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tel>>320 6914118 mail>> reteuniversitari.bo at inventati punto org Siamo presenti al a VAG Officina dei media di Via Paolo Fabbri 110: (dov'è?) Materiali consultabili on line [Esistenze Precarie / Resistenza Sociale '06" - volantone del marzo 2006] [Esistenze Precarie / Resistenza Sociale" - volantone dell'aprile 2005] Download (in
pdf) 06/2006 [PROIBIRE NON PAGA - OPUSCOLO
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Rete sul vecchio Acab
News Archivio comunicati Oggi mercoledì 8 novembre nasce in via Zamboni 34 uno spazio autogestito dagli studenti
EsPRésS Es.istenze P.recarie Res.sistenza S.ociale Il laboratorio dell'ALTRA università. Nell'università del 3più2, dei saperi in pillole, dei numeri chiusi, apriamo dal basso uno spazio di discussione e un progetto di azione. Un'aula occupata, uno spazio di incontro e di incontro e di costruzione politica, un laboratorio dove sperimentare percorsi di inchiesta e di conflitto sul territorio dei saperi, del diritto allo studio e del reddito. EsPRésS è una tappa di un percorso di lotta che vuole affermare il diritto all'accesso per tutte e tutti a ogni grado della formazione, contro ogni forma di sbarramento e di numero chiuso. EsPRésS lavora per l'autogestione del percorso formativo e per l'autoformazione, modalità concrete attraverso le quali allargare spazi di autonomia e di creazione. EsPRésS rifiuta la privatizzazione della conoscenza, i brevetti e il copyright, pratica la libera condivisione dei saperi. EsPRésS è un progetto di conricerca sulle tematiche della precarietà, è uno spazio in cui agitare i linguaggi e le pratiche della riappropriazione metropolitana. EsPRésS è uno spazio di libera socialità autogestito dagli studenti, è un caffé mattutino, un pranzo sociale, un film pirata. EsPRésS è il territorio di un'espressione comune. EsPRésS il 17 novembre porta lo sciopero generale nelle facoltà! TAKE YOUR TIME TAKE YOUR PLACE Rete Universitaria Bologna per l'autorganizzazione sociale PROGRAMMA 8-9-10 NOVEMBRE ###OGNI MATTINA DALLE 10 SALA STUDIO AUTOGESTITA Mercoledì 8 Novembre Ore 10 - Caffè e giornale... colazione precaria Ore 13 - Pranzo sociale Ore 15 - Assemblea EsPRésS Giovedì 9 Novembre Ore 10 - Caffé e giornale... colazione precaria Ore 15 - Proiezione pirata di "Nuovo Mondo - C'era una volta in America" di E. Crialese Venerdì 10 Novembre Ore 10 - Caffé e giornale... colazione precaria Ore 13 - Pranzo sociale Ore 15 - Assemblea pubblica - Verso lo sciopero generale del 17 Novembre ### Costruiamo una giornata di lotta contro la finanziaria del governo Prodi. Costruiamo percorsi di conflitto a partire dalle nostre facoltà [torna su] TESTO DELL'INTERVENTO DELLA RETE UNIVERSITARIA ALLA COMMISSIONE CONSILIARE SUI CPT APERTA ALLA CITTADINANZA DEL 17/10/06 Il 7 ottobre abbiamo manifestato contro le frontiere, per la libera circolazione delle persone, perché ogni uomo possa scegliere dove e come vivere. Il CPT è chiaramente una frontiera interna alla città che nega di fatto questo elementare diritto. Il CPT di Via Mattei, come tutti i CPT e tutte le strutture detentive, non ha lo scopo di eliminare il “problema immigrazione clandestina”. Il problema lo crea. La “clandestinità” infatti non è una piaga sociale cui il CPT vuole porre un freno, ma è l’esito perverso dell’applicazione di leggi; leggi che creano un vuoto giuridico nel quale migliaia di persone finiscono intrappolate, private di ogni tipo di personalità giuridica, diritto, umanità. Il CPT crea clandestinità e la crea perché la nostra società ne ha bisogno.(Lo ammette lo stesso prefetto Pansa: il mercato italiano preferisce i lavoratori clandestini). “Errore di percorso” della politica italiana sull’immigrazione? No, effetto desiderato, perseguito e finalmente ottenuto. Oggi l’Italia è un paese che importa migliaia di schiavi, li tortura e li uccide, facendoli per giunta passare per criminali, nel silenzio colpevole delle istituzioni. Forse l’amministrazione comunale non sa che all’interno dei CPT le violenze fisiche e psichiche sono all’ordine del giorno? L’amministrazione comunale non sa che “clandestino” vuol dire semplicemente “non in possesso di un dato pezzo di carta”? Non sa che all’infrazione amministrativa non si risponde con la sanzione penale? Non sa che miliardi di CPT non serviranno a fermare le migrazioni? Non sa che il problema del CPT non è che è più o meno accogliente, ma che esiste? La migrazione non è un fatto locale, è funzionale al capitalismo. Ma la politica dovrebbe opporsi alle logiche economiche con risposte, appunto, politiche, alle legittime rivendicazioni dei molti sfruttati. Scommetto che l’amministrazione comunale sa anche questo. Solo che l’amministrazione comunale è complice di ciò che è palesemente ingiusto, legalmente insopportabile, umanamente ributtante. Non informa la sua cittadinanza che le leggi dello Stato hanno istituito dei “campi di concentramento” sul suo territorio. Non si ribella a questa infamia (e sono sicura di stare usando, in questo contesto, la parola giusta al momento giusto), ma con il suo silenzio si rende connivente e quindi altrettanto colpevole di ogni vita distrutta dal CPT e dalle leggi sull’immigrazione. Per questo noi chiediamo che l’amministrazione comunale faccia quanto in suo potere – e anche di più – per dissociarsi dalla politica criminale dello Stato italiano e prenda pubblicamente posizione contro il CPT, a Bologna e altrove, come peraltro già fece in campagna elettorale; chiediamo che l’amministrazione comunale chiuda immediatamente il CPT di Via Mattei; chiediamo che l’amministrazione comunale finalmente confessi alla cittadinanza quanto accade all’interno del CPT, chi lo finanzia, chi lo gestisce, chi ci guadagna. E agli ottusi appelli alla “legalità” che troppo spesso escono da questa stanza rispondiamo che se [torna su] MARTEDI' 17 OTTOBRE ORE 14 A PALAZZO D'ACCURSIO COMMISSIONE CONSILIARE SUI CPT APERTA ALLA CITTADINANZA Siamo le frontiere che abbattiamo! Siamo le città che attraversiamo! Sabato scorso centinaia di persone hanno attraversato le vie del centro con la No_Border_Parade per ribadire che Bologna non vuole i CPT. Non vuole il lager etnico di via Mattei, luogo di sistematica segregazione razziale e di violenza quotidiana in cui centinaia di migranti vengono detenuti senza essere accusati di alcun reato. Nei giorni precedenti e successivi la stessa cosa è stata ricordata anche alla Concerta Spa, che fa profitti sulla pelle dei migranti con l'appalto della distribuzione dei pasti, e ai giudici di pace, che contribuiscono al meccanismo giudiziaro con cui si finisce in via Mattei. Due giorni dopo la Parade centri sociali, collettivi universitari e occupanti di case hanno fatto sentire la propria voce al consiglio comunale pretendendo che questo prendesse una posizione chiara sui CPT, dopo che Cofferati ne aveva inserito la chiusura tra le innumerevoli promesse (mancate) della campagna elettorale e la vicesindaco Scaramuzzino lo aveva ribadito appena insediata la nuova giunta (“Chiudere il CPT qui e altrove”). L'interruzione del consiglio e il conseguente imbarazzo politico dell'amministrazione hanno ottenuto la convocazione di una commissione consiliare sulle politiche sociali appositamente dedicata alla questione CPT e aperta alla cittadinanza. Le realtà che hanno promosso la No_Border_Parade prenderanno parola in quella sede politica e decisionale per porre a chi amministra questa città una rivendicazione precisa: chiusura dei CPT senza la creazione di strutture alternative e senza aggirare il problema con ipocriti tentativi di “umanizzazione”. Cofferati dovrà finalmente uscire dall'ambiguità e dare una risposta chiara alla cittadinanza. Potrà chiedere al governo di chiudere la struttura di via Mattei perché calpesta i più elementari diritti dell'uomo, oppure continuare ad avallarne l'esistenza. E la segregazione, le violenze, i pestaggi, le morti... Rete Universitaria per l'autorganizzazione sociale [torna su] (05/10) LA SCUDERIA COMPLICE DI UN LAGER! La Scuderia, locale dell’Arstud (Azienda Regionale per il diritto allo Studio), è affidato in gestione alla Concerta S.p.A. e alla Ruvido S.r.l. La Concerta è la stessa azienda che gestisce la mensa universitaria di Piazza Puntoni e che ha l’appalto per le forniture di pasti ai CPT di Via Mattei a Bologna e di S. Anna a Modena. Si tratta quindi di un’azienda che non solo lucra sui bisogni degli studenti (la mensa di Piazza Puntoni è la più cara d’Italia) ma si rende complice di quel carcere etnico che è il CPT. Un luogo dove vengono rinchiusi migranti che non hanno commesso alcun reato, e che scontano fino a 60 giorni di reclusione fino al momento del rimpatrio. Un luogo funzionale al controllo sistematico del desiderio, del bisogno e del diritto universale di attraversare il mondo. Un luogo che è dispositivo istituzionale di precarizzazione globale del lavoro e delle esistenze. Un luogo fatto di violenza e segregazione, pestaggi e morti sospette. Una struttura costruita sulla base delle disposizioni contenute nella legge Turco-Napolitano e poi adeguata alle norme ancora più razziste della Bossi-Fini. Una struttura aperta e gestita con il silenzio-assenso degli enti locali bolognesi (Cofferati in campagna elettorale ne aveva promesso il “superamento” ma nulla è stato fatto in questa direzione) ma anche con la collaborazione di aziende come la Concerta e la Misericordia e di organizzazioni come la Croce Rossa. E se la complicità della Concerta nella gestione del CPT è evidente, noi vogliamo sottolineare anche la complicità dell’Arstud, che ha consapevolmente appaltato due strutture centrali nel cuore della zona universitaria ad un’azienda disposta a tutto in nome del profitto. Le conseguenze sono evidenti: le esternalizzazioni portano ad una gestione aziendalista fatta di servizi scadenti e insufficienti, prezzi inaccessibili e pesante sfruttamento dei dipendenti, allo scopo di ingrassare le casse di aziende “amiche” come la Concerta. Per questo abbiamo sempre sostenuto e ribadiamo che la mensa dovrebbe essere gratuita e gestita direttamente dall’Arstud. Alla Scuderia poi l’esternalizzazione ha portato conseguenze ben più gravi del semplice aumento dei prezzi o dello stravolgimento della funzione di un locale che anni fa era a sua volta una mensa universitaria. In questi anni infatti abbiamo raccolto numerose testimonianze di discriminazioni evidenti compiute in quel luogo. Dal negare l’accesso ad un ragazzo di colore al decidere chi può entrare in base all’abbigliamento, fino allo sconcertante divieto di studiare dentro al locale. Tutto questo da aggiungersi ovviamente alla selezione economica creata da serate con ingresso a 10 euro… In Piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria, esiste quindi uno spazio in origine pubblico che è diventato luogo di discriminazione e di selezione, di profitto e di sfruttamento. Costruiamo iniziative di controinformazione, di conflitto e di riappropriazione, perché Concerta e Arstud devono essere messe di fronte alle loro responsabilità! Vogliamo che spazi fondamentali per il diritto allo studio, come la Scuderia e la mensa, siano gestite dall’università e non privatizzate ad aziende infami come la Concerta! Mobilitiamoci per la chiusura immediata dei CPT e per la libertà dei migranti! Rete Universitaria per l'autorganizzazione sociale [Torna
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