Pronto, chi spia?
Così iniziava il proprio articolo il 3 aprile 2002 uno dei
compagni, arrestati qualche giorno fa per associazione sovversiva, dopo
aver ritrovato nella propria macchina un microtrasmettitore di cui
nulla si saprà, nonostante denuncia, sino al 15/11/2002 giorno
dell’arresto. Ma l’indagine dei ros acquisita dal pubblico ministero
cosentino, Bruno Fiordalisi non inizia da qui ma precisamente
dall’attentato di via Brunetti sede dell’Istituto per gli Affari
Internazionali e del Consiglio per le relazioni Italia–USA, di cui
volantino di rivendicazione dei nirp è stato ritrovato
nell’aprile 2002 nello stabilimento Zanussi di Rende.
Dai volantini del nirp all’accusa di cospirazione politica previsto
dall’aggiornatissimo codice Rocco del 1930 il salto è lungo e
contorto, e non passa attraverso la costituzione di reali forme
eversive di gelliana memoria (?), bensì per pericoli “presunti”,
affermazioni strumentalmente reinterpretate, e che prende slancio dalla
costituzione della rete del Sud Ribelle una realtà fortemente
partecipata dalle diverse forze dell’antagonismo meridionale. I capi
d’accusa che hanno determinato l’avvio del procedimento giudiziario per
42 persone di cui 20 agli arresti cautelari sono di: cospirazione
politica mediante associazione al fine di turbare l’esercizio delle
funzioni di governo e di propaganda sovversiva tesa a sovvertire
l’ordine economico, nonché reati di danneggiamento durante il
Global Forum nel marzo 2001 a Napoli ed il G8 di Genova nel luglio
dello stesso anno. E’ proprio su tali capi d’accusa che occorre
effettuare una riflessione preliminare; si tratta, infatti di reati
d’opinione appositamente elaborati per tutelare un regime autoritario,
quello fascista, che non ammette forme di dissenso né di libera
espressione del pensiero, sale della democrazia. Sono accuse, inoltre,
che non necessitano il concretizzarsi del pericolo; ma per cui è
sufficiente il pericolo presunto che può essere costituito da
qualsiasi forma di opposizione politica. Il diritto di sciopero e di
espressione del dissenso, non possono essere considerati come turbative
dell’attività di governo soprattutto là dove sono le sue
stesse scelte sull’ordine pubblico a determinare il panico; e inoltre
non si può assumere il modello economico capitalista come unica
forma legale possibile perché questo significherebbe arrestare
milioni di attivisti che ogni giorno con le loro scelte ed azioni, come
il boicottaggio, cercano di affossare questo modello economico imposto
dal neoliberismo incarnato nelle organizzazioni transnazionali WTO,
FMI, BM, (e con qualche lieve attenuazione negli atti di costruzione
della Comunità Economica Europea.), che si alimenta sulle
disuguaglianze e si serve dello strumento della guerra. Dunque appare,
del tutto evidente, che dietro tali accuse vi sia un teorema
giudiziario volto alla criminalizzazione dell’intero movimento visto
che ad esserne stati colpiti sono compagni che ci sedevano vicino nelle
nostre assemblee; un chiaro attacco politico di cui si dovrà
mettere in luce chi sono gli ispiratori e gli esecutori. Un primo
tassello di questo intrigato mosaico è sicuramente il fatto che
sarà l’informativa dei ros ad alimentare il fascicolo del PM
cosentino e che, come risulta dal fascicolo, costruirà un
artificioso e fantasioso collegamento tra Rende e i volantini dei nirp,
l’università di Arcavacata, definita come una fucina di menti
eversive, e la militanza di alcuni compagni nella zona, che oltre ad
alcuni precedenti con la legge sono sicuramente noti alle forze dell’
ordine per essersi esposti in lotte contro le ingiustizie sociali gli
scempi ambientali che da sempre attanagliano il meridione. Da
ciò si sono generate due conseguenze molto importanti: la
competenza della procura di Cosenza (altrimenti difficilmente
giustificabile trattandosi di fatti avvenuti tra Napoli e Genova, ed in
particolare, un pm sensibile agli ambienti di governo) e la
possibilità di effettuare una vasta indagine altamente lesiva
della privacy avendo individuato i possibili sospetti tra i creatori
della rete del Sud Ribelle definita come un’associazione clandestina
che nella disattenzione della gente cospira ai danni dello stato. Non
solo questi arresti ma più in generale gli attacchi quotidiani
apportati al movimento se da un lato rischiano di creare una nuova
spirale di tensione dopo il successo politico di Firenze dall’altro
impongono a quest’ultimo di dare una risposta compatta, che provenga
dal basso, non influenzata dall’esterno e che porti all’abbandono della
divisione tra buoni e cattivi imposta dai mass-media e dalle forze
istituzionali. Allo stesso modo dev’essere effettuata da parte del
movimento un’ampia riflessione su quanto ci circonda, perché gli
avvenimenti di questi giorni appaiono troppo congeniali ad una
strumentalizzazione che mira alla realizzazione della tanto aspirata
(dalla destra...) riforma della giustizia e di cui il legittimo
sospetto costituisce il quadro di riferimento che tuttavia può
portare risultati positivi anche alla sinistra istituzionale tramite un
attacco a quei movimenti che ad essa si stanno sostituendo nel consenso
politico di base. In fine se il tentativo e la proposta di
realizzazione di un modello di stato democratico che ritenga doveroso e
prioritario dare risposta ai bisogni reali della gente alle
disuguaglianze alle guerre costituisce un progetto eversivo che passa
attraverso la sovversione dell’ordine costituito allora siamo tutti
sovversivi. Al contrario se si pensa che questi obbiettivi possano
essere invece realizzati attraverso la modifica di alcuni aspetti della
nostra democrazia nonché attraverso l’attuazione per la prima
volta dei dettami costituzionali con particolare riferimento agli art.
3, 4,11, 35, ad essere eversivi non siamo noi; ma coloro che hanno
governato il paese in oltre 50 anni di repubblica con le loro guerre,
con la difesa dei loro interessi, con il loro clientelarismo e
corruzione che hanno prodotto come ultimissimi risultati 8000 persone a
spasso espulse dal lavoro ed i preparativi ad una nuova guerra all’Iraq.
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