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io sono un black bloc

in forma di informazione

i ragazzi in nero quel che trapela dai passamontagna neri varia la composizione di questo esercito in nero marciando con divise nere di foggia medievaleggiante non erano certo vestiti male anzi portavano scarpe firmate caschi in testa paragomiti maschere antigas una trentina di russi diciassettenni baschi o tedeschi inglesi spagnoli greci francesi inglesi americani e molti italiani palermitani e romani per sei ore si sono presi quattro quartieri della citta' aumentavano e diventavano trecento ragazzi dall'aspetto nordico soprattutto cosi' un migliaio o poco piu' stanno sotto palazzi di sette piani certi signorini dall'animo troppo acceso guerriglieri vigliacchi qua e la' gruppetti di ragazzi con il foulard nero al collo sono mascherati gridano le tute nere i teppisti del blocco nero gli scalmanati i teppisti i vigliacchi un movimento di codardi che si mascherano per non assumersi le loro responsabilita' usano il corteo e i suoi partecipanti come scudi umani e la fanno franca pure con la polizia con i carabinieri e con i reparti antiterrorismo della guardia di finanza sotto gli occhi di chi guarda di chi racconta di chi riprende di chi fotografa i primi a darsi da fare sono i giovanissimi che girano nelle strade nelle piazze a caccia di armi improprie dalle impalcature rubano tubi di ferro e assi dai contenitori della spazzatura portano via le bottiglie un palo di ferro portato in spalla un ariete per sfondare con carrelli colmi persino con carrelli da supermercato con dentro pietre e bottiglie nascoste sotto i teli l'altra faccia del black bloc come l'anima nera del movimento militanti in nero cattivi e irragionevoli il blocco nero si schiera e prova a schiacciare sono sei ragazzi vestiti di nero il primo gruppo silenzioso e obbediente con caschi da motociclista seguendo l'onda e le note irreali di una loro banda musicale sormontati da una cresta che danno il tempo alla marcia martellando tamburi inscenano un carosello intorno escono rientrano si scambiano si muovono spingono e attaccano si scatenano si nascondono se un gruppo si ferma danno il segnale della carica

da allora la violenza non si e' piu' fermata a colpi di spranga cassonetti in fiamme rompono il selciato vetri infranti procurandosi sampietrini pezzi di cemento sassi applicando le tecniche della guerriglia un continuo scambio di informazioni rimanendo costantemente in movimento riempiono le bottiglie con la benzina di un distributore attacchi a sorpresa imboscate assalti di gruppi grandi e piccoli rompe una finestra e butta una molotov con mobili presi da un ufficio postale devastato il materiale atto a offendere lasciandosi dietro il fumo di auto in fiamme un mare di vetri in frantumi senza alcun freno una lunga tragica kermesse un bombardamento di pietre di bottiglie molotov sbarrano il sottopassaggio incendiano tutto i raid hanno ritmi frenetici sfondano l'ingresso auto incendiate bidoni della spazzatura in mezzo alla strada cabine e vetrine devastano un ufficio assaltano il supermarket un negozio di sport uno di elettronica altre banche incendiate altre concessionarie devastate danni per miliardi l'assalto al carcere e un'incursione nella zona hanno incendiato l'ufficio del direttore il portone d'ingresso e guastatori armati di piccone per ridurre in frantumi la targa di marmo hanno potuto distruggere incendiare devastare una lunga scia di negozi devastati bancomat assaltati automobili e cassonetti bruciati entrano ed escono rompono le vetrine urla feroci tentativi di aggressione mettono a ferro e fuoco che trasformano in terra da devastare battaglia guerriglia auto bruciate banche assaltate negozi distrutti portoni divelti sassi molotov bombe carta non riescono a controllarli macchine bruciate banche violate portoni abbattuti una furia che ha fatto danni per ottocento milioni scorazzano e spaccano a fuoco due agenzie alte le fiamme si alzano dai piani superiori

il black bloc si mette in moto senza leader che guidassero il gruppo per istinto agiscono in microgruppi mobilissimi si muovono senza una guida senza un capo per ripulirsi dal fango dei media ormai a far parte della storia un senso di solidarieta' imponente guardandosi le spalle l'un l'altro motivazioni ideologiche profonde passando il tempo a studiare la sua composizione cambia con uno stile elegante e raffinato con un tono da signori disponibile a cambiare in relazione ai contesti il black bloc e' una cosa seria non puo' essere identificato banalmente esiste da anni elabora strategie e tattiche con intelligenza strategica con abilita' consumata si sono allontanati senza che nessuno osasse alle alleanze agli obiettivi da perseguire una rete di gruppi di affinita' da professionisti diffusi nell'europa e nel nord america poche centinaia salgono verso la collina inseguiti dalle camionette risalgono tranquillamente a gruppetti si spogliano delle tute nere e tornano indietro per confondersi sembra che nella notte le abbiano bruciate e' notte ormai e i black bloc allegramente svaniti chissa' dove ma forse e' una leggenda metropolitana hanno vinto loro i neri sopravanzano corrono lungo il mare sulla spiaggia e si vedono tranquilli che si rifocillano e si leccano le ferite e lui con i suoi amici non riesce a credere a tanta liberta'

Hanno contribuito: "il Corriere della sera", "la Stampa", "il manifesto",
"la Repubblica", "il Messaggero", "l'Unita'", "Liberazione". Grazie.

in forma di prologo

la plebe non ha realta' sociologica

Ci avete visto correre per le strade di citta' assediate. Saltare a pie' pari sulle carcasse di auto in fiamme. Fuggire da cacciatori di taglie privi di anima e saettare tra i detriti come piccoli ratti. Infrangere vetrine nuove di zecca e svaligiare negozi di beni di lusso. Erigere barricate rivolte al nulla, ennesimo solco di un mondo di confini. Ci avete visto lanciare sassi, oggetti e bottiglie incendiarie. Brandire spranghe e bastoni a mo' di alabarde. Tendere nervi e muscoli in gesti improbabili. E poi, scappare, nasconderci, mimetizzarci, uscire dal niente e rientrare nell'ombra.
Riottose comparse di uno spettacolo per gli occhi del mondo. Figli polemici del popolo di Seattle. Chi siamo? Chi sono le pulci nere dagli istinti primari scivolate nel baratro dell'assenza di qualunque ragione?
Forse piccole bestie uscite dal ventre ben caldo di una bestia piu' grande chiamata denaro? Certo, vi piacerebbe sapere che siamo adolescenti ben pasciuti, pargoli di genitori separati, viziati al logo e solo per cipiglio fuggiti dall'altro lato della barricata. Vi piacerebbe credere che siamo la punta dell'iceberg di una generazione senza valori, mutazione antropomorfica dai micropoligoni di una playstation. Vi piacerebbe vederci come il piccolo cancro di relazioni affettive corrotte cosi' da correggerle e salvare il vostro sistema. Proprio come Bin Laden l'unico capitalista cattivo al mondo.
Ma forse la vostra brutta sociologia vi portera' a vedere solo cio' che vorrete. A cercare definizioni, nomi, epiteti per descrivere cio' che siamo, come viviamo e cosa vogliamo. Senza ascoltare e senza vedere veramente un mondo di pratiche, grida, gioia, amori.
Chi sono? Chi sono le pulci nere? Domanda che rivela l'ossessione identitaria della societa' occidentale, sempre pronta ad accusare le altre di colpe in realta' solo sue. Chi sono? Sbirri travestiti, fascisti in libera uscita, o semplici autonomi abbigliati da stilisti di lusso? Brutte canaglie guastafeste, in realta' molto telegeniche. Ringraziatele hanno fatto audience.
Noi siamo il nome di un mondo di senza nome. Siamo la forma di cio' che forma non ha. Siamo la plebe. Siamo il residuo preindivuale che sta dentro ciascuno di voi. Siamo la rabbia, siamo anche la vostra rabbia. Siamo cio' che distrugge la merce. Siamo quello che volete che siamo. Siamo cio' che identita' non ha e, dunque, non cercatela in questo libro.