ferma gli sbirri!




Cosa vogliamo? Tutto... ma innanzitutto SPAZIO! Spazio per vivere, comunicare e pensare. Spazio per giocare, studiare e costruire. Spazio per respirare, ballare e opporci. Spazio per parlare, sognare e muoverci. Spazio per informare, imparare e socializzare. Spazio per condividere, lottare e creare. Spazio per riappropriarci delle nostre vite. Dalla provincia vesuviana (Portici, S. Giorgio a Cremano, Ercolano, Torre del Greco) per aggregare gruppi, collettivi e singoli individui attorno ad un progetto di riconquista degli spazi.















torna al sito
del collettivo


numero 0
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4



piantala ovunque!


sito ospitato da:
aut / inv






Camp Darby

“Noi, senza urlare né bruciare bandiere, senza occupare lo spazio della comunità, senza mobilitare nessuno nel nome dell'odio, ma con la compostezza di chi conosce la bontà dei propri valori, porgiamo ai nostri amici americani i segni della nostra solidarietà. Siamo fieri della nostra alleanza con gli USA; sappiamo che il futuro del mondo dipende dall'estensione delle libertà personali, della democrazia liberale, delle libertà economiche e di espressione, delle opportunità individuali e del rispetto degli individui in contesti democratici, di tutti quei valori che oppongono il mondo occidentale alle ideologie totalitarie e ai fanatismi di tutti i generi.
Ai militari americani di Camp Darby, a quelli presenti in tutta Italia, al popolo americano, noi siamo vicini: fieri di questa amicizia, di questa alleanza e dei valori comuni che ci uniscono.”

Il giorno prima dell'appuntamento di Camp Darby, il 5 novembre 2001, una delegazione, costituita da esponenti dell'Associazione radicale LiberaPisa, di Forza Italia e del Comitato Pisa liberale, si è recata alla base americana di Camp Darby per consegnare alle autorità militari un messaggio di solidarietà e di amicizia, in vista del corteo noglobal del 6, proprio intorno alla base.

Il 6 novembre 2002, alla vigilia del Forum Sociale Europeo di Firenze, circa xx mila persone hanno sfilato intorno alla base USA in Italia di Camp Darby per dire no alla guerra, quella del petrolio e quella contro il lavoro.
Quell'appuntamento fu boicottato dalla maggior parte dei compagni: non vi parteciparono i social forum, nè i disobbedienti, non una bandiera di rifondazione nè dei verdi: insomma a quel corteo, a mio avviso importante anche più di qualche seminario del forum, ci andarono l'area dei Cobas e l'area antagonista autorganizzata, anarchici e qualche altro.

Senza volere innescare una polemica sulle ragioni (a mio avviso s-ragioni) della mancata partecipazione a quel corteo, ecco perchè era fondamentale andarci e perchè, a tutt'oggi, quel campo militare deve ancora essere nel mirino del movimento affinchè sia smantellato.

Nel 1945, durante un azione in Italia, William O. Darby, generale delle forze speciali, muore.
Poco male.
Nessuno lo ricorderebbe se non fosse che nel 1951 gli viene intitolata una base militare in Toscana, tra Livorno e Pisa, sulle sponde del Tombolo.

Oggi quella base è il più grande arsenale USA all'estero.

Mille ettari di terreno, vicino allo scalo di Pisa e all'autostrada, con un canale navagabile, il Tombolo, che la circonda e una linea ferroviaria fin dentro al campo, la base USA di Camp Darby è una bomba nel cuore dell'Italia.

Ma non si tratta di una trovata pubblicitaria che -come da brossure-  invita militari e parenti a passare l'estate sulle rive del Tombolo perchè “la spiaggia privata di Camp Darby offre sole, mare, giochi e relax riservato al personale autorizzato”, si tratta, piuttosto, di 20mila tonnellate di munizioni e 8100 tonnellate di alto eplosivo.

Nella base vivono 350 militari professionisti e 700 uomini della Guardia Nazionale, scorazzano nei campi su 2600 tra tank, jeep e camion, su 35 carri armati M1 Abrams e su 70 veicoli da combattimento Brandley, e sotto la terra che calpestano ci sono 125 bunker esplosivi, che contengono le tonnellate di esplosivo di cui sopra (28100 tonnellate in tutto, ma hanno una capienza totale di 32mila tonnellate!), custodite dal 31° squadrone munizioni. Infine, a pulire ed aggiustare ciò che i militari sporcano o rompono, ci sono 580 dipendenti, addetti alla pulizia e alla manutenzione.
A Camp Darby ci sono materiali bellici del valore di due miliardi di dollari, missili e ordigni esclusi.

Finora i numeri, le quantità, ma ora passiamo all'azione e consideriamo alcune guerre recenti: attraverso le sue linee di collegamento (con in testa il canale navigabile che entro il 2010 raddoppierà la capacità di carico grazie al suo allargamento e alla cementificazione dei fondali), la base di Camp Darby è un ottimo viatico e punto di snodo per ogni operazione bellica statunitense.

Durante la Guerra del Golfo transitarono a Camp Darby 42mila tonnellate di munizioni, 22mila delle quali per la sola operazione “tempesta nel deserto”.

Durante il conflitto in Kosovo, invece, partirono da Camp Darby, 16mila tonnellate di ordigni, circa il 60% di quelli lanciati dalla coalizione atlantica tutta.

Infine, nel natale del 1998, alla vigilia delle operazioni dei balcani, sono arrivate a Camp Darby 3278 cluster bomb (le criminali bombe a grappolo).

Anche in questi giorni si parla di Camp Darby: è in via di potenziamento ed in grado già ora di assicurare il trasferimento di un'intera brigata fino in Kuwait con equipaggiamento completo, che viene trasbordato sulle navi dal molo di base, riducendo di un terzo il tempo necessario al trasferimento dagli Usa.

Menzione a parte merita la performances del maggio 2000, quando vennero sgomberati, in fretta e furia e all'insaputa del governo italiano, tanto alleato dei fratelli statunitensi, 12 bunker contenenti 100mila ordigni con 23 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale, perchè pericolanti, stavano crollando su se stessi.

La base di Camp Darby in questi anni ha fatto spesso capolino nelle inchieste della magistratura: è stata chiamata in causa a proposito di vendita d'armi all'Iran e a gruppi fascisti dell'America latina, ed é stata citata nelle indagini sulla strategia della tensione in Italia, per i suoi collegamenti con il terrorismo nero.

A chi è fiero dell'alleanza con gli USA, dico che se il futuro del mondo dipende dai sommi valori dell'Occidente (mercato, guerra, democrazia liberale... massoneria, appoggio all'eversione di destra, controllo sociale e politico...), tale futuro sarà il nulla, magari un nulla macchiato di petrolio.

A chi ancora spera in un'Italia fuori da questa guerra dico che chi, come l'Italia, ospita tonnellate di congegni di distruzione di massa in oltre 50 tra basi USA e Nato, non è fuori da nessuna guerra.

L'Italia, lo voglia o no, è già in guerra.






webmastered by pOg(at)paranoici.org





^^^
top





copyleft coll___Logomotiva GNU/Linux
questo sito e' stato
realizzato solo
con l'utilizzo di
software libero










tutto il materiale presente sul sito e' liberamente riproducibile per fini non commerciali e citando la fonte