UNA BRECCIA NEL MURO
Una società che ha bisogno del carcere è essa stessa carcere.
Contenere e rinchiudere coloro che non si adeguano è la priorità di un sistema sociale ed economico costantemente “in crisi” che non vuole essere disturbato troppo da disagio, paura, insofferenza, rabbia e rivolta di chi è in basso. Per questo in tutta Europa, come in Italia, si progetta di costruire nuove carceri e ampliare molte di quelle già esistenti. Non certo per fare in modo che coloro che sono già detenuti vivano migliori condizioni, ma per riempirle sempre più di sfruttati. Anche a Lecce vi è un progetto già appaltato dal Ministero della Giustizia ad una ditta specializzata nel business penitenziario; esso prevede ulteriori 200 posti tramite la realizzazione di un nuovo padiglione che verrà costruito, pare, dove ora vi è un campo di calcio, ad ulteriore riprova che ciò che lo Stato vuole fare è solo internare.
L’attenzione verso il carcere e il mondo securitario che vogliono costruire, fatto di telecamere, militari, polizia, controllo, ci spinge a guardare oltre i muri dell’indifferenza e della rassegnazione per vederli crollare ad uno ad uno e liberare un orizzonte di libertà. Per questo pensiamo sia importante solidarizzare con i detenuti in lotta in tutte le carceri italiane nei prossimi giorni (dal 5 al 20 aprile).
Una mobilitazione spontanea e autorganizzata contro la realtà disumanizzante del carcere, che non chiede nulla a chi, come lo Stato, ha creato questa situazione di invivibilità e annientamento all’interno delle prigioni, fatta di sovraffollamento, pestaggi, ecc. Un appello alla solidarietà che possa essere da ponte con l’esterno e intaccare uno dei pilastri, come l’isolamento, che reggono l’idea stessa della prigione. Idea che si tramuta in una realtà carceraria impossibile da umanizzare attraverso progetti ricreativi o quanto altro passi attraverso l’istituzione stessa.
Solidarietà con i detenuti in lotta, per un mondo senza galere.
Anarchici e solidali
SABATO 19 APRILE 2014
DALLE 16 ALLE 19
PRESIDIO E MICROFONO APERTO
NEI PRESSI DEL CARCERE DI LECCE