Stupida intelligence?
La chiamano lotta tra l’impero del bene e l’impero del male.
Cio' che sfugge in questo banale e scontato copione sono i ruoli.
Lo scienziato tedesco von Braun era cattivo quando invento' i missili
V-2 che Hitler sgancio' su Londra, ma divenne buono quando si mise al
servizio degli Stati Uniti. Anche Stalin era buono durante la seconda
guerra mondiale, e Saddam Hussein era un buono anche lui e buone erano
le armi chimiche che impiego' contro iraniani e kurdi. Dopo divenne
cattivo ed oggi e' relegato nella classifica dei piu' cattivi del mondo
al secondo posto, scalzato da un dinamico e intraprendente Osama bin
Laden.
Ma anche lui, prima, era buono.
Tanto buono che Reagan diceva di lui che fosse uno dei principali
“guerrieri della liberta'” contro il comunismo in Afghanistan, e dei
taliban che erano “l’equivalente morale dei padri fondatori
dell’America”.
Sotto la presidenza Reagan, anche Hollywood era d’accordo con la Casa
Bianca: Rambo 3 lottava, infatti, al fianco dei buoni afghani musulmani.
Oggi sono cattivi, cattivissimi.
La verita' e' che questa guerra, che si vuole tra il bene e il male, e'
piena di contraddizioni e di loschi intrecci tra un presunto bene e un
presunto male.
Il 15 febbraio 1989 i sovietici si ritirano dall’Afghanistan dopo circa
10 anni di occupazione. Gia' il 3 luglio del 1979 (4 mesi prima
dell’inizio dell’occupazione sovietica), il presidente degli Stati
Uniti, all’epoca Jimmy Carter, firmo' il primo memorandum segreto per
dare aiuti agli oppositori dell’URSS a Kabul.
Dopo il ritiro sovietico, fin dal giugno 1990, le grandi compagnie di
idrocarburi si lanciarono in un’intensa attivita' di lobbying che vide
protagonisti, tra i tanti, R. Cheney, sottosegretario alla difesa di
George H. Bush (e attuale vicepresidente di Bush Jr.), e Z. Brzezinski,
ex consigliere alla sicurezza nazionale del presidente J. Carter e
consulente dell’Amoco.
Intanto sul fronte militare, il Pentagono, cominciava un’opera
d’insediamento nelle ex repubbliche sovietiche ricche di idrocarburi, e
dava vita ad una serie di accordi con Uzbekistan, Kazakistan e
Kirghisistan nell’ambito di preparativi a non meglio precisati
interventi “umanitari”.
Sul fronte economico sono due le compagnie petrolifere che si
contendevano l’ambizioso progetto di gasdotto che avrebbe dovuto
attraversare Afghanistam, Turkmenistan e Pakistan: la statunitense
Unocal e l’argentina Bridas.
Le intense pressioni statunitensi sui governi degli stati interessati
al passaggio del gasdotto porteranno alla firma, nel 21 ottobre del
1995, di un accordo tra la Unocal e il presidente turkmeno.
Ed e' qui, nell’intenzione di assicurare la stabilita' all’Afghanistan,
che entrano in gioco i primi combattenti taliban, inventati di sana
pianta dall’ISI (Inter Services Intelligence, servizi segreti
pakistani) e finanziati dalla CIA (Central Intelligence Agency, servizi
segreti statunitensi) e dall’Arabia Saudita. La stessa Unocal e la sua
associata saudita, la Delta Oil hanno avuto un ruolo non indifferente
nell’“acquisto” dei comandanti locali che avrebbero dovuto garantire la
sicurezza sul territorio afghano.
D'altronde non e' la prima volta che la Cia si cimenta in azioni
terroristiche: ci fu l’assassinio del generale Prats in Cile e il golpe
contro il governo di Allende, l’uccissione di Lumumba in Congo, il
rovesciamento di Mossadeq in Iran, la rivoluzione panamense targata USA
per la costruzione del canale.
In generale le scelte terroriste di politica estera degli Stati Uniti
sono state abbastanza monotone nel loro squallore: dal Plan Colombia
all’Irangate, dall’operazione Condor e i suoi migliaia di desaparecidos
argentini, uruguaiani, cileni, paraguaiani e brasiliani, al genocidio
delle popolazioni maya in Guatemala, dall’embargo a Cuba agli appoggi
economici e militari al governo assassino di Israele, sempre la difesa
e l’affermazione di pochi interessi lobbistici ne sono stati i mandanti.
Il sostegno alla guerriglia antisovietica in Afghanistan fu
sovvenzionata, dunque, dalla CIA attraverso il riciclaggio del denaro
del narcotraffico con la connivenza di istituti di Credito come la BCCI
(Bank of Commerce and Credit International), nel cui Consiglio di
Amministrazione figuravano Salem bin Laden, fratello di Osama, e di bin
Mafouz, sposato con una sorella di bin Laden. Affinche' le operazioni
di appoggio ai mujahadeen in Afghanistan andassero a buon fine, c’era
bisogno della piena collaborazione del Pakistan e gli Stati Uniti ben
pensarono di comprarla attraverso il tacito via libera ai
trafficanti di eroina pakistani. Fu per questo che, alla meta' degli
anni ’80, il distaccamento della CIA a Islamabad divenne una delle sedi
piu' grandi e operative dei servizi segreti nordamericani.
L’implicazione della CIA nelle vicende di quella regione sono evidenti,
come pure e' evidente la loro sistematica ingerenza in qualunque
scenario internazionale a difesa di interessi statunitensi, eppure,
dopo l’11 settembre, la CIA appariva come una forza senza speranza, che
non aveva saputo prevedere e prevenire l’attacco alle Torri Gemelle.
La realta' e', invece, che la CIA sapeva.
Se da un lato il Documento di Santa Fe' (n°4), elaborato da
militari, diplomatici e accademici come raccomandazione al governo di
George W. Bush, dichiara che “la priorita' nazionale per gli Stati
Uniti e' la ricerca di un nuovo nemico internazionale”, e dunque pone
in essere le condizioni per una politica aggressiva nei confronti dei
cosiddetti “Stati canaglia”, quali Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan,
Sudan e altri, per difendersi dai quali sarebbe stato pensato anche il
famoso “Scudo Spaziale”, che in realta' nasconde ben altri interessi
per l’apparato militare-industriale statunitense, dall’altro cio' che
rende palese l’implicazione della CIA anche negli eventi dell’11
settembre, e' il suo mancato intervento di prevenzione, sebbene, nel
dicembre del 2000, il Global Trend 2015 metteva chiaramente in luce la
possibilita' di un attacco terrorista nel cuore degli Stati Uniti.
Il Global Trend 2015 e' un rapporto realizzato sotto la supervisione
del Consiglio Informazioni Nazionale (NIC), una delle agenzie di
intelligence degli Stati Uniti, il cui scopo e' di identificare i
cosiddetti “trend principali” che modelleranno il mondo da oggi al 2015.
Cio' che metteremo in evidenza sono solamente i principali passaggi
relativi allo sviluppo del terrorismo e i problemi derivanti dal riarmo
e dalla globalizzazione della criminalita'.
Nel testo era previsto che il terrorismo avrebbe colpito all’interno
degli Stati Uniti, e cosa piu' grave, e' che l’ipotesi verificatasi dei
kamikaze e' solo una - e neppure la piu' grave - delle tante che
potrebbero verificarsi. Gli esperti parlano nel rapporto di sofisticati
progetti volti ad ottenere distruzioni di massa, attacchi con armi
convenzionali oppure con ordigni chimici e batteriologici, parlano dei
rischi non solo dell’escalation terrorista ma anche di una sua
riorganizzazione, non piu' sotto il controllo dei singoli stati, ma in
vere e proprie holding del terrore.
Insomma la globalizzazione economica procede di pari passo con la globalizzazione del terrore.
Il Global Trend dunque ci mostra un futuro tutt’altro che sicuro e salvo dal terrore.
Ma cio' che ci mostra in definitiva e' che gli Stati Uniti e la CIA sapevano e non hanno agito.
Chiedersi il perche' e' legittimo.
Mario Isneghi dice che “non si da educazione collettiva senza propagazione e condivisione di acconci luoghi comuni”.
A livello sociale e di opinione pubblica e a protezione di un sistema
economico e politico, l’informazione, la disinformazione, la censura e
il sistema di valori imposto riuscira', anzi e' riuscito ad inventare
un sistema di luoghi comuni condivisibili intorno alla vendetta contro
chi ha osato sfidare la “civilta'”.
A livello economico, per l’autoconservazione dello stesso sistema
economico, la guerra muove l’apparato industriale-militare globale e
quello del petrolio, nascondendolo dietro la difesa di diritti civili.
Ma fuori dalla societa', fuori dalla guerra, fuori dalla politica,
sopra ogni regola e sopra ogni moralita' si staglia un potere occulto,
un potere che muove le fila e che mai si fa vedere, un potere che
organizza il male per far finta poi di combatterlo, un potere che ha
gia' deciso che il mondo non vedra' pace perche' la pace non negli
interessi globali. |