1.
Ho fin qui considerato le istituzioni totali secondo un'unica articolazione
di base: gli internati e lo staff. Mi trovo ora a domandarmi se questo modo
di vedere le cose ne tralasci o ne deformi qualcuna.
In uno studio più approfondito sulle istituzioni totali sarebbe importante
vedere le differenze tipiche di ruolo che si verificano all'interno di ognuno
dei gruppi principali (184), cercando di indagarne la funzione istituzionale.
Si è già parlato di alcuni di questi ruoli quando si discutevano
le mansioni istituzionali specifiche: lo staff dovrà essere il rappresentante
ufficiale dell'istituzione nei contatti con la società esterna e dovrà
sviluppare uno stile non istituzionale per poterlo fare con successo; alcuni
suoi membri dovranno occuparsi dei visitatori e dei legami esterni degli internati;
altri dovranno offrire servizi professionali; altri ancora avranno la funzione
di stare a contatto, relativamente stretto, con gli internati. Alcuni potrebbero
addirittura dover provvedere loro un simbolo personale dell'istituzione - simbolo
sul quale proiettare tipi diversi di emozioni (185). Un'indagine accurata delle
istituzioni totali dovrebbe prestare un'attenzione sistematica a queste differenze
di categorie.
Ci sono due aspetti delle differenze di ruolo all'interno di un gruppo che vorrei
qui considerare, aspetti che hanno a che fare, entrambi, con le dinamiche dei
livelli meno qualificati dello staff. Una caratteristica particolare di questo
gruppo è che si tratta, probabilmente, di infermieri assunti da lungo
tempo e per ciò strettamente legati alla tradizione; mentre i livelli
più qualificati, e perfino gli internati, potrebbero essere soggetti
ad un gran numero di mutamenti (186). Inoltre è questo gruppo che ha
la funzione di proporre personalmente ciò che l'istituzione richiede
ai suoi membri. Coloro che vi appartengono si trovano quindi nella condizione
di far deviare l'odio degli internati per le persone più significative
dello staff, e di rendere possibile - qualora un internato riesca ad avere rapporto
con una persona influente dell'équipe curante - ottenere nei suoi confronti
un benevolo atteggiamento da vecchio zio e anche qualche facilitazione (187).
Questi atti di clemenza sono possibili semplicemente per il fatto che, come
tutti gli zii, gli esponenti più importanti dello staff non hanno il
compito immediato di disciplinare gli internati, e i loro contatti sono così
rari che questa indulgenza non danneggia la disciplina generale. Io credo che
gli internati traggano, in genere, un senso di sicurezza dalla percezione, seppur
illusoria, che sebbene la maggior parte dei membri dello staff siano cattivi,
il «capo» è invece buono, ed è probabile venga ingannato
dai suoi subalterni. (Ne sono un esempio le storie popolari e i film polizieschi:
i poliziotti di grado inferiore possono essere sadici, pregiudicati o corrotti,
ma «il capo» dell'organizzazione è «O.K.»). Questo
è un esempio di ciò che Everett Hughes definisce «la divisione
morale del lavoro», dato che qui la differenza nelle mansioni personali
di un individuo, implica chiaramente una differenza negli attributi morali a
lui imputati.
Il secondo aspetto su cui voglio soffermarmi della differenziazione di ruolo
fra i membri dello staff, ha a che fare con gli schemi di deferenza. Nella società
civile i riti interpersonali che gli individui recitano reciprocamente, quando
sono in presenza fisica immediata l'uno dell'altro, hanno una componente cruciale
di spontaneità ufficiale. Colui che inizia il gioco è obbligato
a fare il rito in modo non calcolato, immediato, senza pensarci, se esso deve
risultare l'espressione reale del suo presunto riguardo nei confronti di colui
al quale si rivolge; altrimenti in che modo questi atti potrebbero «esprimere»
sentimenti interiori? Egli può farlo in quanto ha imparato, in giovane
età, i riti di deferenza perfettamente standardizzati nella sua società,
tanto che, una volta diventato adulto, essi appaiono come una sua seconda natura.
Ora, dato che la deferenza che l'uno dimostra all'altro viene supposta come
un'espressione diretta e spontanea, colui al quale il primo si rivolge non può
richiedere una deferenza reale, qualora questa non gli venga manifestata. L'azione
può essere forzata, ma una rappresentazione forzata di sentimenti è
solo una rappresentazione. La persona che viene offesa può muovere un'azione
contro colui che non è stato abbastanza deferente nei suoi confronti,
ma deve anche nascondere la ragione specifica che lo spinge a questa azione
punitiva. Solo i bambini, di solito, possono essere apertamente redarguiti per
non aver dimostrato la deferenza conveniente; ed è questo il segno di
come noi consideriamo i bambini non-ancora-persone.
Sembra caratteristico di ogni istituzione, in particolare delle istituzioni
totali, il fatto che qualche forma di deferenza sia da ritenersi tipica di questi
luoghi, dove gli internati sono coloro che la offrono e i membri dello staff
coloro che la ricevono. Perché ciò accada, quelli che sono deputati
a ricevere l'espressione spontanea di rispetto, dovranno essere gli stessi che
ne insegnano le forme e le rafforzano. Da ciò segue che nelle istituzioni
totali una differenza cruciale rispetto alla vita civile è che la deferenza
è messa, qui, su un piano formale, con esigenze specifiche e specifiche
sanzioni conseguenti alle infrazioni; inoltre non saranno solo richiesti questi
atti, ma sarà anche imposta la dimostrazione esterna di sentimenti interiori.
Atteggiamenti come l'insolenza saranno soggetti ad esplicite penalità.
Il personale curante riesce, in parte, a difendersi da questa alterazione di
rapporto nei confronti della deferenza, con alcuni mezzi standardizzati. Primo,
nella misura in cui gli internati sono definiti come non pienamente adulti,
lo staff può evitare di avvertire come perdita del rispetto di sé,
il fatto di costringere alla deferenza coloro che sono sotto la sua sorveglianza.
Secondo, talvolta si trova, specialmente nella vita militare, la convinzione
che sia l'uniforme e non l'uomo a venir salutato (così non è l'uomo
a esigere deferenza per se stesso); e legata a questa la nozione secondo la
quale «non importa ciò che senti finché non lo dimostri».
Terzo, il livello meno qualificato dello staff può essere incaricato
di occuparsi dell'addestramento degli internati in questo senso, lasciando al
personale professionalmente più elevato la possibilità di ricevere
i segni di deferenza come se fossero spontaneamente espressi. Gregory Bateson
così scrive:
"La funzione dell'elemento intermedio è essenzialmente quello di istruire e disciplinare il terzo elemento, nei modi di comportamento che dovrebbe adottare nei rapporti con il primo. La bambinaia insegna al bambino come comportarsi con i genitori, così come il sottufficiale insegna al soldato semplice come comportarsi con gli ufficiali" (188).
Ho fin qui commentato alcune differenze all'interno di un gruppo. Ma dato che lo staff e il gruppo di internati non sono omogenei, anche una semplice divisione fra lo staff e il gruppo di internati può a volte nascondere fatti importanti. In alcune istituzioni la persona più autorevole o il «capo» gruppo degli internati non è molto diversa, quanto a funzioni e prerogative, dai membri dello staff meno qualificati: i sorveglianti. Talvolta infatti il più importante rappresentante dello strato più basso, ha maggior potere e autorità della persona più insignificante appartenente allo strato più alto (189). Inoltre qualche istituzione obbliga tutti coloro che ne fanno parte a dividere alcune privazioni basilari, una sorta di cerimonia della collettivizzazione delle privazioni che può essere considerata (nei suoi effetti) al livello della festa annuale di Natale e di altre cerimonie istituzionali. Nella letteratura sui conventi di suore se ne trovano chiari esempi:
"Ogni membro della comunità, inclusa la madre superiora, era alloggiato senza riguardo di età, rango e mansione. Suore del coro, artiste, laureate in medicina o in lettere, cuoche, lavandaie, calzolaie, o le suore contadine che lavoravano nei giardini, tutte vivevano nelle medesime piccolissime celle; ognuna identica in forma e contenuto, cioè nell'arredamento che consisteva di letto, tavolo e sedie con un copriletto piegato tre volte su ogni sedia" (190).
"Santa Chiara ha stabilito che la badessa e la vicaria dovessero seguire in tutto la vita comune. Tanto più le altre! L'idea di santa Chiara sulle prerogative di una superiora era completamente nuova per il suo secolo. Una badessa delle clarisse non può sopraffare né il gruppo direttivo né le altre suore. Non porta alcuna croce al petto, ma lo stesso piccolo anello di matrimonio (2,50 dollari) come le sue figliuole. La nostra badessa mostra attualmente un gran rammendo sul davanti dell'abito, fatto con le sue stesse mani; le stesse mani che, assieme alle altre, tagliano in quattro e tolgono i vermi alle mele, le stesse mani che maneggiano l'asciugapiatti con un'abilità da professionista" (191).
In alcuni conventi di suore, l'analisi della divisione staff-internati non
è quindi fruttuosa; si trova invece un unico gruppo collegiale, stratificato
internamente secondo un ordine sottilmente graduato a seconda del rango. Inoltre,
nelle istituzioni totali come i collegi, sarebbe utile aggiungere, ai due livelli
costituiti dagli insegnanti e dagli studenti, un terzo: quello dello staff che
amministra l'istituto.
Le istituzioni totali differiscono in modo considerevole nella quantità
di differenziazioni di ruolo individuale fra i gruppi dello staff e degli internati,
e nella chiarezza della linea di divisione fra i due livelli. Tuttavia ci sono
altre differenze importanti che sono state qui solo appena accennate. Vorrei
ora considerare una di queste.
Le reclute entrano nelle istituzioni totali con disposizioni diverse. Da una
parte c'è l'ingresso del tutto involontario di coloro che sono stati
condannati alla reclusione, affidati ad un ospedale psichiatrico o costretti
a far parte di un equipaggio mercantile. E' forse in queste circostanze che
lo staff più difficilmente riesce a trovare, fra le reclute, quello che
si definisce l'«internato ideale». All'altro estremo ci sono le
istituzioni religiose che hanno a che fare solo con coloro che sentono di essere
stati «chiamati», dove vengono scelti, fra i volontari, solo quelli
che si rivelano più adatti e più seriamente intenzionati. (Forse
in questa categoria si potrebbero anche includere alcuni campi di addestramento
per ufficiali e alcune scuole di addestramento politico). In questi casi la
conversione sembra già avvenuta, e restano da indicare al neofita solo
le linee secondo le quali potrà meglio formarsi. A metà strada
fra questi due estremi ci sono le istituzioni come l'esercito nei confronti
dei coscritti, dove agli internati si impone di prestare dei servizi, per i
quali, tuttavia, è possibile individuare, da parte di chi li esegue,
una giustificazione e un significato personale. Ovviamente nelle istituzioni
totali si riscontrano differenze significative, a seconda che il reclutamento
sia volontario, semivolontario o coatto.
Insieme con la variabile della modalità di reclutamento, c'è un'altra
variabile - il grado in cui il cambio del sistema di regolazione del "sé"
dell'internato è esplicitamente richiesto dallo staff. Nelle istituzioni
di tipo custodialistico o di lavoro, l'internato deve soltanto accordarsi coi
modelli d'azione in esse impliciti; il fatto che egli possa conservare - durante
l'espletamento delle sue mansioni - uno spirito e un modo di sentire personali
non sembrerebbe una preoccupazione istituzionale. Nei «brainwashing camp»,
negli istituti religiosi, e nelle istituzioni in cui viene praticata la psicoterapia
intensiva, i sentimenti privati dell'internato sono invece messi in discussione.
Qui la semplice accettazione dei ruoli di lavoro non sarebbe sufficiente, e
il fatto che l'internato giunga ad incorporare i modelli dello staff è
una finalità operante, oltre che una conseguenza casuale.
Un'altra variabile,nelle istituzioni totali potrebbe essere ritenuta la loro
permeabilità, vale a dire il grado al quale i modelli sociali mantenuti
all'interno dell'istituzione e quelli mantenuti nella società esterna
si sono reciprocamente influenzati, giungendo così a ridurre le differenze.
Il che ci dà, incidentalmente, l'opportunità di considerare alcune
delle relazioni dinamiche fra un'istituzione totale e la società esterna
che la sostiene e la tollera.
Nell'esaminare la procedura di ammissione nelle istituzioni totali, si è
colpiti dagli aspetti di impermeabilità in essa impliciti, dato che si
verificano processi di spoliazione e di livellamento, che ignorano completamente
le distinzioni sociali con le quali le reclute si presentano.
"Si tende a seguire il consiglio di san Benedetto all'abate: che non vi sia distinzione alcuna di persona nel monastero. Che nessuno sia più amato di un altro, se non eccelle nel fare un buon lavoro e nell'obbedienza. Che nessuno, di nobile nascita, sia tenuto in conto più di colui che era prima uno schiavo, se non per un motivo ragionevole" (192).
Come ho già citato, il cadetto militare trova che i riferimenti alla propria ricchezza e al proprio ambiente familiare sono proibiti e che «sebbene la paga sia molto bassa, non gli è permesso ricevere soldi da casa» (193). Anche il sistema in uso nella società esterna di mantenere una graduatoria in base all'età, può fermarsi al di là delle mura, come è dimostrato al limite estremo, in alcune istituzioni religiose:
"Gabrielle si diresse verso il posto che sarebbe stato per sempre suo, il terzo nella fila di quaranta postulanti. Era la terza del gruppo, perché era stata la terza ad iscriversi quel giorno, meno di una settimana prima, quando l'Ordine aveva aperto le porte a chi voleva entrare. Da quel momento la sua età cronologica era cessata ed era incominciata la sola età che da allora avrebbe avuto" (194).
(Esempi più blandi dello stesso processo possono essere visti nella
aeronautica o nelle facoltà scientifiche universitarie dove, in periodi
di crisi nazionale, possono raggiungere posizioni estremamente importanti, anche
uomini molto giovani). Così come in alcune istituzioni radicali, può
essere cancellata l'età, possono essere cambiati, al momento dell'ingresso,
anche i nomi dei membri, probabilmente per meglio simbolizzare la rottura col
passato e abbracciare la vita dell'istituzione.
Tuttavia qualche grado di impermeabilità sembra necessario nelle istituzioni
se si vogliono mantenere morale e stabilità. E' sopprimendo le distinzioni
sociali esterne che un'istituzione totale può costruire un orientamento
verso un proprio schema morale. Così i pochi pazienti mentali di condizione
socio-economica buona, ricoverati in un ospedale psichiatrico di stato, possono
rassicurare che esiste un ruolo differenziato di paziente mentale; che l'istituzione
non è soltanto un luogo in cui si eliminano alcuni rifiuti delle classi
più povere e che il destino dell'internato non è dovuto semplicemente
alle sue condizioni sociali; si può dire altrettanto del ruolo dei «gentiluomini»
nelle prigioni britanniche, e delle suore di nobile lignaggio nei conventi francesi.
Inoltre, se l'istituzione ha una missione militante (come nel caso di alcune
unità religiose, militari e politiche) la parziale inversione interna
degli ordinamenti che regolano le condizioni sociali esterne, può agire
come un ricordo costante della diversità e della tensione fra l'istituzione
e la società. Si dovrebbe qui notare che nel sopprimere le differenze
valide, nel mondo esterno, le istituzioni totali più severe possono anche
risultare le più democratiche; il fatto di assicurare all'internato che
non sarà trattato peggio degli altri può essere, infatti, una
fonte di aiuto oltre che di privazioni (195). Ci sono tuttavia alcuni limiti
al grado di impermeabilità di queste istituzioni.
Ho già descritto il ruolo rappresentativo che i membri più in
vista dello staff possono essere obbligati a recitare. Se devono agire con successo
ed efficacia nella società esterna, potrebbe risultare vantaggioso che
vengano reclutati dal medesimo piccolo gruppo sociale da cui provengono i capi
di altre unità sociali nel mondo esterno. Inoltre, se i membri dello
staff sono uniformemente reclutati da uno strato della società esterna
che corrisponde ad un rango leggittimamente riconosciuto come più alto,
rispetto a quello dal quale sono uniformemente reclutati gli internati, la differenza
che già rappresentano nella società esterna darà sostegno
e stabilità alle regole dello staff. L'esercito inglese, fino alla prima
guerra mondiale, lo dimostrava nel fatto che la truppa parlava in accento «Comune»,
mentre tutti gli ufficiali parlavano l'inglese delle scuole d'élites,
derivato da ciò che si dice una «buona educazione». Inoltre,
dato che i lavori artigianali, i commerci e le professioni di coloro che diventano
internati sono spesso richiesti anche all'interno dell'istituzione, lo staff
consentirà e incoraggerà qualche trasferimento all'interno, di
ruoli esterni (196).
La permeabilità di una istituzione totale può avere quindi conseguenze
variabili nei confronti della coesione e dei lavori interni. Questo è
evidente nella precarietà della posizione del livello meno qualificato
dello staff. Se l'istituzione è abbastanza permeabile alla società
esterna, questi membri dello staff possono avere la medesima origine sociale
degli internati o anche più bassa. Per il fatto stesso che essi partecipano
della cultura familiare degli internati, possono servire come canali naturali
di comunicazione fra il personale di grado professionale più elevato
e gli internati (benché si tratti di un canale spesso bloccato verso
l'alto). Ma, all'interno dell'ospedale avranno difficoltà a mantenere
la distanza sociale da coloro che sono ad essi affidati. Uno studioso del problema
delle carceri ha, infatti, recentemente sostenuto che la situazione che viene
a crearsi può complicare il ruolo del guardiano, poiche egli si trova
esposto alla derisione dei carcerati e al fatto che essi si aspettano da lui
un comportamento, nei loro confronti, discreto moderato e corruttibile (197).
Qualunque sia l'utilità e l'inutilità della impermeabilità,
e tralasciando quanto possano apparire radicali e militanti le istituzioni totali,
ci saranno sempre limiti alle loro tendenze al rimaneggiamento dei ruoli, e
all'uso delle distinzioni sociali già stabilite nel mondo esterno, dato
che solo così l'istituzione può mantenerne i rapporti necessari
ed esserne tollerata. Nella società occidentale non sembra esserci un'istituzione
totale che provveda una vita di gruppo completamente indipendente dalle distinzioni
di sesso; alcune istituzioni come i conventi, dove pare non vi dovrebbero essere
discriminazioni socio-economiche, tendono, di fatto, ad assegnare i ruoli di
servitori ai conversi di origine contadina, così come i gruppi di «rifiutati»
nei nostri ospedali psichiatrici modello, dove si dichiara l'assenza di discriminazioni
razziali, sono quasi sempre rappresentati dai negri (198). Analogamente, in
alcuni collegi inglesi si riscontra che ai ragazzi di nobile lignaggio sono
permesse alcune infrazioni ai regolamenti (199).
Una delle caratteristiche più interessanti delle istituzioni totali è
il destino sociale di coloro che ne hanno fatto parte. Di solito essi si disperdono
geograficamente e la differenza individuale è riscontrabile nel grado
in cui, nonostante la distanza, ne conservano i legami strutturali. Ad un estremo
della scala, ci sono i frati che prendono gli ordini in una particolare abbazia
benedettina, i quali non solo mantengono contatti informali con l'istituzione
da cui provengono, ma trovano che, per il resto della vita, la loro occupazione
e locazione geografica saranno determinate dall'averne fatto parte. Allo stesso
capo della scala sono gli ex detenuti, per i quali il fatto di essere stati
in prigione è sufficiente ad orientarli verso la comunità della
malavita, vasta come un mondo, che comprometterà da quel momento la loro
esistenza. All'altro estremo invece ci sono i soldati che, vissuti insieme nelle
stesse baracche, si dividono al momento della smobilitazione ritirandosi ciascuno
nella propria vita privata e si guardano bene dal partecipare alle riunioni
di reggimento. Inoltre ci sono, a questo stesso livello, gli ex pazienti mentali
che evitano accuratamente persone ed eventi che abbiano qualche relazione con
l'ospedale. In una posizione intermedia fra questi due estremi si possono collocare
i gruppi di ex alunni appartenenti a scuole private o università che
funzionano come comunità facoltative, deputate all'assegnazione di posizioni
professionali considerevoli per gli affiliati.
2.
Ho qui descritto a grandi linee le istituzioni totali, elencandone i tipi e
tentando di suggerire alcune delle loro caratteristiche più comuni. Abbiamo
ora una letteratura piuttosto vasta sull'argomento e potremmo essere in grado
di sostituire le semplici supposizioni in merito, con una solida struttura che
affronti l'anatomia e il funzionamento di questo tipo di animale sociale. Le
somiglianze che si riscontrano si impongono così chiare e persistenti,
da costringerci a sospettare che ci siano buone ragioni funzionali per giustificarne
la presenza e che sarà possibile farle quadrare e sistematizzarle attraverso
una spiegazione appunto funzionale. Ciò fatto, penso che elogeremo o
incolperemo meno alcuni particolari direttori, comandanti, guardiani e abati,
tendendo piuttosto a comprendere i problemi e i fatti sociali tipici delle istituzioni
totali, rifacendoci allo schema strutturale ad esse sottostante, comune a tutte.