Mercoledì prossimo saremo a Ravenna per manifestare contro l’Eni nel giorno della riunione online degli azionisti della multinazionale del fossile a partecipazione pubblica tra le maggior responsabili della crisi climatica globale e della devastazione ambientale di tanti territori locali…come campagna Per il clima Fuori dal fossile saremo presenti con nutrite delegazioni anche dalle regioni più vicine
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Ravenna è il banco di prova per il futuro energetico in Italia, e non solo…
Mercoledì 12 maggio saremo in tanti dalle 17 in piazza proprio a Ravenna per ribadire, in forma radicale, la netta contrarietà al progetto Eni CCS, Carbon Capture and Storage:
perchè è inaccettabile pensare che fondi pubblici del recovery fund possano finanziare un progetto privatistico di una multinazionale tra le maggiori responsabili della crisi climatica globale e locale;
perchè è un progetto di produzione di idrogeno “blu” da fonti fossili e cattura della co2 emessa in esubero, che non fa altro che tardare il già lento processo di decarbonizzazione, e mantenerci sempre più dipendenti da gas e petrolio;
perchè si tratta di una proposta obsoleta e nei fatti impraticabile, già sperimentata altrove con pessimi risultati, e accantonata negli Usa come altrove.
Il progetto Eni CCS è un esempio circostanziato che ben rappresenta il modus operandi di Eni a livello generale oltre le campagne mediatiche di greenwashing ed ecologismo da parata per mantenere uno status di azienda, ancora con una larga partecipazione statale, che strizza l’occhio a riconversioni di facciata con le quali mitigare il vero zoccolo duro aziendale: fonti fossili, petrolio gas, ramificazioni multinazionali, rapacità estrattiva in Italia e in Europa come in Africa e altrove nei tanti sud del mondo.
ENI è un perfetto paradigma dell’ideologia estrattivista delle multinazionali del settore: profitti per pochi, inquinamento e povertà per tutti gli altri.
Lo scorso anno seppur nel clima di piena pandemia e lockdown come campagna nazionale in occasione della riunione degli azionisti Eni del maggio 2020 agimmo una serie di proteste in tante città, da nord a sud, sotto la sigla stop velENI.
Oggi il concentrarci a Ravenna rappresenta l’espressione di mesi di mobilitazioni assemblee connessioni larghe e plurali, che si sono date in quella città, come in tutto il territorio regionale, che hanno saputo mettere in cortocircuito il decennale monopolio Eni in quei territori e le sue coperture politiche locali e nazionali.
Invitiamo tutti ad esserci mercoledì 12 maggio perchè sarà un’altra tappa di un processo di movimento che ha proposte ed idee chiare: la transizione ecologica ed energetica non può passare attraverso la perpetuazione delle produzioni da fonti fossili e la CO2 non va catturata e nascosta sotto un tappeto, ma vanno semplicemente e necessariamente abbattute le sue emissioni.
Vincere questa vertenza è possibile e necessario, come lo è altrettanto avanzare proposte finalizzate ad una reale transizione energetica ed ecologica.
Per il clima fuori dal fossile sostiene progetti alternativi e praticabili, quelli si meritori dei finanziamenti pubblici del recovery fund, che prefigurano un nuovo e diverso sistema produttivo, che valorizza il territorio, incentrato sulle energie rinnovabili, capace di offrire nuovi posto di lavoro, senza impatti negativi sull’ambiente e la salute, come il progetto di Porto bene comune di Civitavecchia.
Il futuro non si stocca. No CCS Eni di Ravenna. Per il clima Fuori dal fossile.
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