SIN di Falconara: bonifiche quando, bonifiche subito!

SIN di Falconara: bonifiche quando, bonifiche subito!

La manifestazione dello scorso sabato 1 agosto davanti alla raffineria API ha riproposto con forza all’attenzione pubblica il problema della bonifica nelle aree pubbliche e private del SIN di Falconara Marittima.

Come ampiamente sottolineato è inaccettabile che le risorse già assegnate, del valore pari a 3.272.727 euro, con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 308 del 28 novembre 2006, e dopo la successiva stipula dell’Accordo di programma quadro tra Ministero competente Regione Marche e Comune di Falconara Marittima, siano ancora bloccate, da ormai oltre 13 anni.

E’ sconcertante come in questo lungo lasso di tempo chi di dovere non abbia prodotto gli studi di fattibilità, progettazione e integrazioni varie richieste nell’accordo di programma per dare esecuzione alla bonifica.

Un intervento necessario innanzitutto per salvaguardare un ecosistema gravemente contaminato nel sottosuolo e nelle falde acquifere.

Ma è un’iniziativa importante anche per il rilancio economico di un territorio che versa nel degrado, sia dal punto di vista occupazionale, sia per la possibilità di sviluppo di aree pubbliche ora dismesse.

 

L’ultima iniziativa nota degli enti locali responsabili risale al settembre dello scorso anno, quando l’amministrazione comunale diede notizia di una serie di incontri avvenuti con i tecnici dell’Arpam e della Regione, a partire dal dirigente regionale Massimo Sbriscia e dal direttore generale di Arpa Marche Giancarlo Marchetti, per sbloccare definitivamente la situazione.

“L’Arpam ha assicurato che potenzierà il personale dedicato alle attività inerenti il Sin e che entro ottobre consegnerà i risultati dello studio per la determinazione del valore di fondo naturale di alcune sostanze più diffuse presenti sul terreno, una delle progettazioni previste dall’accordo di programma del 2011 con il Ministero dell’Ambiente e dalla convenzione tra Regione e Arpam del 2014.

Il sindaco Stefania Signorini ha annunciato che convocherà incontri periodici con gli enti interessati per fare il punto delle attività e monitorare l’andamento dei lavori, in modo da sollecitare gli enti stessi” (21/09/2019).

Chiediamo sia fatta necessaria trasparenza sulla documentazione allo stato attuale ancora mancante ai sensi dell’articolo 3 dell’accordo di programma quadro del 20 luglio 2010.

Che si chiariscano gli interventi programmati riguardanti le aree pubbliche dell’area denominata Sottopasso di via Monte e Tognetti e dell’area Ex Antonelli, come dell’area di proprietà della Parrocchia di S. Maria della Neve e S.Rocco, come anche quelli inerenti la falda acquifera e l’area marino costiera inclusa nella perimetrazione del SIN, non di competenza della raffineria Api.

è necessario che si riferisca sullo stato delle bonifiche all’interno del sito Api, di cui è responsabile il privato stesso.

Ricordiamo che, come dai dati espressi dal Piano Regionale  per la bonifica delle aree inquinate, “l’area dello stabilimento è caratterizzata da un inquinamento da idrocarburi legato alle attività di raffineria. Suolo, sottosuolo e falda acquifera risultano fortemente contaminati da idrocarburi leggeri e pesanti, MTBE, metalli pesanti, IPA.

Vaste aree della falda presentano prodotti in galleggiamento.”

A testimonianza della gravità della situazione riportiamo l’elenco dei principali tipi di inquinanti che riguardano il sottosuolo: Benzoantracene, Dibenzoapirene,

Dibenzoantracene,Indenopirene, Benzofluorantene, Benzoperilene, Pirene, Crisene, Toluene, Benzoapirene, Xilene, Idrocarburi leggeri e pesanti, Benzene, Etilbenzene, Benzo(k)fluorantene; mentre per le acque sotterranee: Toluene, Tetracloroetilene, Piombo, para-cilene, Nichel, n-esano, Manganese. Etilbenzene, Benzene, nonché concentrazioni dei parametri di MTBE, ETBE, Piombo tetraetile e trimetilbenzeni superiori ai valori limite suggeriti dell’ISS ed adottati dal Ministero dell’Ambiente in qualità di responsabile del procedimento.

A tutto questo si unisce l’attualità delle proposte del governo nazionale.

Il decreto Semplificazioni, nei suoi passaggi che riformano il procedimento di VIA (valutazione di impatto ambientale), le bonifiche e le prerogative dei SIN (siti di interesse nazionale) e tanto altro in materia ambientale, è stato criticato da oltre 160 associazioni e comitati, che hanno anche proposto 34 emendamenti migliorativi.

Riteniamo doveroso, anche per continuare a dare rilevanza pubblica al contestatissimo iter parlamentare del decreto legge “Semplificazioni”, che si protrarrà fino a settembre, indire altri momenti assembleari e presidi, dopo quello di sabato scorso ai cancelli dell’Api.

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