Nella giornata di Lunedì 16 Novembre si è svolta un’altra udienza del processo riguardante i fatti del 15 Ottobre 2011. Come da programma sono state ascoltate le difese degli imputati, le quali, anche attraverso il ricorso a materiali video, hanno sostenuto la tesi dell’infondatezza delle prove portate dal Pm Minisci nell’accusa di devastazione e saccheggio a carico dei manifestanti.
Nel solito triste e freddo teatrino che rappresenta ogni tribunale, dei pensieri sentiti e commossi sono stati rivolti a Chucky, compagno morto suicida a settembre dello scorso anno, il cui nome era presente tra gli imputati di questa udienza.
In una lettera di qualche mese precedente alla sua morte Chucky aveva dichiarato “Voi Procure volete condannarmi e farmi arrestare? Fatelo pure, ma sarà per le mie idee e non per ciò che mi avete accusato”.
Nelle sue idee, c’era anche l’intenzione di dire questo dinanzi al giudice.
Tutto l’insieme di pensieri, che possono muoversi intorno a questa sua affermazione, non può essere recintato nello spazio e nel tempo di un’udienza di un processo. Al contrario, trasborda e si muove continuamente ogni giorno.
Un’idea non muore mai.
Complicità e solidarietà con i/le ribelli del 15 Ottobre.
Rete Evasioni