Un’assemblea generale molto partecipata e attesa dopo un periodo convulso di incontri e iniziative messe in campo, per rifare il punto di quanto già seminato e determinare un passaggio di fase in avanti.
Attivisti provenienti dalle diverse province marchigiane sono intervenuti e hanno dibattuto sullo stato della rete regionale che, a quasi quattro anni dalla sua fondazione, rappresenta un patrimonio unico e senza eguali nel territorio marchigiano, capace di creare un tessuto di relazioni locali, regionali e nazionali, alla ricerca di un avanzamento continuo sul terreno delle lotte ambientali, per la giustizia climatica.
La dimensione organizzativa strutturale della rete, data su nodi territoriali e/o cittadini, si è ritenuto necessario, nei diversi interventi, rinnovarla e adeguarla ad una fase di accresciuta complessità dell’intervento che si articoli su più fronti. Sono state valutate diverse proposte e infine si è deciso di individuare uno o più referenti locali per costituire gruppi di lavoro permanenti sulle tematiche specifiche e rendere più veloce la consultazione ogni qualvolta sia necessario prendere decisioni urgenti.
Anche la dimensione mediatica andrà ricalibrata e dovrà essere in grado di confrontarsi con le continue sollecitazioni che ci provengono dall’esterno. Un terreno a volte scomodo ma che va percepito anche come opportunità. In questi anni è riconosciuta nonostante tutto una grande capacità attrattiva nei social network che anche nel presente ha saputo bucare lo schermo dei media nazionali.
Al netto di un dibattito critico e necessario, che ha rianalizzato anche la fase dell’impegno della rete sul terreno referendario evidenziando limiti e contraddizioni di quell’azione da vari punti di vista, l’assemblea ha rinnovato l’impegno ad attivarsi su diversi livelli di conflittualità e propositività che ora dovranno essere socializzati e coordinati al meglio.
Un dato, ora riconosciuto di lungimiranza, è quello di essere stati tra i protagonisti della prima contestazione pubblica, nel lontano maggio 2018, nel farsi del nuovo governo, in piazza, al comizio di Di Maio ad Ancona: gli effetti nefasti e distruttivi del contratto giallo-verde, della svendita del patrimonio di lotte ambientali e territoriali in nome di un paradigma securitario sempre più autoritario e demagogico, si stanno velocemente materializzando.
È stata ribadita la necessità di impegnarsi per lo sviluppo di un movimento indipendente, a livello locale e nazionale, che attraverso le mobilitazioni per la salvaguardia del clima e dell’ambiente, per la salute e la messa in sicurezza dei territori, sappia mettere in discussione un modello di sviluppo che oggi va assolutamente superato.
Sono stati quindi decisi i seguenti punti:
- Partecipazione alla manifestazione nazionale a Roma del 23 marzo “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili”
- Partecipazione allo sciopero del prossimo 15 marzo con la chiamata Climatestrike, sciopero mondiale per il clima e il futuro, con manifestazione ad Ancona.
- Diffusione in tutto il territorio regionale della campagna “Per il clima, Fuori dal fossile!” nata dall’assemblea interregionale dei movimenti contro la deriva petrolifera che abbiamo contribuito ad organizzare a Termoli lo scorso 3 febbraio, a fronte del tilt governativo sull’ondata di rilascio di nuovi titoli e permessi di perforazione e ricerca seguita da una repentina marcia indietro che prevede uno stop momentaneo e temporale breve legato alla definizione dei piani d’area. E’ stato deciso il massimo impegno della rete marchigiana per la riapertura di una vertenza generalizzata sul tema energetico e contro la deriva petrolifera.
- Mobilitazione contro i piani di realizzazione del gasdotto SNAM che intende squarciare il territorio dell’entroterra umbro-marchigiano e nello specifico del maceratese già colpito dal terremoto, contro la politica energetica dei gasdotti e degli stoccaggi che vuole un’Italia anacronistica Hub del gas. L’assemblea ha deciso di partecipare al Festival organizzato a Fabriano da TERREINMOTO dal 15 al 31 marzo e, in particolare, di intervenire all‘Assemblea verso una carta dell’Appennino che si terrà il 30 marzo.
- Adesione alla petizione in opposizione al progetto EastMed-Poseidon, il gasdotto più lungo del mondo che dovrebbe attraversare Italia Grecia Cipro e Israele.
- Avvio di una nuova campagna per la chiusura e bonifica del Petrolchimico API di Falconara. Da tempo e nello specifico dopo l’incidente dello scorso aprile, anche grazie ad alcuni attivisti, falconaresi e non, che da decenni si battono contro il petrolchimico Api, la rete Trivelle Zero ha approfondito le relazioni con i comitati locali e sostenuto lo snodarsi delle tante iniziative assembleari e di piazza, con la convinzione che partendo dal piano rivendicativo circa i monitoraggi delle esalazioni e le forme di controllo sull’operato della raffineria e lo stato di salute della popolazione, sia impellente riaprire il dibattito sulla conversione industriale e la messa in sicurezza del territorio, superando l’aspetto localistico del problema e facilitando l’incontro di questo movimento cittadino con i tanti movimenti in lotta e in rete lungo la penisola. In questa fase il grande lavoro dei comitati cittadini e la mobilitazione popolare che ne segue può davvero rappresentare un caso emblematico di uscita dalla deriva petrolifera.
- Sul piano regionale la rete Trivelle Zero continuerà a seguire le vertenze locali nel pesarese, nell’anconitano e nell’asse ascolano/sambenedettese relative alle trivellazioni e alle ricerche in mare con airgun.
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