CHE COSA è UN PRECARIABACO
E
limmagine che giovani precari hanno trovato per simboleggiare
il continuo e perforante allargamento della fascia sociale sottoposta
ai processi di precarizzazione; processi, che sempre più
velocemente invadono ogni ambito e ogni linguaggio della nostra
vita quotidiana.
La nostra non vuole essere una battaglia corporativa che rivendichi
i bisogni esclusivi di studenti o di altre figure parziali, soprattutto
perchè riconosciamo che questo processo di precarizzazione
non investe solamente i lavoratori ma risucchia nella sua spirale
categorie sociali sempre più ampie e sempre più indistinte.
In un momento di opposizione collettiva, nei confronti di una società
che persegue solamente lincremento dei profitti, aderiamo
a questo sciopero generale, sentendoci direttamante coinvolti allinterno
di una ristrutturazione capitalista che assottiglia giorno dopo
giorno le garanzie verso il futuro. Un precariabaco quindi per cercare
di legare la condizione di giovani precari, a quella più
generale dei precari e dei lavoratori, su cui si alimentano e si
realizzano oggi, i metodi e le tecniche più avanzate di sfruttamento
da parte del sistema delle imprese.
Un precariabaco come metafora di quel continuo rosicchiamento dei
diritti e delle opportunità di quella fascia sociale attraversata
quotidianamente dalla precarietà.
In una città come Firenze, dove ogni mattina si lucida la
vetrina per gonfiare le casse avide di dollari yen ed
euro, dove alle domande ed ai bisogni della società si risponde
continuando a smantellare lo stato sociale, cerchiamo di fare fronte
ai bisogni ed ai diritti inalienabili autogestendo le nostre domande
e le nostre risposte.
Giovani studenti/esse e precari/e si trovano a dover fronteggiare
le difficoltà del problema abitativo di questa città.
Affitti sottoposti ad un mercato immobiliare che, oltre a giovarsi
del businnes del turismo della vetrina rinascimentale, fa lievitare
i prezzi, lasciando sfitti numersi immobili. Daltra parte,
se le aziende spremono, le istituzioni non fanno di meglio, rispondendo
alla crescente precarizzazione con ulteriori privatizzazioni, svendite,
ed aste, che decretano di fatto la fine dei diritti alla salute,
al trasporto, allistruzione ed alla casa. Logiche di speculazione
e messa a profitto che stanno trasformando questa città in
un grosso parco dintrattenimento dove ingresso e durata del
divertimento non sono gestiti per una comune vivibilità ,
ma resi selettivi secondo parametri classisti, estromettendo dalla
città tutte quelle figure che, non potendo partecipare al
banchetto, non sono direttamente fonte di profitto.
Per noi, loccupazione di uno degli immobili che un domani
saranno allasta per divenire patrimonio privato, è
una pratica per riappropriarsi di un diritto come quello alla casa
, non che riappropriazione indiretta di salario, una delle risposte
possibili alla crescente precarizzazione della nostra quotidianità.
Riappropriazione che ci permette di svincolarci in parte dal ricatto
lavorativo oramai esteso alla maggioranza della popolazione. Contratti
a termine, contratti di formazione e collaborazione non retribuita
, lavoro nero sono solo alcune delle forme di sfruttamento neo-liberista
che cercano di isolarci per renderci incapaci di organnizzarci,
rendendo ancora più stretto il cappio del loro ricatto.
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