IL FONDO SULLA SCUOLA DELL'ARCHIVIO "PRIMO MORONI"

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Il lavoro di sistemazione del fondo scuola è servito a Maria Luisa Tornesello per scrivere

Il sogno di una scuola


Lotte ed esperienze didattiche negli anni Settanta: controscuola, tempo pieno, 150 ore

2006, Ed. Petite Plaisance (www.petiteplaisance.it)

Mettiamo a disposizione qui in PDF il Capitolo 4.3: La richiesta e la realizzazione del tempo pieno (zip), dove si racconta la tortuosa genesi del tempo pieno e delle compresenze, particolarmente significatiiva in tempi in cui l'orologio della scuola sembra voler essere riportato indietro nel tempo.

Milano 3.9.2008, Archivio Primo Moroni





Presentazione

Nell'ambito delle attività previste per la realizzazione dell'archivio "P. Moroni", si è pensato di dare un notevole rilievo alla ricostruzione dei materiali di movimento e di didattica alternativa, che caratterizzarono la scuola dell'obbligo fra la fine degli anni '60 e gli anni '70.

I motivi di questa scelta sono parecchi.
In primo luogo, la produzione e la diffusione di opere di didattica alternativa costituirono uno degli interessi più vivi e fecondi dello stesso Primo Moroni e della libreria "Calusca", importante punto di incontro e di confronto culturale sia per la sinistra che per gli insegnanti delle scuole sperimentali a tempo pieno e dei corsi 150 ore: ricordiamo le attività editoriali con Ghiron (l'editore della celebre enciclopedia "alternativa" Io e gli altri), col Centro di documentazione di Pistoia, con il CRMP (ex Centro Fanon) per la messa a punto di dispense per i corsi 150 ore, oltre alla costituzione del Centro di documentazione scuola di via S. Croce a Milano.
Inoltre, si voleva far conoscere e valorizzare un periodo storico e una situazione (la scuola) particolarmente stimolanti. Negli anni presi in considerazione, infatti, si manifestano apertamente il modello di sviluppo italiano e le trasformazioni da esso provocate. Quanto alla scuola, se ne ha una nuova visione, che la rende partecipe dei fermenti che attraversano il sociale (lavoro, casa, salute, malattia mentale, handicap, trasmissione della cultura e mezzi di comunicazione di massa).
Infine, ci si è posti l'obiettivo della restituzione di una memoria critica e problematica, non "reducistica", ma non deformata, fedelmente ricostruita attraverso la pluralità delle voci, la complessità delle tematiche, le contraddizioni, pensando in particolare agli studenti di oggi e al loro difficile approccio alla storia del Novecento.

L'idea di una valorizzazione del materiale sulla scuola, integrando quel che resta del patrimonio della "Calusca" con contributi anche molto corposi di insegnanti che facevano parte del movimento negli anni Settanta, è di Maria Luisa Tornesello, insegnante all'epoca nella scuola media a tempo pieno e nei corsi 150 ore, amica di Primo Moroni e frequentatrice assidua della libreria. Per una ricostruzione del movimento nella scuola dell'obbligo negli anni Settanta può essere consultata la sua tesi di dottorato in Storia delle società contemporanee, dal titolo Apriti, scuola! Istanze di rinnovamento, gruppi di pressione, trasformazioni nella scuola dell'obbligo dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Settanta: una prima ricognizione (Torino, 2004).
Per prima cosa si è proceduto al riordino e alla catalogazione del materiale sulla scuola presente in libreria, che purtroppo, per le vicissitudini della Calusca, è gravemente depauperato. Fortunatamente si sono salvati i materiali didattici alternativi che si possono ricostruire quasi al completo (v. sezione II C Materiali). Si è inoltre cercato di stabilire un rapporto con altri partecipanti al movimento e di promuovere una raccolta e messa in comune di materiale. Un buon contributo all'integrazione del [fondo librario] della Calusca è venuto dal riordino e dalla catalogazione dei libri appartenenti a Roberto Signorini, Maria Luisa Tornesello e Adriana Chiaia, insegnanti presso la Scuola media Marelli di Milano dal 1973 al 1979. Anche questo materiale sarà inserito nell'archivio, grazie alla catalogazione elettronica: fisicamente, però, sia i libri che il materiale grigio saranno collocati presso l'ISEC di Sesto San Giovanni, per garantirne la conservazione e la consultazione. Attualmente il fondo dispone della produzione più significativa nel campo della didattica alternativa degli anni Settanta.
Molto interessante e ricco è anche il [materiale grigio] raccolto e conservato da alcuni insegnanti della scuola media "Marelli": Adriana Chiaia (v. fondo Chiaia, 1970-1977 e Roberto Signorini (v. fondo Signorini, 1973-78). A questo si aggiunge il materiale raccolto da Giacomo Paccini, preside della scuola media a tempo pieno di Sovico e coordinatore dei corsi 150 ore, attualmente conservato dalla figlia (Carte "Giacomo Paccini"). Si tratta di un'importante acquisizione. Giacomo Paccini, il "preside della Resistenza", era stato partigiano. Impegnato nell'attuazione di una scuola democratica, ha lottato per l'ottenimento del tempo pieno, realizzando nella scuola media di Sovico una sperimentazione che è durata fino alle restrizioni Moratti. E' stato fra i primi a contribuire all'inserimento nella didattica della tematica antifascista, promuovendo l'informazione degli studenti attraverso mostre in collaborazione con l'ANPI, visite ai luoghi delle stragi, racconti, poesie e piccoli lavori teatrali. Ha partecipato alla gestione dei corsi 150 ore come coordinatore per le scuole di Milano e provincia.. Ci si è poi messi in contatto con Daniela Campiotti (Centro via S.Croce), Cristina Degan (scuola di via Cagliero), Paola Spazzali (Umanitaria), Angela Persici (Rinascita). Anche i materiali in loro possesso potrebbero fare parte della rete.

Molte sono ancora le persone da contattare. Come si può capire, la nostra è una proposta aperta ad ulteriori contributi e potrebbe costituire il primo passo verso una rete informativa su questo tipo di documenti, poco conosciuti ma estremamente stimolanti. Va sottolineata l'utilità di questo genere di archivi: gli archivi scolastici, infatti, conservano solo il materiale "ufficiale", con conseguente dispersione delle biblioteche di classe, non conservazione di documenti quali programmazioni, prese di posizione, ecc. Si pensi al caso emblematico di Sovico, scuola a tempo pieno "storica" e centro di coordinamento dei corsi 150 ore, dove la ricchissima documentazione esistente ha rischiato la distruzione; e ancora la totale "normalizzazione" della Marelli, la sparizione di ogni traccia dei corsi 150 ore nelle varie scuole ecc. Né in genere hanno fatto molto di più per la conservazione di questo tipo di documenti gli organismi istituzionali (CGIL o CISL scuola - CIDI - IRRE), un po' per disinteresse e un po' perché legati ad un sistema di catalogazione e conservazione "rigido". Quanto alle Università, risultano assenti a parte qualche rara eccezione. Tanto più lodevole appare, da una parte, la scelta di molti Istituti della Resistenza di cominciare a raccogliere materiale legato alla contemporaneità ed in particolare ai movimenti dal '68 in poi e, dall'altra, il moltiplicarsi, soprattutto da qualche anno a questa parte, di Fondazioni e archivi della sinistra, che continuano la tradizione dei Centri di documentazione degli anni Settanta. Certo, la vita di questi organismi è molto difficile: mancano i fondi; le attività si reggono sul volontariato; si risente della lontananza dal mondo scientifico accademico ecc. Al di là di queste difficoltà, la scelta dell' "archivio di movimento", a nostro avviso, è giusta soprattutto per ragioni metodologiche, perché questo legame fra la scuola e i movimenti sociali negli anni Settanta non può essere ignorato. Semmai, si avverte la necessità improrogabile di cominciare a studiare seriamente i movimenti sociali e di promuovere la conservazione dei loro documenti e forme di espressione con criteri scientifici.