L'ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO E LA CURIA S.P.A.
Il patrimonio immobiliare e la struttura dell'ente.
L'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, proprietario della nostra casa, e' l'ente che dal 1985 gestisce in tutta Italia i beni immobili delle parrocchie e della Curia. Esistono IDSC in tutte le cita', a Roma c'e' l'istituto centrale che coordina tutti gli altri. In base alla legge 222 del 1985, cioe' agli ultimi concordati Stato Chiesa stipulati tra Craxi e Casaroli, l'IDSC puo' amministrare le sue proprieta' liberamente anche a scopi commerciali e di lucro, cioe' compra, vende, affitta come una normale impresa privata. Solo a Firenze l'IDSC possiede:
-947 appartamenti affittati
-11 appartamenti in via di ristrutturazione
-una decina di aziende vinicole per 100 ettari, di cui 70 nel Chianti classico
-migliaia tra locali ad uso commerciale e terreni
Insomma, non abbiamo tolto a chi ha poco...Solo per la mole di beni dobbiamo immaginarci l'IDSC non come un'allegra confraternita di frati buontemponi, ma come un'impresa inserita a pieno titolo nel mercato immobiliare, detendone di fatto una larga fetta.
Risulta impossibile stimare le entrate che la Curia s.p.a. percepisce grazie all'IDSC, ma considerato che le proprieta' non sono state acquistate(sono tutte lasciti di fedeli) e visti i prezzi degli affitti a Firenze, sicuramente e' un bel malloppo.
Le politiche della casa dell'IDSC: il villaggio Giubileo 2000.
Come ogni moderna impresa, anche l'IDSC si preoccupa della propria immagine: l'IDSC sta infatti costruendo 24 appartamenti su un terreno di sua prorieta' a Montespertoli da affittare a 500.000 lire al mese a giovani sposi. La Curia ha presentato il progetto e l'amministrazione comunale ha subito concesso l'edificabilita' al terreno, che cosi' aumenta di valore( a proposito di corsie preferenziali). L'operazione e'stata ampliamente pubblicizzata sulla stampa locale , con una cerimonia a cui hanno preso parte il Vescovo, il Sindaco e il presidente dell'IDSC. Magicamente l'IDSC, che affitta migliaia di proprieta' (negozi, terreni, case, posti auto) a prezzi di mercato contribuendo in maniera significativa al caro affitti, diventa benefattore dei senzatetto.
Quella che viene spacciata dalla Curia come esempio di politica sulla casa, e' in realta' solo una politica di sostegno alla famiglia cattolica, visto che tali appartamenti vengono assegnati solo a giovani coppie sposate, introducendo il principio che una coppia sposata in chiesa (ed eterosessuale ovviamente)ha piu' diritto di altri ad una casa.
Gli altri fondi della Curia s.p.a.
Oltre alle entrate derivanti da tutte le proprieta' di tutti gli IDSC, la Curia percepisce:
a) libere offerte dei fedeli, ai quali e' concessa ai fini del pagamento dell'IRPEF la possibilita' di dedurre dal reddito lordo le somme di denaro elargite a favore dell'Istituto centrale, fino ad un massimo di due milioni di lire.
b) una parte dell'irpef (fino ad un massimo dell'otto per mille) versata dal contribuente, dietro sua esplicita richiesta. In caso di mancata opzione, le somme corrispondenti all'otto per mille verranno suddivise proporzionalmente rispetto alle opzioni formulate; per un meccanismo complesso, la Chiesa intasca anche un po' dell'otto per mille di chi lascia la casella in bianco.
c)elemosine delle messe, donazioni, e chissa' quante fonti di finanziamento a noi non note, ma non meno lucrose. Ad esempio e' noto che le suore del complesso delle Montalve percepiscono uno stipendio per un'attivita' di insegnamento...
Secondo stime attendibili si tratta di una cifra teorica di duemila miliardi all'anno, per quanto riguarda l'otto per mille delle entrate irpef, e di ventimila miliardi per quanto riguarda le offerte di denaro deducibili dal reddito lordo. L'otto per mille appare come una vera e propria tangente che lo Stato dirotta alla Chiesa in virtu' della sua secolare funzione di controllo sociale. Dove vanno le somme dell'otto per mille? Secondo l'ultimo rendiconto su 1.476 milioni:
-626 sono andati per "esigenze di culto"
-562 per il Sostentamento del clero ( non gli bastano i profitti derivanti dalle proprieta' dei vari IDSC!)
-288 per "interventi caritativi" dei quali solo 125 destinati al terzo mondo, i restanti 163 ritornano alle diocesi.