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senza_casa_non_si_può_stare
piattaforma rivendicativa della R.A.Di.Ca

Il 14 gennaio 2003 nella citta' di portici si e' riproposta la violazione di un diritto fondamentale quale e' il diritto alla casa: una donna e' stata strappata dalla sua abitazione tramite uno sfoggio di repressione da parte di un autorita' pubblica totalmente disinteressata all'aspetto sociale della vicenda ma molto vicina agli interessi economici dei soggetti forti.

È deprimente e significativo constatare come la sola solidarieta' nei confronti di un soggetto debole (una donna 65nne senza reddito) sia giunta solo ed unicamente da realta' sociali e politiche autorganizzate quali il collettivo Logomotiva e il kollettivo Casa Precaria, dalla rete NoGlobal, dai disoccupati porticesi, dal Comitato Antisfratto napoletano e dai  Verdi locali.

Rispetto al problema abitativo di un'anziana, l'unica risposta del commissario prefettizio e' stata l'offerta di un posto in uno ospizio, una vera e propria condanna alla morte sociale.

La problematica connessa alla casa si ripercuote su molteplici e diverse soggettività sociali (e nelle sue articolazioni va affrontata): sugli sfrattati (destinati ad aumentare esponenzialmente allo scadere della proroga governativa nel giugno 2003), sui disoccupati impossibilitati a pagare affitti resi esorbitanti da un mercato senza freni e tutele sociali,su coloro che  una casa non l'hanno (senza fissa dimora ma anche giovani eternamente ospitati dalle famiglie), sui lavoratori precari non capaci economicamente di provvedere stabilmente ad un affitto, sugli studenti fuori sede costretti a trascorrere in bettole cinque anni della loro vita, sui lavoratori migranti ricattabili e ancor più indifesi.
La precarietà è, quindi, una condizione che attraversa diverse fasce sociali assumendo specifiche peculiarità a seconda del soggetto sociale colpito, diversificandone necessità e bisogni che risultano più difficilmente componibili in lotte comuni. Si tratta quindi, di affrontare una battaglia per i diritti che si fondi su di una critica radicale ai processi di precarizzazione della vita.

Non potendo attendere  futuri e solo eventuali provvedimenti dell'autorità pubblica, si rende necessaria la costituzione di una rete di più soggettività autorganizzate che voglia affrontare da protagonista il problema sociale costituito dalla negazione di un diritto essenziale come quello alla casa, fulcro del generalissimo diritto alla vita di cui ogni essere umano dovrebbe godere, una rete che voglia dare risposta concreta e reale al bisogno della casa e all'esigenza di spazi autogestiti e di socialità liberata.
Al fine di contrastare una politica territoriale che ha trasformato l’interland napoletano in un dormitorio a cielo aperto, rivendichiamo inoltre il  diritto alla creazione di spazi sociali autogestiti, spazi che possano servire come luoghi di rivitalizzazione e socialità per tutti.

Quando coloro che sono preposti a determinati fini non possono o non vogliono assolverli, allora si rende ancora più necessaria una pratica che incida e che porti alla reale soddisfazione dei propri bisogni. Ad aumentare tale convinzione è l'assenza di proposte da parte degli enti locali e la politica patrimoniale pubblica dell'esecutivo nazionale.

Negli anni ’90, la politica governativa pone fine alle politiche di equo canone liberalizzando  il mercato immobiliare.
L'abbandono di un tale modello di mercato immobiliare calmierato dall'equo canone è stato rivoluzionato con l'innovazione dei patti in deroga, creando guerre fra poveri e ingentissimi guadagni per società immobiliari e palazzinari di professione.

La conseguente speculazione selvaggia dei grandi proprietari di immobili ha risvolti drammatici: un terzo dello stipendio dei lavoratori speso per il fitto, centinaia di coppie non possono permettersi di comprare né affittare una casa, migliaia di famiglie italiane vengono sfrattate e buttate per strada, la quasi totalità di queste sono composte da anziani, malati, disoccupati.
É evidente quanto ci sarebbe bisogno di un progetto di edilizia popolare pubblica e quanto sia, invece, opposta la politica del governo in materia: prosecuzione dell'opera di smantellamento dell'edilizia popolare pubblica e  recente costituzione della Patrimonio spa, una società costituita al fine di svendere il patrimonio pubblico a favore di società immobiliari e privati dediti abitualmente alla speculazione finanziaria-immobiliare.

Agli enti locali e in particolare al comune di Portici chiediamo:

L’immediato utilizzo dei fondi residui (circa 20 miliardi di vecchie lire)della legge 219/90 al fine di riavviare una politica abitativa popolare, dando così case ai soggetti che ne hanno bisogno (sfrattati,disoccupati,poco abbienti,senza casa,lavoratori migranti).
Una soluzione dignitosa ai problemi abitativi dei residenti/occupanti la caserma Mascabruno e di vico del Ritiro
La sistemazione degli alloggi di via Dalbono, frutto della speculazione democristiana, che a 20 anni dalla loro costruzione sono ancora privi di fogne.
La creazione di spazi  autogestiti di socialità liberata per tutti.

Sul piano nazionale chiediamo:

Edilizia popolare pubblica, reintroduzione dell'equo canone, ampliamento degli stanziamenti per il sostegno all'affitto dei non o poco abbienti , requisizione degli alloggi pubblici sfitti e degli alloggi privati delle società immobiliari, finanziarie e di tutti quelli inseriti nella Patrimonio spa: questa e' una piattaforma di rivendicazioni minime da rilanciare tramite un lavoro politico di rete da propagare nella società: sviluppare, quindi, nodi di incontro politico che possano convergere in processi di riappropriazione  di tutti i diritti negati, sembra essere dunque l'unica via per dare voce, sostegno e sbocchi reali al disagio esistente in larga parte della popolazione, perché tocca a noi adesso riappropriarci della nostra dignità e dei nostri diritti, perché senza casa non si può stare…  

Rete Autorganizzata per il Diritto alla Casa – zona vesuviana

Aderiscono: Comitato Antisfratto Autorganizzato, collettivo Logomotiva (zona vesuviana), kollettivo Casa Precaria, rete NoGlobal, Verdi (Portici)