Domenica 6 aprile ci siamo radunati/e davanti le mura della sezione maschile del carcere romano di Rebibbia. Come sempre i motivi che ci hanno spinto ad andare lì davanti con cori, interventi al microfono e qualche pezzo musicale sono il voler stare accanto e sostenere chi si trova rinchiuso, ricordare anche alle guardie che i detenuti e le detenute non sono soli nè sole di fronte alle loro divise, ribadire quanto il carcere sia un luogo che vorremmo vedere distrutto.
Ma stavolta c’era un motivo in più: la mobilitazione indetta dal Coordinamento dei Detenuti dal 5 al 20 aprile in tutte le carceri d’Italia. Già qualche giorno prima di questo presidio eravamo passati davanti quelle mura a parlare della protesta di aprile e a leggerne il comunicato. Quel giorno era indetto anche un presidio fuori Rebibbia Femminile per sostenere in particolare Chiara, compagna accusata di un attacco al cantiere del treno ad alta velocità in Val di Susa.
Si sta anche volantinando ai colloqui con i familiari, sia alla sezione maschile che in quella femminile, provando in tutti i modi a raggiungere ed informare più detenuti e detenute possibile. In questi giorni capiremo se qualcuno dei detenuti e delle detenute ha aderito in qualche modo.
Domenica, dopo il presidio alla sezione maschile, ci si è spostati davanti a quella femminile, ribadendo i motivi della mobilitazione e gli indirizzi a cui poterci scrivere.
Continueremo in questi giorni a passare di là ma anche a portare per la città le parole e le rivendicazioni dei detenuti e delle detenute in questi giorni di protesta.