22 Maggio 2007
Interruzione del Senato Accademico contro il caro tasse
Oggi [22-05-07] abbiamo interrotto il senato accademico insieme a* attivist* del C38 e dell'aula Espress per portare la voce dei collettivi autorganizzati sulla gestione del rettore Calzolari che vuole aumentare le tasse già altissime. Il Senato Accademico poneva all'ordine del giorno molte questioni critiche come il bilancio dell'ateneo, edilizia, ricerca scientifica, didattica e diritto allo studio.
Dopo che venerdì 18 Maggio abbiamo bloccato il consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia dove il collettivo C38 ha presentato l'inchiesta "Per l'autogestione del percorso formativo", i collettivi autorganizzati dell'università hanno preso parola al Senato Accademico cercando di spostare l'asse del discorso dal piano del mero riequilibrio finanziario a quello della libera fruizione del sapere, del costo dei testi e dei bisogni del precariato studentesco, come per esempio quello di una casa: a Bologna si è costretti a dividere in tre una stanza pagando 300 euro e poco tempo fa una ragazza è morta a causa di una caldaia non a norma che il padrone di casa non voleva sistemare.
Questa giornata e quella di Venerdì saranno solo i primi passi di una lotta che ci vedrà sempre presenti per riappropiarci dei nostri bisogni, dei nostri desideri, delle nostre esistenze.
Questo è il testo che abbiamo distribuito:
Caro-libri,caro-tasse,caro-affitti:
cacciamo il rettore e i suoi baroni, riprendiamoci i nostri desideri.
La conclusione di questo anno accademico ha visto l'ennesimo dibattito sulla situazione finanziaria dell'ateneo con la possibilità che aumentino ancora le tasse (già alle stelle) che gravano sulle nostre spalle: a dirlo esplicitamente è il rettore Calzolari seguito in coro da tutti i baroni che in questa università si spartiscono il potere e il denaro. Le migliaia di euro che due volte all'anno ci prendono sono un ricatto sui nostri tempi di studio(anche solo un mese in più rispetto ai tempi previsti va pagato come un anno intero), ci costringono a lavori precari, non-garantiti e pagati una miseria.
E poi ancora affitti carissimi per vivere quasi nelle cantine, in due in tre in una stanza, con una studentessa morta per la fuga di gas di una caldaia che il proprietario di turno non voleva riparare. E l'accesso alla cultura e al sapere che noi stessi produciamo?? Ormai in zona universitaria non si può più nemmeno fotocopiare un libro, anzi fra un pò faranno pagare anche il prestito, le mostre e i concerti sono sempre fuori dalla nostra portata, spesso anche semivuoti perché riservati solo a chi i soldi ce li ha.
Per questo motivo siamo andati a bloccare il senato accademico (il parlamentino universitario) e a portare le istanze e i bisogni del precariato studentesco, le nostre lotte contro un'università che ha dei ritmi sempre più da fabbrica e i nostri desideri di trovare sempre più spazi e tempi autonomi, di riprenderceli con il nostro protagonismo senza delegare nulla ai vari partitini studenteschi.
Questa interruzione è solo il primo passo di una lotta da costruire assieme,per cominciare dal basso a riappropriarci delle nostre esistenze sempre più precarizzate. |