ATTIVITÀ ESTRATTIVE DEI PRIVATI POSSONO CAUSARE SISMI INDOTTI COME PROVATO DALLA SCIENZA E DANNI MILIARDARI COMA ACCADUTO A GRONINGEN.
INGV DEVE RIMANERE ENTE TERZO!
“L’accordo tra INGV e petrolieri, che gestiscono a scopo di profitto una miriade di attività private rischiose per l’ambiente e per i cittadini per le quali sono obbligatorie forme di controllo del tutto autonome, è a nostro avviso totalmente inaccettabile” così organizzazioni nazionali e territoriali che si occupano dei problemi degli idrocarburi, dalla Lombardia alla Basilicata passando per Marche, Abruzzo e Molise, alla notizia della firma, avvenuta ieri, di una convenzione tra Ministero dello Sviluppo Economico, INGV e Assomineraria.
INGV svolge attività esclusive per conto dello Stato, alcune delle quali delicatissime, come la gestione della sala operativa. Inoltre è il principale referente delle strutture pubbliche per tutte le questioni attinenti il tema dei terremoti.
Ormai è scientificamente provato che le attività di estrazione di idrocarburi, reiniezione di fluidi in profondità, coltivazione di cave e stoccaggio di gas possono in determinate condizioni causare sismicità indotta. Si pensi al progetto dello stoccaggio di gas Castor, del valore di oltre 1 miliardo di euro, bloccato dal governo spagnolo dopo una serie di sismi nel 2013 ed ora definitivamente accantonato dopo uno studio del Ministero per l’Energia spagnolo con il MIT che evidenziava un rischio di sismi innescati sino a Magnitudo 6,8.
Dal 1968, con un articolo uscito su Science, è noto che l’iniezione di fluidi nel sottosuolo può provocare sismi anche di forte intensità e dannosi. Da allora sono state pubblicate decine di ricerche scientifiche sulla sismicità indotta, tanto che ora in USA il Servizio geologico nazionale classifica i sismi in indotti, come quelli di Oklahoma City con plurimi eventi sopra M 5 e diversi danni e feriti, o naturali. Anche per l’Italia sono state pubblicate diverse ricerche sul tema, ad esempio sulla reiniezione di fluidi in Basilicata da parte di ENI.
Anche dal punto di vista delle responsabilità vi sono questioni delicatissime. Ad esempio, ricordiamo che fin dal 2008, con alcuni decreti ministeriali di V.I.A., lo Stato associa ufficialmente alle attività di stoccaggio del gas nel sottosuolo il rischio di provocare sismi indotti e vi sono obblighi, per quanto singolari (visto che una volta avvenuto il sisma non si possono azzerare eventuali danni a cose e persone), di monitoraggio e addirittura di regolazione per evitare sismi impattanti, nonostante l’esperienza di Castor abbia escluso la possibilità di controllare in maniera deterministica i fenomeni del sottosuolo. Alleghiamo una di queste prescrizioni contenute in uno dei recenti decreti di VIA (quello per lo stoccaggio in sovrapressione al Treste in Abruzzo).
Collaborare con chi può causare sismi indotti, con le ovvie conseguenze in termini di verifica delle responsabilità per eventuali cause miliardarie, come è accaduto in Olanda a Groningen a seguito di decenni di estrazioni di gas con danni su migliaia di case, è quindi totalmente inaccettabile.
L’attività di ricerca scientifica è fondamentale ma deve essere scevra da potenziali condizionamenti, soprattutto quando ci sono in ballo cifre miliardarie e magari anche questioni ancora più serie come danni irreparabili. È lo stato che deve garantire agli organismi pubblici di poter fare ricerca. Tra l’altro l’esperienza in corso in Basilicata in merito all’accordo vigente tra ENI e INGV proprio sulla sismicità ha sollevato enormi problemi per quanto riguarda la trasparenza dei dati raccolti nei confronti dei cittadini, con dinieghi e ricorsi. Insomma, è l’ennesima dimostrazione dell’inopportunità di accordi di queste genere per enti che dovrebbero essere visti come super partes dai cittadini quando vi sono di mezzo interessi così consistenti.
Per saperne di più sui terremoti indotti consigliamo di consultare il sito dell’USGS americano: https://earthquake.usgs.gov/research/induced/
Primi firmatari:
FORUM H2O
COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV
TRIVELLE ZERO MARCHE
TERREINMOTO
COMITATI AMBIENTALISTI LOMBARDIA
COORDINAMENTO NO TRIV LOMBARDIA
COORDINAMENTO NO HUB DEL GAS – ABRUZZO
MEDITERRANEO NO TRIV
FONDAZIONE LORENZO MILANI – TERMOLI
TRIVELLE ZERO MOLISE
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