BRUNO BAUER (1809-82) studia, dal 1828, teologia all'Università di Berlino; nella primavera del 1834 diventa libero docente in teologia e comincia a insegnare nella facoltà di teologia di Berlino. Fra il 1836 e il 1838 dirige la «Zeitschrift fr spekulative Theologie». Filosoficamente e teologicamente è un hegeliano ortodosso; il passaggio all'hegelismo di sinistra avviene nel 1838-39. Nel 1839 è trasferito alla facoltà di teologia di Bonn, dove insegna fino al marzo 1842, quando, in seguito alla pubblicazione del primo volume della "Kritik der evangelischen Geschichte der Synoptiker", gli viene ritirata la "licentia docendi". Dalla primavera 1842 vive a Berlino o presso Berlino, scrivendo di filosofia, di critica del cristianesimo, di esegesi biblica, di storia, di politica. Nel 1842 collabora frequentemente alla «Rheinische Zeitung» e ai «Deutsche Jahrbcher». Nella prima metà del 1843 è da collocare il suo passaggio da una critica filosofica e politica, sì di carattere radicale e teoretico, ma fiduciosa nella maturità rivoluzionaria dell'epoca, nella vicina realizzazione dello «Stato libero», ad una critica pessimistica, anarchicheggiante, che si propone, come Feuerbach e come il socialismo, ma in modo fortemente astratto, il superamento della filosofia e della politica.
EDGAR BAUER (1820-1886), fratello, molto più giovane, di Bruno. Nel 1838 inizia a studiare teologia all'Università di Berlino, ma nel 1842, prima di concludere gli studi, si getta nella mischia filosofico-politica. E' amico di Engels. E' corrispondente berlinese della «Rheinische Zeitung». Diversamente dal fratello, ha soprattutto interessi politici, storici, letterari e filosofici. Fra i giovani hegeliani legati a Bruno Bauer egli è quello che sviluppa le posizioni politiche più radicali, non prive, nel 1843-44, di elementi anarchici e socialisti. (...) Dal maggio 1845 al marzo 1848 è in carcere, condannato per offese mediante stampa contro il governo, la religione e il re. L'espressione «quiete del conoscere» si trova nel suo articolo "Proudhon" («Allgemeine Literatur-Zeitung», apr. 1844, n. 5, p. 48). Edgar nega che Proudhon, il quale combatte contro l'oggetto di cui scrive, cioè contro la proprietà, sia giunto a un conoscere sereno, imparziale, non turbato, «quieto», cioè alla contemplazione indifferente che è l'ideale teoretico della critica critica.
Marie-Joseph, detto EUGéNE, SUE (1804-57), figlio di un medico parigino famoso e ricchissimo, fa inizialmente, per sei anni, il medico su una nave, ma poi si dedica alla letteratura e anche alla storia. Nella sua produzione letteraria si distingue un primo gruppo di romanzi di mare (nei quali utilizza le sue esperienze di viaggi), un secondo gruppo di romanzi di costume, un terzo gruppo di romanzi «sociali», che rappresentano l'avvicinamento di Sue ai problemi delle classi inferiori e la sua adesione a posizioni democratico-socialiste. I "Mystères de Paris" (1842-43) è il primo romanzo di questo terzo gruppo, un romanzo che ebbe un successo straordinario in Francia e non solo in Francia; segue "Le Juif errant" (1844-45, 10 voll.).
RODOLPHE. Il protagonista del romanzo di Sue: incarna la figura del persecutore del male, del giustiziere, e del salvatore e consolatore dei buoni. Gerolstein è detto essere un granducato tedesco confinante con la Francia. Marx scrive sempre Geroldstein.
JACQUES FERRAND: notaio e uomo d'affari parigino, di cui si parla ampiamente sotto, è nel romanzo il più radicale antagonista di Rodolphe, il simbolo dell'avidità di denaro, dell'ipocrisia e della lussuria. Crea la propria ricchezza creando la miseria altrui. E' caratteristico del socialismo feudale e paternalistico di Sue avere fatto di un aristocratico il personaggio positivo, e dei rappresentante della borghesia e della città il personaggio negativo.
Sir Walter Murph, gentiluomo inglese, precettore buono e consigliere, segretario, «cancelliere», di Rodolphe.
Per gli altri personaggi citati, vedi «Note al testo».