25
Aug 2002 13:18:53 traduzione di una agenzia di stampa francese
sull'arresto di 17 degli occupanti dei locali del ministero
della giustizia a strasburgo
"No
Border": arresto degli occupanti dei locali di proprieta'
del ministero della giustizia.
Strasburgo,
23 agosto (AFP) - 17 militanti del collettivo anti-globalizzazione
"No Border" che avevano occupato i locali del
ministero della giustizia sono stati arrestati venerdi nella
prima serata dopo un intervento della polizia, ha indicato
il viceprocuratore della repubblica di Strasburgo, Philippe
Vannier.
Due
altri militanti che si trovavano per strada con un'altra
ventina sono stati interpellati durante una situazione tesa.
Gli
occupanti esigevano la revoca delle misure di isolamento
applicate a un militante "No Border" che e' detenuto
per aver ferito un poliziotto durante un corteo il 24 luglio.
Com le mani dietro la schiena i militanti sono stati caricati
su un furgone della polizia, ha constatato una gioornalista
dell'AFP presente sul posto.
"Il
GIPN (Gruppo di Intervento della POlizia Nazionale) ha aperto
la porta con la forza per poter entrare nei locali e liberare
le persone ivi sequestrate" ha affermato M.Vannier
ai giornalisti presenti. Parlando di "ostaggi"
il magistrato ha sottolineato che il "sequestro e'
un crimine molto grave".
I
tre impiegati della sezione regionale del ministero della
giustizia erano presenti all'irruzione dei militanti verso
le 16. Hanno indicato ai giornalisti dalla finestra del
loro ufficio che "tutto andava bene" e che almeno
due di essi volevano restare negli uffici fino all'intervento
della polizia per "assicurarsi dello stato dell'equipaggiamento".
Un
militante "No Border" ha assicurato ai giornalisti
che l'occupazione era di natura pacifica. M. Vannier ha
confermato che gli impiegati non hanno suibito alcuna violenza.
Una
trentina di poliziotti, di cui alcuni membri del GIPN, sono
penetrati verso le 17.30 nell'edificio in cui i militanti
si erano asserragliati al secondo piano, nei locali della
Sezione Regionale dell'Equipaggiamento del Ministero della
Giustizia.
alle
19.00 un ppoliziotto ha messo la parola fine all'occupazione
staccando lo striscione che i militanti anti-globalizzazione,
autodefinitesi "Collettivo per la Liberazione di Ahmed
Meguini", avevano esposto dalla finestra.
Ahmed
Meguini, 25 anni, e' stato condannato dal tribunale di straburgo
mercoledi' a 8 mesi di prigione di cui 3 da passare in carcere
per aver colpito con un bastone un capitano di polizia fratturandogli
una mano.
Il
giovane, che rifiuta le accuse, e' in stato di isolamento
e non puo' avere colloqui con alcuno in dal giorno dl suo
arresto durante un corteo del 24 luglio.
Secondo
il vice procuratore della repubblica di strasburgo, Ahmed
Meguini e' detenuto in una cella isolata ma e' libero di
incontrare altri detenuti durante la giornata.
La
repressione scatenata in Francia dalle istituzioni continua:
gli attivisti noborder arrestati venerdi saranno processati
oggi alle 14.30 per direttissima, con l'accusa di sequestro
di persona e violazione di domicilio! La rete noborder lancia
un appello urgente perche' venga fatta pressione. Moltiplichiamo
azioni di solidarieta'!
Questo
il comunicato dei\lle compagni che hanno partecipato all'
occupazione -azione di solidarieta' per Ahmed:
ISOLAMENTO E NIENTE DI PARLATORIO = TORTURA
Stiamo
attualmente occupando degli uffici del ministero della giustizia
che si trovano rue Gustave Adolphe Hirn, 8, a Strasburgo
per esigere la fine del trattamento inaccettabile che Ahmed
sta subendo in carcere da un mese, in isolamento e senza
diritto al parlatorio. Chiediamo che gli venga immediatamente
accordato il diritto a una visita che e gli sia data la
garanzia della sua uscita dall'isolamento.
Ahmed.
co-fondatore del "Mouvement Spontané" e
partecipante al campo No Border, è stato arrestato
il 24 Luglio 2002 nel corso della manifestazione in sostegno
ai sans-papiers, e per la chiusura di tutti i centri di
detenzione e per la libertà di circolazione. È
stato incarcerato da quel giorno ed è stato condannato
l'altro ieri a 8 mesi di carcere di cui cinque con la condizionale
e più di settecento euro di multa nonostante le innumerevoli
incoerenze dell'accusa e gli errori di procedura.
Il
suo arresto, come anche l'insieme della procedura che ne
è seguita, dimostrano un accanimento poliziesco e
giudiziario iniquo: arresto mirato, svoltosi diverso tempo
dopo i fatti contestati, con utilizzo di proiettili di gomma
(1 ferito grave), processo in direttissima, incarcerazione
di Ahmed ferito, isolamento sin dalla messa in stato d'accusa,
senza diritto al parlatorio, esame della sua richiesta di
liberta provvisoria senza avvocato... La ragione della sua
messa in isolamento è stata fornita per iscritto
dall'Amministrazione Penitenziaria (il documento sarà
reso pubblico a breve): appartenere ad un gruppo che lotta
contro le prigioni e l'insieme delle sue idee politiche
che potrebbero "turbare" gli altri detenuti; nessun
fatto concreto precedente nel mondo del carcere, gli è
stato rimproverato, questa comunicazione è la riconoscimento
maldestro di un trattamento speciale per reato di opinione.
Ahmed
è oramai condannato e la procura continua a rifiutargli
il diritto al parlatorio. Molto probabilmente sta ancora
in isolamento. Questo "trattamento privilegiato"
dimostra chiaramente una volontà di impedire alla
difesa di organizzarsi e di destabilizzare Ahmed: da 30
giorni non ha avuto contatti altro che con il suo avvocato
e il personale dell'Amministrazione Penitenziaria, e di
passare anche la sua ora d'aria da solo. Noi temiamo che
il prolungarsi di questo trattamento, comunque e per chiunque,
sia inaccettabile, e possa provocare gravi danni. Infatti,
i danni fisici, psicologici e psichiatrici sono frequenti
quando si esce da questi soggiorni in isolamento, che è
realmente una forma di tortura. Due volte abbiamo lasciato
partire palloni gonfi ad elio con degli striscioni al di
sopra degli alti muri per poter comunque entrare in contatto
con Ahmed e salutare tutti i prigionieri.
Mentre
il sostegno ad Ahmed si allarga ed è sempre più
attivo, come anche la denuncia della repressione contro
i movimenti, e più in generale, il rafforzamento
incredibile del controllo sociale, il fatto di prolungare
questa situazione dopo la condanna è, da parte della
procura, un'autentica provocazione. Noi esigiamo che Ahmed
possa uscire dall'isolamento e che gli sia accordato il
diritto alle visite.
Continueremo
con la rete Noborder e l'insieme dei gruppi o singoli a
mobilitarci per: - La liberazione di Ahmed - la fine immediata
di tutti i processi contro i partecipanti al campo - la
chiusura dei Quartieri di Isolamento - la libertà
di circolare e di stabilirsi, contro ogni forma di controllo
sociale.
AHMED
LIBERO!
-
comunicato di sabato: FINO A DOVE ARRIVERA' LA REPRESSIONE?
Ieri,
alcune persone hanno occupato degli uffici del ministero
della giustizia che si trova in rue Gustave Adolphe Hirn,
8, a Strasburgo per esigere la fine dello stato di isolamento
e l'accesso al parlatorio per Ahmed. Lui sta subendo questo
trattamento inaccettabile da un mese. La repressione è
stata molto violenta per un'occupazione. Venti persone sono
state fermate e portate in commissariato. Noi siamo determinati/e
a continuare le mobilitazioni e a lottare malgrado una tale
repressione ad oltranza.
Più
che mai è necessaria la solidarietà! Se volete
unirvi al "Collectif de Soutien à Ahmed",
potete scriverci all'indirizzo il-legalteam@lalune.org.
Non esitate ad inviare comunicati stampa di solidarietà.
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