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contro la scienza, per la liberta'"Bisogna avere fiducia nella scienza dal punto di
vista etico e della conoscenza perche' la sua finalita' non e'solo la
scoperta del mondo che ci circonda, ma anche quello di guardare al futuro
che ci minaccia." I sostenitori degli O.G.M. sostengono che le loro "invenzioni" sono necessarie per sfamare il mondo, per dare una possibilita' a tutti, anche a coloro che vivono nei paesi del "Terzo Mondo". Purtroppo questi scienziati "benefattori" dimenticano che il mondo non e' quel sistema meccanico a cui l'hanno ridotto nelle loro menti. Non e' un asettico laboratorio nel quale si gioca a far tornare questo e quello in una realta' ricostruita apposta in modo piu' semplice, resa piu' misera, uniforme e prevedibile. Nel mondo esterno, quello vero, i conti della scienza tornano sempre meno, le sue verita' scricchiolano sempre di piu' a suon di morti. Si cerca di conseguenza di uniformare e controllare il mondo intero, dove non e' possibile si fa piazza pulita. Piu' estinzioni meno biodiversita'. Gli irreversibili danni sono solo per gli uomini e per la natura: per l'economia essi significano l'opportunita' di aprire nuovi mercati che le permetteranno, rinnovando le attivita', di proseguire la sua crescita e di andare avanti verso obiettivi sempre nuovi. Lo sviluppo inevitabile di contraddizioni, ogni problema non considerato, dallo sviluppo industriale di una tecnica, crea il bisogno di un nuovo palliativo di una nuova "soluzione tecnica". Nessuna contraddizione e' in grado di indurre il dominio a riflettere su se stesso: quando invasioni di parassiti, infezioni ripetute, la sterilita' del suolo o la percentuale di tumori gli segnalano un evidente errore di metodo, invece di tener conto di questi avvenimenti e modificare i metodi, esso cerca di distruggere l'avvertimento che lo contraddice; si inventano un nuovo insetticida per contenere i parassiti sempre piu' coriacei selezionati sulla base di quella resistenza, nuovi antibiotici, la coltura fuori suolo e terapie favolose per rallentare l'avanzata delle metastasi. E' proprio questo moto perpetuo che fa sprofondare le popolazioni in
una dipendenza sempre piu' accentuata nei confronti del dominio e della
sua ricerca scientifica. Il dominio non dovra' piu' temere la natura. Non ci sara' piu'
natura e vita al di fuori di questa societa'. "Questo e' il
mondo, non ci sono alternative", e' la proposta del dominio. Tutta
la vita sara' assoggettata al volere dell'uomo. Di pochi uomini. Non e' solo per via dei progressi della medicina scientifica che gli
uomini non si rassegnano piu' a morire; e' soprattutto perche' hanno la
certezza di essere dimenticati subito dopo, di non lasciare nulla dietro
di loro, per non aver trasmesso nulla, per non scorgere intorno a loro
alcun discendente intelligibile, per non essere stati altro durante la
vita che parti staccate assolutamente intercambiabili all'interno della
macchina sociale, che non conservera' alcun ricordo del loro "passaggio". Rimane dunque come distinzione, come netta separazione, tra chi desidera
e accetta rinnovazione biotecnologica e chi invece vi oppone fermamente
la determinazione o meno a fare propria la vita a disposizione. Quindi
la stessa distinzione tra chi vuole accettare o meno il gioco del potere.
Motivo per cui una critica alla biotecnologia non puo' prescindere da
una critica del potere, tutte le altre sono parziali allarmismi. Il rischio e' di vedersi tacciati come cinici e disumani, ma vogliamo
guardarci intorno e notare chi realmente sta rendendo la gente disumana,
chi la sottomette, la schematizza, la rende succube del benessere e della
tranquillita', chi la rimbecillisce, la rende incapace di vedere oltre
al prosciutto accuratamente posto sugli occhi. [tratto dall'opuscolo "Biotecnologie. La scomparsa della diversita' della vita e le nuove tecniche del dominio per il controllo della natura", Il Silvestre] |