semplici. Voto la 1,2 e 4 (con qualche leggera modifica che però mò non ho ancora bene in mente…).
Per gli adesivi da comprare dopo mi faccio un giro per sentire altri prezzi, anche se temo che questo ci tocca (visto che tutti i cartolai sono un po’ ladroni).
Per la mappatura posso dare una mano anch’io. Dividiamoci i vari punti.
Bella l’idea di flyers a bar, ciclopi e macchine. Non posso creare il volantino ma posso volantinare, sempre che ci sia qualcuno che mi dia un cambio (i tempi dei bimbi sono sempre indiscutibili…!).
Sono certa dell’esistenza (almeno fino a qualche tempo fa) di un giornale umanista dell’isola. Ma non saprei a breve a chi rivolgermi.
Scusate la mia lentezza/distrazione: bene coinvolgere commercianti di v.le monza, ma in che cosa? Dopo averlo capito magari mi verrà in mente anche cosa proporre…
Logonologo: bello, anche se (forse) farei il megafono rosso. Viene una fetecchia?
A dopo.

per gli articoli per i vari ed eventuali giornali di zona, va benissimo ma non stiamo correndo troppo visto che non abbiamo organizzato nemmeno l'aperitivo, quando inizieremo ad avere un minimo di programmazione rispetto alle cose che vogliamo fare non solo dire ciò che pensiamo di fare anche perchè questi sono giornali di zona e noi dobbiamo sfruttarli in un ottica di amplificazione rispetto a quello che saranno i vari momenti che andremo a costruire, cosi in vece ci si inserisce in una scia autorappresentativa di un idea bella condivisa ma invisibile. che non ha un luogo fisico dove incontrarsi, non dice quali appuntamenti sta preparando in zona e soprattutto quando, sembra tutto un po cosi vago. adesso: si potrebbe decidere di fare già un minimo di scaletta di iniziative pubbliche e di quartiere da fare e poi scrivere delle cose da valutare assieme su bozza preparata da qualcuno sulle cose che in questi due appuntamenti ci siamo detti per stare nel condiviso, non è detto che altro non potrebbe essere condiviso ma e giusto e corretto parlarne. bastardi siete tutti all'aperitivo!!!!