R/Esistere 2008
Il percorso di R/Esistere e' in divenire. Qui trovate alcune riflessioni che ci sono state inviate
dopo la traversata... ricordiamo inoltre a tutti che il giornalista puzza:
come al solito il miserabile secolo XIX non ha perso occasione di sparare inverosimili cazzate:
il 24 luglio infatti e' comparso il seguente articolo: "rave itinerante - allerta sulle alture"
non firmato, che vi invitiamo ad andare a leggere... e magari commentare sul sito del secolo...
idee da far girare e magari publicare
La camminata è stata sicuramente un'esperienza positiva : ha rinsaldato o inaugurato rapporti tra noi, ci ha dato la possibilità di iniziare a discutere in maniera più organica del senso che un pò tutti noi vogliamo dare al nostro agire, è stato un esperimento per praticare organizzazione e capire cos' altro fare per migliorarla...
Una cosa fondamentale è stato il discutere di AUTONOMIA non come in molti casi avviene, considerandolo un metodo difensivo che in qualche modo ci mette al riparo dall'intrusione, ma come pratica da usare per sottrarsi alla complicità con questa civiltà, e in prospettiva come arma per aggredirla!
Come già accennato in una delle assemblee di "fine tappa", io proporrei alcune delle iniziative già sperimentate nella rete del C.I.R. (Corrispondenze e informazioni rurali)
-formare gruppi di mutuo appoggio che circolando tra le varie situazioni affini a questo progetto, portino gratuitamente conoscenze sulle diverse pratiche che occorrono per fondare o consolidare insediamenti in situazioni rurali, e aiuto materiale là dove con le sole forze a disposizione non si arrivi a realizzare i lavori
-organizzare la circolazione di tutta una serie di conoscenze: dalla salute alla produzione di energie, dalle diverse tecniche di coltivazione ai vari mestieri, che ci permettano nel pratico di produrre, circolare, e far uso di tutto ciò che ci è indispensabile per vivere e senza far ricorso al capestro della " dittatura delle conoscenze".
-creare una rete di luoghi dove far arrivare le eccedenze delle varie produzioni e da lì distribuirle a prezzi quanto più contenuti per garantire da una parte reddito e dall'altra genuinità; quelli che chiamavamo Spacci Popolari Autogestiti. Dove si pratica la "filiera corta"per far fare meno strada possibile alle merci, consumando meno energia e garantendo un controllo locale sulla produzione.: il" prezzo sorgente" per abbattere la speculazione economica rendendo trasparenti tutti i passaggi nella produzione; eliminando le intermediazioni nella distribuzione e passare direttamente dal produttore all' acquirente; dove si riconosce la figura del "contadino di fatto" che è colui che a prescindere da iscrizioni alle varie organizzazioni di categoria e dal pagamento di tasse e balzelli, vive sulla terra e produce per se e per altri nel rifiuto di pratiche invasive della natura, degli animali, e della forza lavoro prestatagli.
Quello che mi sembra importante a questo punto è di dare continiità ai rapporti di cui parlavo prima, cercando di superare il problema delle distanze geografiche. Un pò forse attraverso la rivista Nunatak, un pò con una serie di incontri che comunque saranno necessari per organizzare la prossima edizione di Resistere e un pò usando internet.
Comunque mi sembra importante praticare autonomia e quindi mantenere ottimismo in tempi così asfittici e invitanti alla desolazione e rassegnazione.
Maurizio di Campanara