Sabra e Chatila 1982
Sabra e Chatila. Campi palestinesi. Beirut, Libano.
Agosto 1982. Beirut è controllata dagli israeliani e dai loro
alleati libanesi: la falange cristiana in lotta da anni contro l’OLP.
21 Agosto/21 Settembre. Il mese in cui i militari della forza
internazionale di pace (800 americani, 800 francesi e 400 italiani)
sarebbero dovuti rimanere a Beirut a mantenere l’ordine durante il
ritiro delle forze dell’OLP e dei fedayin. Il 21 Agosto sbarcano a
Beirut solamente 347 paracadutisti francesi della legione straniera,
gli americani e gli italiani sarebbero arrivati il 25 e il 26.
23 Agosto. Beshir Gemayel viene eletto presidente della repubblica
libanese. Beshir è figlio del più famoso dei capi storici
della falange cristiana. Non solo i palestinesi, ma tutti i mussulmani
in Libano tremano. Intervistato da Bruno Marolo* poco dopo la sua
elezione, Beshir afferma: “I palestinesi devono capire che in Libano
per loro non c’è più posto e se partiranno sarà
meglio per tutti. Prenderemo in mano la situazione a Sabra e Chatila,
questi focolai di sovversione sfuggiti per troppo tempo a ogni
controllo”. Marolo replicò che stringendo il tizzone ardente
anche la mano del potere rischiava di bruciarsi. Risposta: "No,
perché sarà una mano di ferro”.
1 Settembre. Le forze dell’OLP sono completamente fuori dal Libano.
3 Settembre. Yasser Arafat, ritiratosi a Tunisi, chiede che la forza
multinazionale di pace rimanga a Beirut oltre il 21 Settembre, essendo
preoccupato per le sorti di Sabra, Chatila e Fakhani.
9-13 Settembre. I giorni in cui i militari della forza multinazionale
lasciano il Libano perchè non solo Beshir non ne chiede il
rinnovo del mandato, ma ne ordina addirittura la partenza.
14 Settembre. Mentre Beshir inizia ad organizzare la “conquista” di
Sabra e Chatila con truppe e bulldozer, muore in un attentato contro la
roccaforte cristiana di Ashrafie.
15 Settembre. Dopo la morte di Beshir, la situazione precipita e le forze israeliane occupano Beirut ovest.
16 Settembre. Il generale israeliano Amir Drori, si accorda con i
libanesi perchè Elias Hobeika, responsabile dei servizi speciali
libanesi, prenda il comando dell’operazione di “pulizia” di Sabra e
Chatila.
Alle cinque di sera entrano in Sabra e Chatila.
… … …
... uccisioni (circa 2000), stupri, torture, demolizioni...
18 Settembre. L’operazione si conclude. Si cominciano a gettare i corpi in una fossa scavata all’ingresso di Chatila.
Il mondo è sdegnato davanti a questo massacro. Perfino in
Israele 4000 persone sfilano nella più grande protesta della
storia del paese perchè siano identificati i responsabili della
strage: il governo israeliano e il suo ministro della difesa Ariel
Sharon, la falange libanese guidata da Elias Hobeika e chiunque altro
nulla fece per impedire quello sterminio.
Nel 1983 una commissione d’inchiesta interna allo stato di Israele,
indicò Israele come responsabile morale del massacro del quale
era impossibile perseguire gli esecutori materiali.
Oggi davanti a Chatila, la più grossa fossa comune è
ridotta ad un deposito d’immondizie. Non c’è un cartello, non
c’è una lapide. Non dimentichiamo anche noi.
*Attuale direttore della corrispondenza dell’Ansa per il Libano ed il Medio oriente.
Bibliografia: "Nell'inferno di Sabra e Chatila" di Bruno Marolo 1986 SUGARCO ed. |