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Cosa vogliamo? Tutto... ma innanzitutto SPAZIO! Spazio per vivere, comunicare e pensare. Spazio per giocare, studiare e costruire. Spazio per respirare, ballare e opporci. Spazio per parlare, sognare e muoverci. Spazio per informare, imparare e socializzare. Spazio per condividere, lottare e creare. Spazio per riappropriarci delle nostre vite. Dalla provincia vesuviana (Portici, S. Giorgio a Cremano, Ercolano, Torre del Greco) per aggregare gruppi, collettivi e singoli individui attorno ad un progetto di riconquista degli spazi.















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Spazio, spazio delle mie brame

Quanti spazi nelle nostre citta' vengono sottratti all’uso della collettivita' rimanendo li' a marcire inutilizzati e divenendo di anno in anno sempre piu' fatiscenti e pericolanti.

Fabbriche in disuso in attesa di una riconversione che forse non si realizzera' mai, edifici pericolanti di proprietari disinteressati, locali pubblici acquistati o creati appositamente per funzioni di servizio ai cittadini che languono e cosi' via…

L’elenco e' ancora lungo, sicuri che a poter snocciolare i dati, magari in grassetto ed in fila, tutti rimarrebbero stupiti, ma aldila' dello stupore non ci si puo' sottrarre ad alcune riflessioni immediate in primo luogo di impatto ambientale; dato che  si parla di edifici dimenticati per molti anni e se essi siano tanto quanto sopportabili in citta', un discorso completamente diverso va' fatto per quegli edifici, numerosissimi, che sovrastano le nostre montagne e le nostre coste, frutto dell’abusivismo degli ultimi trent’anni e che andrebbero abbattuti senza esitazione. Un’altra riflessione immediata  e' sugli spazi  privati non destinati ad uso abitativo che giacciono inutilizzati per lunghissimi periodi e sono privi di adeguata manutenzione… dovrebbero essere sottoposti a misure che agevolino il loro utilizzo a scopo sociale e collettivo, fino ad un interessamento concreto del proprietario (vedi mod. olandese).

Detto cio' c’e' un’altra riflessione che, per dirla alla Lubrano, “sorge spontanea” e che riguarda la contraddizione esistente tra l’abbondanza di spazi inutilizzati e la mancanza di spazi da destinarsi al libero incontro dei cittadini al fine di dar vita a varie forme di  democrazia diretta.

Dunque nell’assenza di spazi sociali liberi autogestiti e' possibile ravvisare una debolezza di fondo del nostro sistema democratico in cui uomini e donne non possono dialogare liberi aldila' di imbrigliamenti istituzionali e non possono esercitare i poteri universali che gli sono propri. Eppure l’esigenza di spazi liberi di dialogo e creazione e' da sempre espressione di bisogno umano testimoniato un tempo dall’agora' greco oggi da Porto Alegre, passando per l’ONU dei popoli. Sembra dunque (o ci sara' sicuramente…) un forte interesse a che la gestione politica e il confronto politico di pochi passi a fasce sempre piu' ampie per la costruzione di un modello pienamente partecipativo in cui tutti hanno pari dignita' e che tenga conto delle diversita'.






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